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Pedagogia
Pluridisciplinare
Transdisciplinare
L'OTTICA LABORATORIALE E LE DISCIPLINE - Come l’“ottica laboratoriale” può rapportarsi alla/alle discipline? Come l’individualizzazione-personalizzazione, la costruzione degli apprendimenti attraverso l’assunzione di responsabilità, l’autonomia dell’azione, possono conciliarsi con la struttura disciplinare,
spesso lontana ed estranea alle esigenze di apprendimento degli studenti?
Un'esperienza scolastica di Rita Menna

Lingua: Italiana
Destinatari: Insegnanti
Tipologia: Materiale per autoaggiornamento

Abstract:

LOTTICA LABORATORIALE E LE DISCIPLINE

LE PREMESSE TEORICHE

Come l"ottica laboratoriale" può rapportarsi alla/alle discipline? Come lindividualizzazione-personalizzazione, la costruzione degli apprendimenti attraverso lassunzione di responsabilità, lautonomia dellazione, possono conciliarsi con la struttura disciplinare, spesso lontana ed estranea alle esigenze di apprendimento degli studenti?

Questi interrogativi si pongono con maggiore insistenza nella scuola secondaria superiore, nella quale la struttura delle discipline e la scansione tendenzialmente rigida delle attività e dei tempi conducono a privilegiare il rapporto docente-studente come semplice "trasferimento" dei saperi.

Nei fatti, tutto ciò deriva spesso dalla insufficiente considerazione che lapprendimento è processo di costruzione di significati e di competenze, nel quale lo studente attiva le sue strategie costruttive, e che la funzione del docente rischia linsuccesso quando questo presupposto non entra nella sua professionalità.

Se lo spostare lattenzione dellinsegnante verso i processi di acquisizione di conoscenze, di regolazione interna, di conquista delle fondamentali strategie di lavoro intellettuale, è frequente nei docenti della scuola di base, non altrettanto può affermarsi per quelli della secondaria superiore, nella quale, pur non mancando esperienze innovative di un certo interesse, emergono frequentemente, da parte dei docenti, frustrazione e disorientamento, e non solo a causa di ragioni attinenti al complessivo status giuridico-economico, ma, credo, fondamentalmente a causa della difficoltà ad un esercizio consapevole della professionalità docente.

La "sfida" lanciata dalla proposta didattica di derivazione costruttivista si presenta, allora, in tutta la sua rilevanza ed urgenza, particolarmente nellattuale contesto di vita, nel quale la moltiplicazione, la disponibilità e laccessibilità delle fonti informative contribuisce ad erodere progressivamente il senso di una funzione scolastica di carattere prevalentemente trasmissivo e contenutistico.

Nella secondaria superiore la formalizzazione e lastrazione sono processi che richiedono un attenzione e un impegno costante e prevalente da parte dei docenti: la simbolizzazione della realtà costituisce il momento obbligato per l analisi e per una progettazione volta alsuo miglioramento.

E per questo che la distinzione disciplinare, se rigida e irrelata, impedisce di conferire ai processi astrattivi quella potenzialità cognitiva che, invece, limpegno sui "nodi" concettuali pluridisciplinari può contribuire a sviluppare.

Sembra altrettanto importante, infatti, che attraverso lottica pluridisciplinare siano non solo connesse le tematiche ma anche unificata la metodologia.

Ma "dove" collocare il punto di convergenza, nel quale le diverse discipline possono trovare un comune riferimento?

E, daltra parte, a quali strategie di pensiero, a quali aspetti dellaffettività dello studente attribuire importanza, ai fini di una corretta ed efficace azione di formazione-apprendimento?

Sul primo punto: sembra ormai essere un criterio acquisito il riferimento alla struttura eptstemica disciplinare, che, come afferma Bruner, permette allo studente di "pensare come lo scienziato", ripercorrendone il modello di ricerca. Questo adeguamento non comporta passività, in quanto i presupposti della ricerca scientifica, ai quali fanno riferimento le discipline, coincidono con le esigenze euristiche di ogni persona, quando è stimolata verso percorsi mentali che le consentano di darsi risposte teoricamente valide.

