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Transdisciplinare
Storia
Dichiarazione e Programma di azione per una cultura di Pace

Lingua: Italiana
Destinatari: Alunni scuola media inferiore, Alunni scuola elementare, Formazione permanente
Tipologia: Materiale di studio

Abstract: RISOLUZIONE ONU ADOTTATA DALL’ASSEMBLEA GENERALE 53/243

Dichiarazione e Programma d’azione su una cultura di Pace

A  
DICHIARAZIONE SU UNA CULTURA DI PACE

L’Assemblea Generale, la Carta delle Nazioni Unite,in particolare gli scopi e principi che vi sono enunciati,
Ricordando
egualmente la Convenzione che ha istituito l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, che afferma che"le guerre incominciano a nascere nello spirito degli uomini, è nello spirito degli uomini che devono essere costruite le difese della pace",
Ricordando
inoltre la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e gli altri strumenti internazionali propri del sistema delle Nazioni Unite,
Riconoscendo
che la pace non è solamente l’assenza di conflitti, ma un processo positivo, dinamico, partecipativo che favorisce il dialogo e la risoluzione dei conflitti in uno spirito di mutua comprensione e di cooperazione,
Riconoscendo
egualmente che la fine della guerra fredda ha aperto nuove prospettive per affermare una cultura di pace,
Esprimendo la sua profonda preoccupazione
di fronte alla persistenza e alla proliferazione, in diverse regioni del mondo, di atti di violenza e di conflitti,
Riconoscendo
la necessità di eliminare tutte le forme di discriminazione e di intolleranza, specialmente quelle fondate sulla razza, il colore, il sesso, la lingua, la religione, le opinioni politiche o tutte le altre opinioni, l’origine nazionale, etnica o sociale, la fortuna, l’incapacità, la nascita o qualsiasi altra situazione,
Ricordando
la sua risoluzione 52/15 del 20 novembre 1997 che ha proclamato l’anno 2000 "Anno internazionale della cultura della pace" e la sua risoluzione 53/25 del 10 novembre 1998 che ha proclamato il periodo 2001-2010 "Decennio internazionale della promozione di una cultura della nonviolenza e della pace a beneficio dei bambini del mondo",
Riconoscendo
il ruolo importante che l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura continua ad avere nella promozione di una cultura di pace,
Proclama solennemente
la presente Dichiarazione su una cultura di pace al fine che i governi, le organizzazioni internazionali e la società civile possano ispirarvisi costantemente nella loro azione per promuovere ed allargare una cultura di pace all’alba del millennio:

Primo articolo

 

La cultura di pace può essere definita come l’insieme dei valori, delle attitudini, delle tradizioni, dei comportamenti e dei modelli di vita fondati su:

  • Il rispetto della vita, il rifiuto della violenza e la promozione e la pratica della nonviolenza per mezzo dell’educazione, del dialogo e della cooperazione;

  • Il rispetto dei principi di sovranità, di integrità territoriale e di indipendenza politica degli Stati e del non intervento nelle questioni che riguardano essenzialmente la giurisdizione nazionale di ogni stato qualsiasi esso sia, conformemente alla Carta delle Nazioni Unite ed al diritto internazionale;

  • Il rispetto di tutti i diritti dell’uomo e di tutte le libertà fondamentali e la loro promozione;

  • L’impegno di risolvere pacificamente i conflitti;

  • Gli sforzi dispiegati per rispondere ai bisogni delle generazioni attuali e future nei settori dello sviluppo e dell’ ambiente;

  • Il rispetto e la promozione del diritto allo sviluppo;

  • Il rispetto e la promozione dell’eguaglianza dei diritti delle possibilità per uomini e donne;

  • Il rispetto e la promozione del diritto di ciascuno alla libertà di espressione, di opinione e di informazione;

  • L’adesione ai principi di libertà, di giustizia, di democrazia, di tolleranza, di solidarietà, di cooperazione, del pluralismo, della diversità culturale, del dialogo e della comprensione a tutti i livelli della società e tra le nazioni;

e incoraggiata da un ambiente nazionale ed internazionale che favorisce la pace.

