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Gli italiani? Ora falsi e servili non sanno più rispondere "no" Studio della rivista Riza: in 6 casi su 10 si è incapaci di far valere le proprie ragioni. Ed è la vendetta a muovere la ribellione.

Lingua: Italiana
Destinatari: Alunni scuola media inferiore, Formazione permanente, Insegnanti
Tipologia: Materiale di studio
Abstract:

Studio della rivista Riza: in 6 casi su 10 si è incapaci di far valere le proprie ragioni. Ed è la vendetta a muovere la ribellione

Gli italiani? Ora falsi e servili
non sanno più rispondere "no"

<B>Gli italiani? Ora falsi e servili<br>non sanno più rispondere "no"</B>

ROMA - Non sappiamo più dire no, oppure diciamo troppi sì, che è più o meno lo stesso perché così facendo gli italiani si stanno trasformando in un popolo di zerbini. Secondo un'indagine della rivista Riza psicosomatica siamo pronti a soddisfare qualunque richiesta: del capo, del fidanzato o fidanzata capricciosi, del vicino invadente. E quando ci ribelliamo non lo facciamo per riaffermare i nostri diritti o le nostre esigenze, ma spinti da un insano desiderio di vendetta.

Tremendo davvero questo italiano tipo che esce dalla ricerca, condotta su oltre 1.000 italiani, maschi e
femmine, di età compresa tra i 25 e i 65 anni. Lo studio tendeva a verificare la capacità di dire di no. E quel che ne è venuto fuori è la descrizione di un popolo che, in 6 casi su 10, un po' per mancanza di coraggio, un po' per viltà e paura del giudizio altrui, si piega ad essere servile e falso.

Secondo l'indagine commissionata da Riza, il 21% degli italiani riesce nell'impresa di dire "no" solo "ogni tanto", mentre sono pochissimi quelli che ripetono la performance "spesso" (11%) e ancor meno quelli che ci riescono ogni volta che lo ritengono opportuno (8%).

A spingere a non contrariare il richiedente il desiderio di una vita tranquilla, senza alcun tipo di polemica o contrasto. Infatti ben un italiano su tre (31%) diventa uno yes-man per non fare inutili discussioni, uno su quattro (24%) per pigrizia, il 18% per vergogna. E mentre l'11% degli intervistati è letteralmente terrorizzato dal giudizio altrui, il 9% ha sempre più paura di apparire scortese o maleducato.

Gli esperti leggono questi risultati in chiave problematica: questa tendenza, secondo loro, rischia di generare un vero e proprio "addomesticamento dell'anima". Per un italiano su tre (29%) infatti dire di sì anche quando non si vorrebbe genera grande frustrazione, un quarto degli intervistati (23%) si sente sempre più vile mentre il 21% addirittura falso. Non solo: il popolo degli yes-man finisce per essere affetto da un profondo senso di servilismo (11%) e rassegnazione (9%).

Per dare coraggio e orgoglio all'esercito di "yes-man" ci vuole una situazione estrema. Un italiano su tre (31%) dice di no soltanto quando si trova con le spalle al muro, uno su quattro (24%) lo fa solo per il piacere della vendetta, il 9% quando lo ritiene davvero indispensabile, mentre il 17% trova il coraggio soltanto quando ha la possibilità di commettere qualche piccola perfidia e levarsi un sassolino dalla scarpa.

In questi casi, secondo lo studio di Riza, per la maggior parte degli italiani prevale una sensazione di liberazione (56%), una strana eccitazione (47%) e una straordinaria rilassatezza (21%). Ma non sempre dire di no rende le persone più felici. Il 29% degli intervistati infatti ammette di sentirsi colpevole mentre il 13% addirittura triste e sconsolato.

Sulla base dei dati raccolti, gli esperti di Riza hanno elaborato sei profili psicologici. C'è "il predestinato", cioè colui per il quale dire di sì non è solo un'abitudine ma un tratto distintivo della sua esistenza. Vive la situazione con accondiscendenza totale senza ripensamenti. Il secondo "tipo" psicologico è "il vile", debole coi forti e forte coi deboli, che sfoga la sua aggressività repressa all'interno della sua famiglia. Moglie, figli e persino animali domestici diventano le sue vittime.

"Il calcolatore" è colui che non dice sì spontaneamente, ma studia la situazione nei minimi dettagli per ottenere ogni beneficio possibile. Servile fino all'inverosimile al lavoro come a casa. "Monaca di clausura" può essere sia una donna, sia un uomo, rientra nel profilo colui o colei che si sposa: il matrimonio cambia la vita, perciò libertà e spirito ribelle fino all'altare, desolazione totale poi. E quando arrivano i figli, il "no" diventa un ricordo.

Infine ecco "il pacifista": per lui la vita deve procedere calma, serena e senza alcun tipo di complicazione. Dice di sì in maniera incondizionata per evitare qualsiasi diverbio. Tutti hanno una cosa in comune: alla fine "scoppiano" e quando dicono quel raro "no" non è detto lo facciano a proposito.

(3 settembre 2006)




http://www.repubblica.it/2006/09/sezioni/scienza_e_tecnologia/yes-man/yes-man/yes-man.html


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