Se, allora, la struttura disciplinare, considerata nella interazione-integrazione con altre strutture disciplinari, può ritenersi un valido riferimento per unazione didattica efficace, resta ancora da considerare quali articolazioni e processi mentali siano chiamati in causa nell apprendimento e quali interrelazioni si stabiliscano tra esse e le articolazioni disciplinari, tra esse e il docente, tra esse e il contesto.

 

NELLA SECONDARIA SUPERIORE: UN ESPERIENZA DI EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA

Lapplicazione di tali orientamenti teorici si è tradotta in unesperienza didattica nella scuola superiore, nel cui ambito di realizzazione le discipline sono state raggiunte come validi supporti allattività di esplorazione-conoscenza e di giustificazione degli aspetti valoriali ed educativi.

Si tratta di un progetto di Educazione alla Cittadinanza, attuato nellambito del "Progetto Balcani", (2002-03), operante su area interregionale (Ufficio Scol. Lombardia; Ufficio Scol Friuli-Venezia Giulia; IRRE Veneto) e con la collaborazione di una rete di scuole-partner del centro e del Sud Europa (Austria; Bosnia; Croazia; Serbia; Ungheria).

La classe che ha attivato il progetto è una III del Liceo Scientifico, ad indirizzo linguistico, composta da 19 studenti.

Lesperienza fa riferimento ad un modello didattico che prevede un processo con fasi di lavoro i cui punti di qualità garantiscano la regolazione e lautoregolazione: quanto è già posseduto dallo studente come conoscenza, quadro concettuale, strategia cognitiva, diviene oggetto di interpretazione e di trasformazione. Lo studente, come soggetto dellapprendimento, non è però lasciato solo a scoprire il sapere e il saper fare, ma lo scopre e lo elabora attraverso linterrelazione con il gruppo dei compagni e con il docente.

 

IL PROGETTO DEL DOCENTE

Il Progetto del Docente presenta, come ambito di esplorazione, nel I modulo, il problema del rapporto tra lidentità e lalterità (chi è l"altro"? In che modo laltro condiziona la mia identità?..), con lo scopo di acquisire il senso problematico di tale rapporto ( in quanto prodotto dellesperienza storica dei gruppi sociali, nella quale si costruiscono idee collettive, pregiudizi, ecc.), e, nel tempo stesso, acquisire una consapevolezza problematica della propria identità. Nucleo fondante è, pertanto, il rapporto identità-alterità.

In un secondo modulo, i nuclei fondanti di riferimento sono: Diritto, Stato, Costituzione, Cittadinanza.

La metodologia è riconducibile allottica laboratoriale, nella quale si pongono in gioco, attraverso attività condizionate dalla relazione intersoggettiva, i processi mentali dei soggetti dellapprendimento.

Il docente progetta perciò un itinerario indotto dalla domanda generativa, riferita ai nuclei fondanti costituenti il punto focale sia dei riferimenti disciplinari che del processo di ricerca e di costruzione dei significati ad esso connessi.

Nel progetto le competenze da raggiungere sono individuate in relazione al nucleo fondante e allattivazione di momenti revisionali, organizzativi, relazionali.

Tra gli strumenti di monitoraggio e di regolazione-autoregolazione dei processi mentali e degli apprendimenti si privilegia il "diario di bordo", che è redatto sia dal docente che dagli studenti.

Laspetto di maggiore impegno, per il docente, è costituito dal come costruire il passaggio dalla dimensione identitaria-esperienziale a quella disciplinare. Nel porsi lesigenza della connessione con i curricoli disciplinari, progetta-predispone momenti durante i quali dal gruppo, dai gruppi, possano emergere interrogativi "forti", di valore cruciale, derivanti e quindi connessi con la domanda-stimolo iniziale.

Il docente predispone, pertanto, una strategia di regolazione di carattere "misto" ("regolazione mista")2, sulla previsione che, qualora i soggetti dellapprendimento non esplicitino autonomamente esigenze di passaggio da significati posseduti a significati più ampi, sia il docente a stimolare il controllo dei processi di acquisizione delle conoscenze e di sviluppo dei significati: attraverso domande euristiche solleciterà spunti che stimolino la riflessione e la ricerca.

