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FIAT - LE CIFRE DEL LINGOTTO  - 2004. - i sindacati chiedono un piano che salvi e rilanci il settore dell'auto in Italia

Lingua: Italiana
Destinatari: Alunni scuola media superiore, Formazione permanente
Tipologia: Ipermedia

Abstract:

LE CIFRE DEL LINGOTTO  - 2004
Il Gruppo Fiat ha immatricolato in novembre 47.180 auto in calo dell'1,7% rispetto allo stesso mese del 2003 (mentre il mercato delle auto in generale è cresciuto dello 0,9%). Rispetto a ottobre 2004, le immatricolazioni del Lingotto risultano in calo del 2,1%. Una flessione essenzialmente dovuta al calo delle vendite del marchio Fiat, mentre Lancia e Alfa Romeo hanno confermato un trend di crescita. Per quanto riguarda le quote di mercato, a novembre Fiat Auto ha registrato in Italia un dato pari al 27,5%, in leggera flessione (-0,7%) rispetto al novembre 2003. La diminuzione, si sottolinea da Mirafiori, anche in questo caso è dovuta essenzialmente al calo delle vendite del marchio Fiat (-1,4%), fortemente influenzate dalla scelta di privilegiare la qualità e la redditività delle medesime, focalizzandosi soprattutto su quelle ai privati, che sono salite al 74,7% del totale dal 63,9% del novembre 2003. 
 


Fiat nel pallone, è sciopero
A Mirafiori stop di 2 ore, si bissa lunedì. Corteo degli operai al campo della Juventus
Il presidente Montezemolo cerca di infondere ottimismo ai lavoratori di Cassino, ma la situazione resta tesa in tutta Italia: incombono le due settimane di cassa integrazione, proprio in coincidenza con il Natale. Il leader Cisl Pezzotta: «Se la Fiat non ce la fa da sola bisogna intervenire. Non auspico, ma non escludo un intervento dello Stato»

O. C. - TORINO
Due ore di sciopero ieri alla Fiat Mirafiori. I lavoratori delle carrozzerie e delle presse hanno aderito massicciamente (70%) alla protesta indetta dai sindacati per chiedere un piano che salvi e rilanci il settore dell'auto in Italia. Un'adesione che dimostra la determinazione, nonostante i mille segnali negativi, dei lavoratori di Mirafiori a respingere quello che in molti, troppi, vorrebbero ormai un destino ineluttabile. Usciti dallo stabilimento i lavoratori hanno dato vita ad un corteo di un migliaio di persone che si è diretto verso la Sisport, dove si stava allenando la Juventus, «i parenti ricchi della grande famiglia Fiat». Una delegazione di operai ha chiesto, e ottenuto, di incontrare un dirigente della società bianconera. Per la verità gli operai avevano anche chiesto di poter incontrare i giocatori. Dopo un po' di tiramolla, il terzino Gianluca Zambrotta ha ricevuto la delegazione di lavoratori. «A nome mio e della Juventus - ha detto Zambrotta - voglio dire che siamo vicini ai lavoratori che andranno in cassa integrazione e che stanno vivendo questo momento difficile. Speriamo - ha aggiunto il terzino - che i loro problemi possano risolversi al più presto». E' stato proprio Zambrotta ad impegnarsi con i lavoratori per far leggere anche ai compagni di squadra il volantino che gli era stato consegnato. Alla società bianconera i lavoratori hanno chiesto che domani, allo stadio delle Alpi (dove la Juve incontrerà la Lazio) venga letto il comunicato scritto dagli operai.

Quella di ieri è la prima risposta dei lavoratori contro la chiusura quasi totale della produzione di Fiat Auto. L'azienda ha infatti comunicato due settimane di cassa integrazione, non solo per Torino ma per tutti gli stabilimenti del gruppo ad eccezione di Pomigliano d'Arco. Lunedì o martedì sciopereranno le meccaniche. Sulla crisi della Fiat è intervenuto ieri anche Savino Pezzotta, segretario generale della Cisl. «Se la Fiat non ce la fa da sola - ha detto Pezzotta al quotidiano online Affaritaliani.it - bisogna trovare i modi per intervenire. Non auspico, ma non escludo - ha aggiunto - un intervento dello stato. In Italia però ci sono anche i privati. Berlusconi ci ha spiegato che sono molto bravi a gestire le aziende. E allora, dove sono?». Quanto all'alleanza con General Motors, Pezzotta ha chiesto al presidente della Fiat, Luca Cordero di Montezemolo di spiegare «il prima possibile quali sono le intenzioni dell'azienda. Il problema del Lingotto - ha concluso - risiede in una incapacità di conquistare quote di mercato e di rilanciarsi».

Montezemolo intanto ieri era a Cassino per i sessant'anni della fondazione dell'Unione Industriale di Frosinone. «Oltre che presidente di Confindustria - ha detto - sono anche presidente della Fiat e pertanto condivido le preoccupazioni che il territorio di Cassino sta vivendo». Per Montezemolo «oggi la crisi esiste. E' inutile puntare gli indici e cercare le colpe. L'azienda ha puntato da tempo su Cassino e vi assicuro che da parte della Fiat c'è l'impegno assoluto, totale e determinato a far quanto possibile per il futuro dell'azienda». Nello stabilimento di Cassino, ha insistito Montezemolo «si sta creando un nuovo modello della Fiat. Si stanno creando le prospettive. Spero di tornare a Cassino - ha concluso - fra qualche anno per trovare una situazione migliore». Determinazione è la promessa di Montezemolo, che ha aggiunto che «nessuno ha la bacchetta magica, ma nessuno di noi è abituato a vendere fumo. Siamo di fronte a una crisi del settore dell'auto che è una crisi europea. Ma in questa situazione ci sono in Fiat segnali importanti di grande ristrutturazione e di dialogo costruttivo con il sindacato per cercare di risolvere insieme i problemi».

Ieri è stata formalizzata anche la proposta di Powertrain Italia (frutto della joint venture Fiat-Gm) ai sindacati riguardante lo stabilimento di Termoli. Ci sarebbero investimenti per 460milioni di euro, interventi di ristrutturazione e adeguamento delle linee di produzione dei motori fire 8V e 16V. Sulla mobilità, l'azienda sostiene che il personale in eccesso negli impianti italiani è di 706 persone, di cui 300 solo nei capannoni del Basso Molise. Fiat Gm, quale incentivo all'esodo, erogherà ai lavoratori un importo forfettario subordinato alla sottoscrizione di un verbale di conciliazione. Entro il mese di luglio 2005 l'azienda vorrebbe offrire ai cinquanta lavoratori in forza ad Arese la possibilità di traferirsi presso lo stabilimento di Verrone.

http://www.ilmanifesto.it/



http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/04-Dicembre-2004/art67.html



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