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Arte
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Grafica e disegno

Cina - La simbologia dei colori



Lingua: Italiana
Destinatari: Alunni scuola media inferiore, Alunni scuola elementare, Formazione permanente
Tipologia: Materiale di studio
Abstract: La simbologia dei colori

 Testo di MARIA OMODEO


Colore in cinese si dice sè, o yánsè. Il carattere sè pare che in origine fosse un pittogramma che rappresentava un uomo con un sigillo (timbro in pietra intagliata) in mano. Così come lo stampo riproduce il sigillo, altrettanto il colore del viso manifesta le passioni, i sentimenti, come vedremo parlando della simbologia attribuita al trucco facciale (che potremmo chiamare maschera, dato che cancella completamente i tratti originali del volto) degli attori dell'opera.
Il carattere sè unito a diàn che significa sedimento, deposito, dà il significato di "cremisi", il colore rosso dei terreni ferrosi o delle risaie, dove l'acqua al tramonto si tinge di rosso.
Unito a zhí, "carta", dà "carta colorata", impiegata per scritte augurali da bruciare durante i riti religiosi e nelle offerte alle divinità e ai morti. Nella tradizione cinese esistono cinque colori-simbolo principali, collegati ai cinque elementi naturali (terra, acqua, fuoco, legno, metallo), alle stagioni, ai punti cardinali (a cui in Cina si aggiunge "il centro"), ai gusti (piccante, dolce, amaro, agro, salato), ai periodi del calendario...

Qing il primo dei cinque colori, è il colore di un tipo di giada che varia dal verdino-azzurro-grigio, addirittura al nero ed è abbinato alla primavera, al legno, all'est, al gusto acido.
Il pittogramma originale da cui deriva l'attuale carattere pare che indicasse i germogli che stanno crescendo: il colore delle puntine appena nate. E' il colore della natura e del mare, delle montagne viste in lontananza, a seconda dei casi. E anche per questo che è traducibile in tanti modi: azzurro, blu, verde, glauco, verdastro, blu scuro, blu acciaio, blu marino bluastro, nero, grigio...

Da qui si può dedurre che anche la definizione dei colori è diversa a seconda delle culture: come per un popolo che non conosce la senape non dà senso il termine "color senape", o per un non cinese non dà senso dire "giallo terra", altrettanto sembra assurdo ad un italiano un colore che è tanti colori come nel caso di qing.

A seconda delle parole (caratteri) con cui è abbinato, qing cambia ancora significato:
Unito alla parola "colletti", dà il significato di "colletti blu", portati anticamente dai diplomatici di primo grado, e quindi per estensione indica i letterati. Infatti nell'opera cinese i costumi dei funzionari-letterati di solito sono blu o viola.
Unito alla parola "abito", dà il significato di "abiti neri", e per estensione "i servitori", "la gente del popolo" che li indossavano. Nel teatro questo binomio indica invece le "donne virtuose".
Unito alla parola "drago", dà il significato di "drago verde", un animale di buon augurio secondo la tradizione cinese.

Una leggenda, rappresentata anche nell'Opera di Pechino, racconta l'amore contrastato di Serpente Bianco con un giovane letterato. La Dama Bianca, così si chiama la bellissima ragazza che ha lasciato l'aspetto di serpente per amore, ha una damigella il cui nome è... Serpente azzurro-verde (cioè qing).

qing + rame = bronzo (che spesso è coperto da una patina verde)

qing + pesce = carpa nera

qing + nuvola = alta posizione (come una nuvola bianca nel cielo azzurro)

qing + cielo = cielo terso

Qing era inoltre il colore ufficiale della dinastia Ming (1368-1644), quella dei famosi vasi bianchi e azzurri... ma questa è un'altra storia.

Chì, rosso cinabro, non molto scuro, abbinato all'estate, al fuoco, al sud, al gusto amaro. E’ il colore dell'incarnato delle guance ed ha il significato anche di sincero, cordiale, senza infingimenti, fedele.
Il pittogramma originario probabilmente indicava un uomo accanto al fuoco: il fuoco è rosso, il volto dell'uomo lo diventa per il caldo.
E’ il colore dell'abito e del velo che copre il volto della sposa, delle bustine di carta con il denaro per i regali augurali e per le offerte sacre, dei vestiti che i bambini indossano a capodanno (del resto è il colore anche del Natale occidentale), è il colore di una delle otto bandiere dell'antico esercito imperiale....
Il modo di dire "ha i piedi legati dalla corda rossa", sta a significare che una persona sta per unirsi in matrimonio - il cui colore, come abbiamo visto, è il rosso.
Durante le funzioni imperiali, l'imperatore indossava paramenti di colore diverso a seconda dei destinatari della cerimonia: per onorare, ringraziare, supplicare il Cielo, il colore dei vestiti era azzurro, per la Terra era giallo, per la Luna bianco e per il Sole era rosso.
Nel teatro il trucco facciale rosso indica spesso persona sacra. Il colore dei costumi dell'opera è pure legato a ruoli stabiliti, come abbiamo visto, e a vestire di rosso sono le persone di alto rango e i nobili, se la loro maschera è rossa, ciò significa che sono leali, coraggiosi, sinceri, determinati, che godono di buona fortuna, di felicità...