I riferimenti disciplinari sono: Filosofia, Letteratura, Storia, Diritto.

Le competenze da perseguire sono quelle della lettura di testi di difficoltà media, e di carattere storico-antropologico; di lettura di testi di difficoltà media, di contenuto giuridico; di identificazione dellimpianto concettuale delle pagine analizzate; della ricostruzione dei contesti culturali e storici, relativi ai temi oggetto di studio; della decodificazione-interpretazione di articoli di giornale su temi politici.

La valutazione è in itinere, come orientamento attuato dal docente e dagli studenti nella gestione del progetto; è finale, avente per oggetto la risposta al problema da parte degli studenti, sia in quanto individui che in quanto costituenti il gruppo. Le prove di verifica sono pertanto sia di gruppo (relazioni), sia individuali (relazioni e/o questionari).

Il tempo previsto è di 26 ore complessive; Il tempo effettivamente impiegato è di 30 ore complessive.

 

LA COPROGETTAZIONE

La fase della coprogettazione chiama in causa la partecipazione degli studenti, il loro coinvolgimento, la loro appropriazione dei termini del problema, lemersione di elementi inconsciamente posseduti, la loro interconnessione.

La motivazione è l’ esplorazione della relazione con l’altro da sé per soddisfare l’esigenza di identificare gli spazi dei diritti e dei doveri della persona, nel contesto della vita associata

Questi elementi conducono alla stipulazione del contratto con il docente.

Attraverso la domanda-stimolo e il brainstorming linsegnante inizia il percorso di problematizzazione e di analisi.

Nel caso particolare, la focalizzazione avviene intorno alla percezione della "alterità" e al rapporto con lidentità.

Lindicazione del docente è quella di ricercare casi di alterità intorno al proprio vissuto. Gli studenti propongono lalterità etnico-culturale identificata nellextracomunitario.

Sono allora gli studenti stessi a proporre unattività articolata secondo cinque gruppi, che abbia per oggetto lo studio del fenomeno quale si presenta sul territorio comunale.

I gruppi si impegnano a:

  • ricercare dati sulla presenza di extracomunitari nel territorio comunale (flussi di arrivo distinti per annate; entità quantitativa distinta per genere; occupazioni prevalenti);

  • intervistare extracomunitari sulle loro condizioni di vita; sulla loro percezione dellambiente ospitante; sulle loro idee sulla cultura, sulla religione, sulle modalità e sullo stile di vita preferito.

I risultati di questa esplorazione costituiscono i punti di partenza per unanalisi storico-giuridica, volta alla costruzione di un glossario contenente i significati dei lemmi:Diritto, Stato, Costituzione, Cittadinanza.

Gli studenti si impegnano ad esporre in un diario di bordo i momenti significativi della loro attività, tenendo presenti gli elementi concettuali di cui appropriarsi, le domande orientative ed autorientative, le vie seguite, le difficoltà incontrate, le difficoltà superate, le modalità adottate per il loro superamento.

 

LA COPRODUZIONE

Si creano i gruppi, ciascuno dei quali elabora un piano di attività. Si definiscono i compiti allinterno dei gruppi.

Alcuni studenti rievocano i momenti più significativi della loro esperienza nel Diario di bordo di uno dei gruppi:

In classe abbiamo affrontato il problema del rapporto tra identità e alterità nella società attuale.

Abbiamo pensato di osservare la realtà vicina a noi per individuare possibili elementi di diversità. Poiché ci sembra che, oggi, uno dei più visibili sia costituito dalla presenza di gruppi umani che per costumi, religione, lingua, si presentano come diversi da noi, abbiamo deciso di

presentarci presso l’Ufficio Stranieri di Voghera per fare una indagine sulla presenza di immigrati nel nostro territorio, presentando un questionario avente per oggetto di richiesta:

  • i dati numerici sugli extracomunitari presenti e residenti nel territorio del Comune di Voghera;
  • i dati sulle attività lavorative da essi svolte
  • i dati sui lavori svolti dalle donne
  • i dati sulle religioni professate
  • i dati sui flussi dell’ immigrazione
  • i dati sulla scolarizzazione (livelli – età – sesso)

Abbiamo poi elaborato i dati raccolti e ne abbiamo presentato alcuni risultati (non tutti i dati richiesti erano disponibili) nei grafici allegati.