 

Articolo 2

 

La diffusione di una cultura di pace si basa sulla trasformazione dei valori, delle attitudini, dei comportamenti e dei modi di vita naturali in modo da favorire la pace tra gli individui, i gruppi e le nazioni.

 

Articolo 3

 

La diffusione di una cultura di pace è legata in maniera intrinseca a:

  • Alla promozione della risoluzione pacifica dei conflitti, del rispetto e delle mutue intese e della cooperazione internazionale;

  • Al rispetto delle obbligazioni internazionali in virtù della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale;

  • Alla promozione della democrazia, dello sviluppo e del rispetto universale di tutti i diritti dell’uomo e di tutte le libertà fondamentali;

  • Alla formazione, a tutti i livelli di responsabilità, di persone che sappiano favorire il dialogo, la mediazione, la ricerca del consenso e la risoluzione pacifica delle controversie;

  • Al rafforzamento delle istituzioni democratiche e alla possibilità di partecipare pienamente al processo di sviluppo;

  • All’eliminazione della povertà e dell’analfabetismo ed alla riduzione delle disuguaglianze all’interno delle nazioni e fra di esse;

  • Alla promozione di uno sviluppo economico e sociale durevole;

  • All’eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne grazie alla loro autonomia e ad una loro rappresentanza equa a tutti i livelli decisionali;

  • Al rispetto, alla promozione e alla protezione dei diritti dei bambini;

  • Alla promozione della libera circolazione dell’informazione a tutti i livelli e dell’accesso all’informazione;

  • Ad una gestione degli affari pubblici più trasparente e ad una accresciuta responsabilità in questa materia;

  • All’eliminazione di tutte le forme di razzismo, di discriminazione razziale, della xenofobia e dell’intolleranza che vi sono associate;

  • Alla promozione della comprensione, della tolleranza e della solidarietà tra tutte le civiltà, tra tutti i popoli e tutte le culture, ivi comprese le minoranze etniche, religiose e linguistiche;

  • Al pieno esercizio del diritto di tutti i popoli all’autodeterminazione, specialmente dei popoli coloniali o sottomessi ad altre forme di dominazione e di occupazione straniera, consacrato dalla Carta delle Nazioni Unite ed enunciato nei Patti internazionali relativi ai diritti dell’uomo così come nella Dichiarazione sulla concessione dell’indipendenza ai paesi e ai popoli coloniali che compare nella risoluzione 1514 (XV) dell’Assemblea generale in data 14 dicembre 1960.

Articolo 4

L’educazione a tutti i livelli è uno dei principali mezzi per edificare una cultura di pace. In questo contesto, l’educazione nel settore dei diritti dell’uomo riveste un’importanza particolare.

Articolo 5

I governi hanno un ruolo essenziale per ciò che riguarda la promozione ed il rafforzamento di una cultura di pace.

Articolo 6

La società civile deve impegnarsi risolutamente per promuovere una cultura di pace.

Articolo 7

I mass-media, grazie al ruolo che essi hanno nell’educazione e nell’informazione, contribuiscono a promuovere una cultura di pace.

Articolo 8

I genitori, gli insegnanti, gli uomini politici, i giornalisti, le organizzazioni ed i gruppi religiosi, gli intellettuali, le persone che esercitano una attività scientifica, filosofica, creativa ed artistica, gli operatori nei servizi sanitari o nelle organizzazioni umanitarie, gli assistenti sociali, le persone che hanno delle responsabilità a diversi livelli così come le organizzazioni non governative hanno un ruolo primario da giocare per ciò che riguarda la promozione di una cultura di pace.

Articolo 9

L’Organizzazione delle Nazioni Unite deve continuare a giocare un ruolo decisivo per ciò che riguarda la promozione e il rafforzamento di una cultura di pace nel mondo intero.

