Riportiamo un estratto dell'articolo pubblicato sul numero 39/40 della rivista "Africa e Mediterraneo", dal titolo "Società civile e giornalismo in Mozambico".
Nell’incontro e nell’agire comune fra i media ed i principali protagonisti dello sviluppo della società civile stanno le ragioni, le emozioni, le decisioni del processo di crescita della stampa indipendente in Mozambico. Nell’analisi di questi intrecci e delle origini, all’inizio degli anni ‘90, del giornalismo indipendente mozambicano si possono individuare gli indirizzi politici da sostenere per favorire la vitalità della libertà di stampa nel paese.
Premessa. L’evoluzione della realtà politica in Mozambico
Dopo l’euforia degli anni Novanta, che ha fatto seguito alla firma degli Accordi generali di Pace nel 1992, Frelimo e Renano hanno alternato periodi agitati a periodi di consolidamento della transizione politica ed economica verso un paese pienamente democratico e pluralista.
Dopo il 1994, a seguito delle prime elezioni multi-partitiche, si è registrato un periodo di forte crescita economica, aiutato da importanti incentivi provenienti da investimenti stranieri.
Negli ultimi anni questa immagine di stabilità politica e di ottimismo economico è stata però minata da una serie di fattori, quali il grande aumento della corruzione e momenti di forte tensione politica interna; come in occasione dei fatti di Montepuez o dell’assassinio di Carlos Cardoso.
Momenti che, pur se non hanno riportato il paese a una situazione di conflitto, di certo hanno rallentato il consolidamento del processo democratico in corso.
Questo ha naturalmente avuto conseguenze anche sulla crescita dei principali protagonisti nello sviluppo della società civile e delle strutture non governative.
Esistono indubbiamente numerose interpretazioni sul ruolo delle associazioni e dei gruppi in grado di sviluppare e rendere più dinamica la società civile in Mozambico e nel mondo. Il termine e il concetto di società civile sono, infatti, molto elastici e dinamici, e diversi sono i profili di riferimento possibili, includendo una serie più o meno larga di organizzazioni e di realtà, talvolta sconfinanti nella società tradizionale. È attraverso il dialogo e lo sviluppo di iniziative comuni che questi attori sociali possono rafforzare il loro ruolo e la loro capacità di consolidare il processo di crescita democratica in Mozambico; da tempo è chiaro quanto la povertà si combatta anche con la partecipazione.
Questo è vero in particolare per i media, i giornalisti e le loro organizzazioni di rappresentanza, che possono, attraverso questa via, incrementare la capacità di creare audience e aumentare la loro credibilità; ed è attraverso l’influenza combinata di queste fonti di potere normative, strutturali e psicologiche che i media indipendenti possono intervenire nelle fasi di crescita delle nuove democrazie, obbligando il potere politico al dialogo e creando opinione pubblica, quindi prevenendo, gestendo e/o riducendo le tensioni e i conflitti.
Bisogna ammettere che esistono veramente poche ricerche sull’emergere dei media indipendenti o sul loro ruolo nei cambiamenti politici necessari al nascere di nuove democrazie. Come possono emergere i media indipendenti? Quale ruolo può giocare per il consolidarsi di una nuova democrazia o l’avanzare dei processi di transizione? Quali sono le relazioni fra media indipendenti e nuovi governi democratici?
Tutti gli studi trattano prevalentemente del rapporto fra media e democrazie mature, per questo inseriremo, nella bibliografia, alcuni testi utili per la comprensione del ruolo dei media indipendenti nelle fasi di nuovo pluralismo e di diversificazione della scena sia politica che economica.
Per questo il discorso che si sta facendo sul rapporto fra media indipendenti e società civile, e che è al centro del progetto a favore della stampa indipendente, finanziato dalla Commissione Europea e gestito da Alisei e SNJ in Mozambico, è per gran parte “nuovo” e da scoprire.