Abbiamo poi deciso di fare delle interviste ad alcuni immigrati viventi nella nostra zona (Val di Staffora), per conoscere:

  • la ragione (o le ragioni) per cui hanno lasciato il loro paese
  • come vivono il rapporto con il paese che li ha accolti
  • quale religione professano
  • cosa pensano della religione (o del modo in cui è vissuta la religione) del paese ospitante

Questa piccola indagine ci ha portato a modificare qualche nostra idea sugli extra-comunitari. Infatti, se, prima dell’incontro, pensavamo che essi avessero abitudini, stili di vita, idee, molto distanti dalle nostre, dopo le interviste ci siamo convinti che sono numerosi gli aspetti comuni tra il nostro modo di pensare e il loro.

Per fare un esempio, prima eravamo portati a pensare che, nella pratica religiosa, essi fossero molto più intransigenti di noi Italiani. Invece poi molti di essi ci si sono presentati meno vincolati all appartenenza religiosa di quanto avessimo pensato prima.

Inoltre, durante le interviste abbiamo potuto stabilire un rapporto franco e diretto con gli immigrati più giovani, che ci sono sembrati piuttosto vicini ai nostri sentimenti e al nostro modo di agire.

In classe, a proposito del concetto di "alterità", la prof. ci ha proposto di riconsiderare un aspetto del pensiero di Platone. Questo ritorno a Platone ci ha suggerito ulteriori riflessioni sull’ alterità.

Platone, infatti, si distacca dal suo maestro Parmenide sulla teoria dell’essere unico, affermando che l’essere è costituito da molteplici essenze (idee). Ma la molteplicità delle essenze porta ad affermare che ciascuna di esse, "non" essendo le altre, se ne differenzia. Ciò significa ammettere la realtà di un "relativo non essere", che è l’alterità. Ciò comporta che l’alterità è reale, sul piano ontologico.

Da tutto ciò è scaturita una lunga discussione in classe, dalla quale è emersa una possibile conclusione, che tuttavia consideriamo provvisoria. Ed è che l’alterità è infinita, sia perchè ognuno di noi è diverso, fino ai particolari minimi, dall’altro; sia perchè è sempre diverso anche rispetto a se stesso (nei pensieri, nei sentimenti e nelle emozioni, nei ricordi).

Dal "diario di bordo" degli studenti risulta, dunque, quanto segue:

  • Lassunzione e la condivisione del problema da parte degli studenti

  • Il piano dellattività

  • Lattuazione del piano

  • La modificazione delle loro rappresentazioni mentali nella relazione con lalterità

  • La riflessione sul concetto fondante ("alterità"), consentita dall’ ingresso nella disciplina filosofica

  • Lautonoma riflessione personale (che lalterità sia "infinita" è stato suggerito da una studentessa)

Dallinterazione docente-studenti scaturisce, allora, la domanda:

Nel corso del processo storico, come è stato vissuto il rapporto identità alterità?

La risposta è ricercata nella lettura-riflessione di alcuni passi tratti dall’opera di Z.Todorov, "La scoperta dell’America").

Due personalità propongono interpretazioni opposte della realtà dei popoli conquistati: Bartolomé de Las Casas e J. G. de Sepulveda. Il primo riconosce nell’Amerindo la dignità di persona, il secondo la nega, definendolo "homuncolo".

Più tardi Las Casas si spingerà ancora oltre, riconoscendo lalterità di tutta la cultura Amerinda e il suo diritto ad essere riconosciuta e rispettata.

La ricerca che si sviluppa nella classe conduce, a questo punto, alla domanda: quando, nella Storia, la coscienza europea ha sviluppato la riflessione su cosa sono i diritti della persona?