 

B

PROGRAMMA D’AZIONE PER UNA CULTURA DI PACE

L’Assemblea Generale,
Con lo spirito
della Dichiarazione su una cultura di pace adottata il 13 settembre 1999,
Ricordando
la sua risoluzione 52/15 del 20 novembre 1997 che ha proclamato l’anno 2000 "Anno internazionale della cultura della pace" e la sua risoluzione 53/25 del 10 novembre 1998 che ha proclamato il periodo 2001-2010 "Decennio internazionale della promozione di una cultura della nonviolenza e della pace a beneficio dei bambini del mondo", adotta il seguente Programma d’azione per una cultura di pace:

 Scopi, strategie e attori principali

  • Il Programma d’azione deve servire di base per l’Anno internazionale per una cultura di pace e per il Decennio internazionale della promozione di una cultura della nonviolenza e della pace a beneficio dei bambini del mondo.

  • Gli Stati Membri sono incoraggiati a prendere dei provvedimenti per promuovere una cultura di pace a livello nazionale, a livello regionale e a livello internazionale

  • La società civile deve partecipare a livello locale, regionale e nazionale per ampliare la portata delle attività al riguardo di una cultura di pace.

  • Il sistema delle Nazioni Unite deve aumentare i suoi sforzi in corso per promuovere una cultura di pace.

  • L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura deve continuare ad avere un ruolo importante nella promozione di una cultura di pace e ad apportare dei contributi maggiori a questa impresa.

  • I partenariati tra i differenti attori individuati dalla Dichiarazione devono essere incoraggiati e rinforzati per un movimento mondiale in favore di una cultura di pace.

  • Una cultura di pace potrà essere favorita da una condivisione dell’informazione tra gli attori al riguardo delle loro iniziative su questo argomento.

  • L’applicazione efficace del Programma d’azione richiede la mobilitazione di risorse, ivi comprese le risorse finanziarie, grazie ai governi, alle organizzazioni, e agli individui interessati.

Rinforzare le attività di tutti gli attori a livello nazionale, regionale e internazionale; [a tale scopo le] Iniziative per rafforzare una cultura di pace per mezzo dell’educazione [saranno]:

  • Rilanciare gli sforzi nazionale e la cooperazione internazionale per promuovere gli scopi dell’educazione per tutti al fine di realizzare lo sviluppo umano, sociale ed economico e per promuovere una cultura di pace;

  • Fare in modo che i bambini ricevano, fin dalla più tenera età, una educazione al riguardo dei valori, delle attitudini, dei comportamenti e dei modi di vita che debbano loro permettere di risolvere le controversie in maniera pacifica e in uno spirito di rispetto della dignità umana e di tolleranza e di non discriminazione;

  • Far partecipare i bambini ad attività che instilleranno loro i valori e gli scopi di una cultura di pace;

  • Assicurare l’eguaglianza dell’accesso all’educazione per le donne, specialmente per le ragazze;

  • Incoraggiare la revisione dei programmi di insegnamento, ivi compresi i manuali, nello spirito della Dichiarazione e del Quadro d’azione integrato riguardante l’educazione alla pace, ai diritti dell’uomo e alla democrazia del 1995; dovendo fornire l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione,la scienza e la cultura , su domanda, una cooperazione tecnica a questo riguardo;

  • Incoraggiare e rinforzare gli sforzi fatti dagli attori, individuati dalla Dichiarazione, in particolare l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, al fine di sviluppare dei valori e dei saper fare che favoriscano una cultura di pace, ivi comprese l’educazione e la formazione alla promozione del dialogo e alla ricerca del consenso;

  • Rafforzare gli sforzi che già fanno le organizzazioni competenti delle Nazioni Unite in materia di formazione e di educazione, secondo i bisogni, nei settori della prevenzione dei conflitti e della gestione delle crisi, della risoluzione pacifica delle controversie e del consolidamento della pace dopo i conflitti;

  • Ampliare le iniziative in favore di una cultura di pace attuate dalle istituzioni di insegnamento superiore nelle diverse regioni del mondo, ivi comprese l’ Università delle Nazioni Unite, l’Università per la pace ed il progetto di gemellaggio delle università e il programma dei quaderni dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura.