I media
Soffermandoci sui media possiamo in breve dire che, pur essendo molto disomogenea la loro diffusione sul territorio, hanno e possono avere un ruolo rilevante nella formazione dell’opinione pubblica, in particolare su temi politici ed economici. Si può inoltre affermare che, nonostante le difficoltà di accesso all’informazione e la grande debolezza dei media indipendenti, il Mozambico gode di una discreta libertà di stampa, in particolare se lo si paragona ad altri paesi africani (cfr. il rapporto del 14 agosto 2002 del “The New York-based Committee to Protect Journalists (CPJ)” relativo alla costituzione della nuova African Union (AU) dove si evidenzia la mancanza di protezione dei diritti della stampa libera e indipendente, al sito UN-IRIN: http://www.irinnews.org.
Esistono numerose organizzazioni nel settore dell’informazione, quasi tutte con notevoli problemi economici e di mancanza di mezzi. Nel 1999 esistevano in Mozambico 123 strutture di informazione registrate e di queste 99 erano attive; 37 operavano a livello nazionale, ma di queste solo 5 avevano sedi operative fuori della capitale (2 nella provincia di Maputo, 1 in Nampula e 2 a Sofala).
Per quello che riguarda la proprietà, nel 1999, il 34% dei media erano di proprietà statale (particolarmente le radio e la televisione), il 36% erano commerciali e privati, e il 28% del settore non-profit.
Il cammino del giornalismo nello sviluppo della società civile mozambicana
I media indipendenti, come vedremo in seguito, sono un fenomeno recentissimo in Mozambico: dinamici e originali, ma con gravissimi problemi di capacità operativa, di professionalità, di gestione e sostenibilità del loro intraprendere.
Nel 2000 è stato riattivato il settore mozambicano del Media Institute for Southern Africa (MISA), le cui priorità sono appunto quelle di dare appoggio ai media indipendenti in stati come l’Angola, il Botswana, il Malawi, il Lesotho, le Mauritius, ecc.: aspetto importante poiché, non essendoci in Mozambico una organizzazione di lobby e advocacy che rappresenti tutti i media, questa funzione potrebbe essere svolta in futuro proprio da MISA-Mozambique.
Il portoghese è oggi la lingua prevalentemente usata dai media, mentre l’uso delle lingue locali è in aumento presso le poche radio comunitarie.
Bisogna rilevare come nelle attività di comunicazione sociale è scarso l’utilizzo di gruppi culturali (teatro, ballo, musica, arte), che pur avrebbero grandi potenzialità e una storia significativa, e che invece sopravvivono completamente privi di mezzi e poco coinvolti nelle grandi campagne di informazione e di educazione (AIDS, proprietà della terra, ecc.).
Sui media in Mozambico ci sentiamo di fare alcune sintetiche considerazioni. Innanzitutto sul fatto che esistono media credibili e indipendenti, sia a livello nazionale che provinciale, sia pure con logiche e naturali difficoltà a rapportarsi agli standard internazionali. D’altra parte, atti gravi quali l’assassinio di Carlos Cardoso, hanno profondamente influito sulle libertà di lavoro del giornalista (come rileva anche un rapporto del Comitato di Protezione dei Giornalisti di New York - 7/01 – cfr. www.cpj.org), ma questi media mantengono capacità investigativa e giornalistica abbastanza sviluppata e, nonostante le mancanze economiche e le debolezze professionali, hanno buone potenzialità e possono intervenire efficacemente sui temi quali la democratizzazione, il buon governo, la prevenzione dei conflitti, l’educazione civica, i diritti umani, i problemi di genere. E credo che proprio il processo per l’assassinio di Cardoso –che si terrà ad inizio 2003 e che vede coinvolto anche il figlio del Presidente della Repubblica- sarà un valido banco di prova sia per i media che per la giovane democrazia mozambicana.
Su questo terreno i media possono e potranno avere attive e dinamiche relazioni con tutti gli altri protagonisti della vita civile in Mozambico, nonostante la “copertura” molto limitata dal punto di vista geografico, in particolare per quello che riguarda i giornali e le riviste.
I media indipendenti sono attualmente quelli che hanno le più grosse difficoltà e necessitano ancora in questa fase di aiuti economici e organizzativi diretti da parte delle agenzie di aiuto internazionali, per potere cercare di risolvere i grandi problemi gestionali e formativi, pur essendo chiaro a tutti in Mozambico come la crescita della stampa indipendente non dipende certo dall’aiuto economico esterno.
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