chì + cuore = sincerità, lealtà

chì + via = equatore (la via rossa) chì + piede = piede scalzo, nudo. Per estensione indica anche i paramedici, o "medici a piedi scalzi" che vanno nelle campagne ad aiutare i contadini dei villaggi più sperduti

chì + bambino neonato (la cui nudità è totale) chì + terraglia terracotta (per il colore dell'argilla dopo la cottura)

chì + abito = costume rosso dei criminali e per estensione significa anche "criminali", "condannati".

Un altro modo per dire rosso (porpora, scarlatto, cremisi) è hóng, che vuol dire anche "giovane"

hong + fortuna = buona fortuna

hóng + evento = festa, nozze.

hóng + bandiera = bandiera rossa del comunismo.

Huáng, vuol dire giallo ocra, è abbinato alla terra (il fertile loess giallo depositato per millenni dal Fiume Giallo, sul quale è fiorita la civiltà cinese) ed infatti - non a caso - è allineato al centro, al gusto dolce, a nessuna stagione.
E’ il colore del principio femminile nella filosofia e nella medicina cinesi e forse per questo il pittogramma originale pare che simboleggiasse un uomo con la torcia accesa e la terra, cioè il giallo della fiamma e quello del terreno di loess. E’ un colore caldo, luminoso, una forza vitale.
Libro "giallo "equivale al nostro libro a "luci rosse", cioè al termine "pornografico". Una volta, traducevo a una delegazione politica, parallelamente ad un interprete cinese che traduceva in cinese. Un politico italiano, al momento dei saluti disse: " il viaggio è lungo, portatevi qualche libro giallo" e l'interprete cinese imbarazzatissimo: "ma sono sposati, hanno figli ...”
Il giallo del sole e della terra, sotto la dinastia Qing (1644-1911, l'ultima, quella mancese dell'ultimo imperatore Pu Yi) divenne il colore riservato alla famiglia imperiale, rappresenta il "figlio del cielo", cioè l'imperatore che, per la tradizione cinese è il responsabile della fertilità e dell'aridità della terra. Chi ha visto il film di Bertolucci “L'ultimo imperatore”, ricorderà come l'imperatore bambino si arrabbi con il cuginetto che ha osato indossare un capo d'abbigliamento giallo-oro e come questi si difenda dicendo che l'impero non esiste più.
Anche nel teatro i membri della famiglia imperiale vestono di giallo, mentre nelle maschere teatrali il giallo indica l'impetuosità e l'audacia temeraria.
Il primo imperatore cinese, figura leggendaria a cui si attribuisce la fondazione dell'impero ed antenato del taoismo (pensiero filosofico divenuto anche una religione), considerato molto positivo dalla tradizione popolare, si chiamava Huangdi, cioè “Imperatore Giallo". Già in epoche remote, prima degli abiti giallo-oro e dei tetti giallo-oro del palazzo imperiale dell'ultima dinastia, il giallo indicava quindi la famiglia imperiale, anche se poi molte dinastie hanno avuto colori emblematici diversi.
Per indicare che una cosa è estremamente rara, si dice "il Fiume Giallo diventa limpido", cioè è quasi impossibile che l'acqua del Fiume Giallo che da sempre porta il loess si rischiari.

Bái, vuol dire bianco, è abbinato all'autunno, al metallo, all'ovest, al gusto agro.
Bái vuol dire anche puro, senza macchia, innocente, irreprensibile, franco, aperto... parrebbe insomma un colore con una simbologia analoga a quella italiana. Invece è anche il colore del lutto, della morte: solo le spose che vogliono imitare la moda occidentale osano indossarlo nel giorno del loro matrimonio al posto del tradizionale rosso e del rosa shocking.
Nell'opera, la maschera bianca per i personaggi maschili indica astuzia e tradimento, perfino licenziosità, c'è un personaggio che si chiama proprio “Faccia Bianca”.
Nel romanzo “Pellegrinaggio ad occidente” del secolo XVI, che narra le peripezie del Dio Scimmiotto Sun Wu Kong, re delle scimmie, questi sconfigge per ben tre volte "Scheletro bianco", una strega che tentava di ingannare il monaco buddista amico del protagonista.
Per indicare uno sguardo freddo, sdegnoso, si dice "occhi bianchi" e forse per questo ancora oggi i dèmoni dei templi hanno occhi tondi tondi con molto bianco e piccola iride. Anche nei cartoni animati giapponesi gli arrabbiati e a volte i cattivi hanno quegli occhi tondi che tanto ricordano quelli degli occidentali. Agli occidentali sembra enigmatico ed un po' spaventoso lo sguardo orientale, ed agli orientali fa paura lo sguardo diretto e "aggressivo" degli occidentali. (Ma quando ci si conosce la paura svanisce)