Uno degli studenti propone: al tempo della Rivoluzione Francese, nella Dichiarazione dei diritti dell 89

Linsegnante: E non prima? Abbiamo visto come B. de Las Casas abbia posto il problema dei diritti degli indigeni Amerindi. Ma oltre a Las Casas? E propone la lettura di una scheda sul Giusnaturalismo.

Le alunne si impegnano a ricercare, nello studio a casa, altre informazioni sul Giusnaturalismo (attraverso Internet o la visita in Biblioteca), e particolarmente sullopera di Ugo Grozio.

La lezione successiva linsegnante pone alla classe la domanda: quale può essere la spiegazione dellaffermazione delle teorie Giusnaturalistiche in quella società (olandese) e in quel secolo (il XVII)?

Si ricostruisce, allora, il quadro socioeconomico e culturale dellEuropa moderna, evidenziando la differenza tra il sistema valoriale della nobiltà e quello della borghesia.

Le alunne mostrano qualche difficoltà nello stabilire relazioni tra i fenomeni economico-politici e i fenomeni culturali. Allora linsegnante propone la costruzione di una mappa concettuale strutturata attraverso la collocazione in rete dei seguenti concetti:

aristocrazia feudale

borghesia

sistema valoriale

diritti della persona

origine dello Stato

contrattualismo

Il gruppo classe, interagendo con linsegnante, completa la mappa concettuale, collegando i concetti proposti: ciò consente di superare le difficoltà manifestate.

Allora le alunne decidono di documentarsi meglio su Ugo Grozio. Una parte della classe reperisce in biblioteca documenti, dai quali desume i concetti rilevanti. Durante le lezioni seguenti anche il resto della classe è in grado di mostrare la documentazione di Grozio (alcune hanno trovato informazioni anche su Pufendorf).

Sono, così, in grado di selezionare, sui testi del Giusnaturalismo, concetti riferibili a due delle voci del glossario: Diritto; Stato.

Successivamente ciascuno dei gruppi , dopo aver svolto la relazione sul Giusnaturalismo, con riferimento ai concetti di Diritto e stato, la espone alla classe. La relazione del gruppo Lanfranchi-Cavanna-Balletti si differenzia dagli altri in quanto, piuttosto che esporre il risultato del lavoro secondo unottica oggettivizzante, li presenta con riferimento al percorso soggettivamente seguito.

Le relazioni che ciascun gruppo ha prodotto saranno unificate attraverso incontri successivi (anche fuori dellorario scolastico).

Nella lezione successiva linsegnante propone unindagine per accertare se i concetti elaborati dalla ricerca dei Giusnaturalisti abbiano attraversato unulteriore evoluzione.

Il quadro culturale di riferimento è, questa volta, la cultura dellIlluminismo. Quali sono i concetti forti elaborati da questa cultura?

Dallopera "La filosofia dellIlluminismo" di E. Cassirer, di cui leggono alcune pagine, le alunne identificano lorigine e il contenuto dei diritti della persona, nelle teorie degli Illuministi. Questa conoscenza le induce a ricercare, relativamente al concetto di ragione, il rapporto tra il pensiero giusnaturalistico e quello illuministico, e tra il pensiero platonico di ragione e quello illuministico.

Linsegnante, allora, propone di ricercare nella Dichiarazione dei Diritti dellUnione Europea (2000) principi o riferimenti di matrice giusnaturalistica o illuministica.

L esplorazione compiuta consente alla maggioranza degli studenti, di appropriarsi dei concetti, sia nel loro significato che nella loro evoluzione storica, attraverso i quali è ora possibile elaborare una risposta al problema posto.

La prova di ciò è data dalla relazione con la quale ciascun gruppo mostra una specificità di percorso.

Tutti i gruppi ora sono in grado di costruire il glossario sulle voci: Identità-alterità; Diritto; Stato; Costituzione; Cittadinanza.

 

RITA MENNA

 

 

 

 



http://www.oppi.mi.it/private/risorse/didamedia/OTTICA%20LABORATORIALE.rtf



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