[…]

Iniziative per sostenere la comunicazione partecipativa e la libera circolazione dell’informazione e delle conoscenze [saranno]:

  • Sostenere il ruolo importante dei mas-media nella promozione di una cultura di pace;

  • Garantire la libertà di stampa e la libertà dell’ informazione e della comunicazione;

  • Utilizzare efficacemente i mass-media per le attività di promozione e di diffusione dell’informazione su una cultura di pace, con la partecipazione, nei modi opportuni, dell’Organizzazione delle Nazioni Unite e dei meccanismi regionali, nazionali e locali pertinenti;

  • Promuovere una comunicazione di massa che permetta alle comunità di esprimere i loro bisogni e di partecipare alle decisioni

  • Prendere delle misure riguardo al problema della violenze nei mass-media, ivi comprese le nuove tecnologie di comunicazione, ed in particolare Internet;

  • Rafforzare le azioni condotte per promuovere la condivisione dell’informazione sulle nuove tecnologie di comunicazione, ivi compresa Internet

Iniziative per promuovere la pace e la sicurezza internazionali [saranno]:
  • Promuovere il disarmo generale e completo sotto uno stretto ed effettivo controllo internazionale, tenendo conto delle priorità stabilite dall’Organizzazione delle Nazioni Unite nell’ambito del disarmo;

  • Ispirarsi, secondo quanto conviene, agli insegnamenti che vanno nel senso di una cultura di pace tratti dalle attività di "riconversione militare" realizzate in alcuni paesi;

  • Sottolineare l’inammissibilità delle acquisizioni di territori per mezzo della guerra e la necessità di operare in favore di una pace giusta e durevole in tutte le regioni del mondo;

  • Incoraggiare le iniziative di fiducia e gli sforzi per la negoziazione della risoluzione pacifica delle controversie;

  • Prendere delle misure per eliminare la produzione ed il traffico illecito di armi leggere;

  • Sostenere le iniziative, a livello nazionale, regionale e internazionale, volte a rimediare ai problemi che sorgono dopo i conflitti, come la smobilitazione, il reinserimento degli ex combattenti nella società, il problema dei rifugiati e dei profughi, i programmi di raccolta degli armamenti, lo scambio di informazioni e il rafforzamento della fiducia;

  • Scoraggiare l’adozione di misure unilaterali ed astenersi dal prendere misure, contrarie al diritto internazionale ed alla Carta delle Nazioni Unite, che nuocciono alla piena realizzazione dello sviluppo economico e sociale della popolazione dei paesi coinvolti, in particolare delle donne e dei bambini, portano danni al loro benessere, creano degli ostacoli alla piena realizzazione dei diritti dell’uomo, ivi compreso il diritto di tutte le persone ad un livello di vita che permetta di assicurare la sua salute ed il suo benessere, così come il diritto all’alimentazione, alle cure mediche ed ai servizi sociali necessari, riaffermando che l’alimentazione e la salute non devono essere utilizzate come mezzi di pressione politica;

  • Astenersi da tutte le forme di coercizione militare, politica, economica o di altro tipo, contrarie al diritto internazionale ed alla Carta e dirette contro l’indipendenza politica o l’integrità territoriale di uno Stato;

  • Raccomandare che sia debitamente presa in considerazione la questione dell’impatto umanitario delle sanzioni, in particolare sulle donne e sui bambini, al fine di limitarne le conseguenze umanitarie;

  • Promuovere una più grande partecipazione delle donne alla prevenzione e alla risoluzione dei conflitti e, in particolare, alle attività che favoriscono una cultura di pace dopo il conflitto;

  • Promuovere, nelle situazioni di conflitto, delle iniziative come le giornate di tranquillità per procedere alle campagne di vaccinazione e di distribuzione dei medicamenti, i corridoi di pace per assicurare l’inoltro delle forniture umanitarie e i santuari di pace per rispettare il ruolo centrale delle strutture sanitarie e mediche come gli ospedali e i dispensari;

  • Incoraggiare la formazione alle tecniche di comprensione, di prevenzione e di risoluzione dei conflitti in favore del personale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, delle organizzazioni regionali competenti così come degli Stati Membri, su loro domanda, secondo quanto conviene.


Sintesi della Dichiarazione adottata dall’Assemblea generale nella sessione plenaria n. 107 del 13 settembre 1999.



http://www.onuitalia.it/



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