Il pittogramma originale di bianco rappresentava un raggio di sole, e del resto il carattere che significa "chiaro" è composto da sole + luna, le due cose più chiare, luminose, bianche, che esistano in natura.
Per dire che uno non sa distinguere il bene dal male si dice che "non sa distinguere il bianco dal nero" e per dire che si vede nettamente che cosa è bene e che cosa è male, chi ha ragione e chi torto, si dice il bianco e il nero si dividono chiaramente" (báihei fen míng). Almeno nei proverbi la simbologia italiana e cinese si avvicinano, ma come avrebbe detto Mao Zedong, "senza contraddizione non c'è vita" e così nel simbolo della filosofia taoista nella metà bianca del cerchio c'è un po' di nero e nella metà nera c'è un po' di bianco... in ogni verità è insito il dubbio che ci sia una verità contrapposta.

Hei vuol dire nero, è abbinato all'inverno, all'acqua, al nord, al gusto salato.

Nelle capanne, quando si accendeva il fuoco, il fumo usciva da un'apertura sopra il focolare. Il pittogramma originario rappresentante una finestrina annerita dalla fuliggine portata su dal fumo, per estensione indicava il colore nero.

Anche l'inchiostro di china - o, meglio, di Cina - è composto da fuliggine unita ad altri prodotti, indurita in forma di bastoncini. Questi, sfregati su pietre particolari, si sciolgono con l'acqua e formano l'inchiostro nero usato per scrivere i caratteri e nella pittura. Il carattere di nero posto sopra a quello della terra formano un nuovo carattere che rappresenta anche graficamente una polvere nera, cioè proprio 'l’inchiostro".
Nell'Opera cinese i membri degli strati più umili vestono di nero e la maschera nera indica persone con senso di giustizia.
Per indicare qualcosa di segreto, di clandestino, di contrabbando, di irregolare... si dice "nero", come in italiano "lavoro nero", eppure "il paese delle nere tenebre piacevoli" è il sonno!

hei + tavola lavagna

hei + cuore persona malvagia ed insensibile (qui la simbologia italiana e quella cinese sono uguali)

hei + locanda = taverna di infimo ordine, frequentata da gente di cattiva fama e - in passato - gestita da briganti

Il modo di dire heidào rìzi (letteralmente "data della via (o tao) nera", indica un giorno nefasto.

E gli altri colori?

Vediamoli rapidamente:

Verde (lù). Sotto la dinastia Qin (l'ultima, quella mancese di cui abbiamo parlato sopra), le truppe militari sotto le bandiere verdi erano quelle reclutate fra i cinesi di razza han, cioè del gruppo etnico più numeroso, e non fra i mancesi.

"Uomo vestito di verde" = fattore

"Ospiti delle verdi foreste" = briganti (non fa pensare a Robin Hood?)

Il fogliame verde dà l'ombra" = modo di dire che indica una donna madre di molti figli.

Rosa (fenhong). Nelle maschere del teatro le sfumature rosa indicano animo fedele e buono.

Grigio [hui]. Nella parte inferiore del carattere c'è la rappresentazione grafica del fuoco (confronta con il carattere di "nero").

Marrone [zong]. Nella parte sinistra del carattere c'è la rappresentazione grafica dell'albero-legno, che normalmente è proprio di colore marrone.

Blu [lan] e azzurro [qianlan]

L'importanza delle sfumature cromatiche che danno il senso della profondità nei paesaggi cinesi e che creano il contrasto fra la figura e lo sfondo, risulta evidente a chiunque contempli un quadro cinese. Ma la simbologia attribuita ai colori dai cinesi risulta ancora più evidente quando si guarda un film cinese, come "Lanterne rosse ",  “Terra gialla” e "Ju Dou'' (quest'ultimo ambientato proprio in una tintoria) del regista Jiang Yimou.



Una proposta di attività didattica

Collegandosi al tema della simbologia dei colori, si possono far costruire ai ragazzini maschere per carnevale, ad esempio ispirate all'opera cinese, in cartone o gesso da dipingere.

Si può inoltre proporre una ricerca sui costumi tradizionali, rilevando a partire dai colori il ruolo dei vari personaggi.



http://fc.retecivica.milano.it/rcmweb/cdsweb/EducazioneContinua/Archivio/ColoridelleCulture/Cultura%20Cinese/02D6EC84-000F4A4A-02EFE46C


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