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Transdisciplinare
Intercultura
Stop alle mutilazioni sessuali femminili: dossier.

Lingua: Italiana
Destinatari: Alunni scuola media superiore, Formazione post diploma, Formazione permanente
Tipologia: Utilità e strumenti

Abstract:  testo di legge passa alla Camera per l’approvazione definitiva

Infibulazione, divieto approvato dal Senato

La pratica punita con il carcere da 6 a 12 anni. Punibile anche l’infibulazione eseguita all’estero da residente in Italia o su residente nel nostro paese

Infibulazione, divieto approvato dal Senato

La commissione Giustizia del Senato ha approvato il disegno di legge che vieta in Italia la pratica dell’infibulazione, la mutilazione sessuale delle bambine in uso in alcuni paesi africani. Il disegno di legge, presentato dal senatore di An, Giuseppe Consolo, dovrà passare all'esame della Camera per l'approvazione definitiva.

Il ddl 414, approvato dalla commissione all’unanimità, reprime la pratica dell'infibulazione con una pena dai 6 ai 12 anni di carcere, che vengono aumentati di un terzo se a subire l'infibulazione è una minorenne. Vengono puniti tutti i casi di "violenza sulla persona diretta agli organi genitali e consistente in mutilazioni e lesioni effettuate in mancanza di esigenze terapeutiche al fine di condizionare le funzioni sessuali della vittima".

Se l'infibulazione è stata praticata all'estero da una persona residente in Italia, il responsabile può essere punito una volta rientrato nel nostro paese.

Ecco cosa prevede il ddl Consolo

Con tre articoli in tutto con cui si modifica il testo del codice penale in materia "di mutilazioni e lesioni agli organi genitali a fine di condizionamento sessuale", contenute nel disegno di legge 414 approvato dalla commissione Giustizia del Senato.

Nella bozza del testo approvata, si legge (art 1) che all'articolo 583, secondo comma, del codice penale, dopo il numero "4" viene inserito il seguente "4-bis": “una lesione o mutilazione degli organi genitali provocata, in assenza di esigenze terapeutiche, al fine di condizionare le funzioni sessuali della vittima".

Il secondo articolo, (l'1-bis) prevede che all'articolo 583 del codice penale viene aggiunto il seguente comma: “quando ricorre la circostanza aggravante prevista dal numero "4-bis" del secondo comma, non opera il giudizio di equivalenza o di prevalenza tra eventuali circostanze attenuanti, diverse da quella di cui all'articolo 114, e la predetta aggravante. Le circostanze attenuanti sono computate sulla pena individuata in forza del presente articolo".

Il terzo articolo del ddl (art 2) prevede che all'articolo 583 del codice penale viene aggiunto il seguente comma: "le disposizioni di cui al n. 4-bis) del secondo comma si applicano altresì quando il fatto è commesso all'estero da cittadino italiano o da cittadino straniero residente in Italia, ovvero in danno di cittadino italiano o di cittadino straniero residente in Italia, e quando vi è stata richiesta del ministro della Giustizia".

Infibulazione e Islam

Il problema dell'infibulazione in Italia è nato di recente, quando alcuni immigrati provenienti da diversi Paesi del continente africano hanno chiesto di poter effettuare tale pratica negli ospedali. L’usanza della mutilazione genitale femminile appartiene a numerosi paesi con popolazioni a maggioranza islamica, come il Sudan, la Somalia, l'Egitto o in altri paesi dove ci sono forti minoranze islamiche come l'Eritrea e l'Etiopia.

Per questo motivo, essa viene ritenuta - erroneamente - una pratica facente parte della tradizione islamica, contribuendo così a creare uno stereotipo contro l'Islam e i musulmani. In realtà, la mutilazione genitale femminile viene praticata anche da popolazioni africane cristiane ed animiste. Dal punto di vista del diritto islamico, tale pratica non trova nessun fondamento.

Infatti non esiste nessun passo del Corano che citi o esorti ad utilizzare tale pratica, né alcuna tradizione profetica autentica. Esistono invece alcune tradizioni ritenute deboli o addirittura inventate, che testimoniano la sua pratica nella penisola araba, già in era preislamica. Ne è la riprova la tradizione riportata da Umm 'Atiya, in base al quale una donna era solita fare le circoncisioni femminili a Medina, alla quale Maometto disse: "Non abusare, ciò è meglio per la donna e piacevole per suo marito". Attraverso questa tradizione, gli studiosi hanno dedotto che tale pratica già esisteva e che Maometto si era limitato a vietarne l'abuso.




(Pubblicato il 13 febbraio 2003)
(Aggiornato il 13 febbraio 2003 alle ore 13:28)


http://www.rai.it/news/articolonews/0,9217,40271,00.html



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