L'approssimarsi di questa guerra all'Iraq ci fa intravedere con ancora più chiarezza la follia collettiva che ci imprigiona tutti.
Questa riflessione nasce dall'esperienza di dolore che abbiamo incontrato nella nostra vita: i volti delle vittime. Ma in questo "grido" abbiamo accolto il lamento-grido di Dio, trafitto dal dolore umano.
Troppe persone nel mondo soffrono innocentemente. In profonda empatia con tutte le vittime innocenti, ma anche con coloro che hanno donato la vita o la donano per un mondo più vivibile, non possiamo tacere! Milioni di vittime esigono che gridiamo.
E lo facciamo a nome della nostra fede in Cristo Gesù, il crocifisso, trafitto dai chiodi dell'imperialismo romano, quel Gesù che è venuto perché avessimo la "VITA" e l'avessimo in abbondanza.
Chiamati nella sua risurrezione ad essere creature nuove, a far nascere un mondo nuovo, siamo coscienti che il male presente nel mondo sembra un Moloch invincibile, una macchina da guerra che schiaccia ed opprime. Le radici profonde di questo male nascono dallo svilimento della persona. Noi non siamo più volti, ma cose, ad immagine del grande idolo del denaro. (Siamo diventati idolatri!). È la mercificazione di ogni relazione umana. Ciò che era solo strumento diventa fine.
Questo ha portato sia alla distruzione delle persone come dei popoli. È la disumanizzazione dei singoli, ma anche di interi popoli. È la distruzione sistematica di culture, fedi, tradizioni... È l'omologazione alla cultura prevalente, materialista e pagana che uccide l'anima dei popoli. Questo materialismo idolatrico uccide anche il pianeta. È il super-sfruttamento della natura, è il disprezzo del creato trasformato in pattumiera.
C'è un'incombente minaccia sull'ecosistema che renderebbe invivibile il pianeta a future generazioni.
È una sfida gigantesca: si tratta di vita o di morte. Come credenti siamo convocati dalla storia a rispondere a questa crisi senza precedenti dove la vita stessa è minacciata.
Siamo chiamati a diventare agenti di giustizia senza la quale non ci può essere pace né rispetto del creato.
Non possiamo accettare un mondo così mal spartito dove il 20% consuma l'83% delle risorse e dove oltre un miliardo di uomini devono accontentarsi con meno di un dollaro al giorno. La conseguenza è morte per fame, per malattie, per aids...
I bisogni fondamentali umani sono diritti fondamentali, come ci insegna la Pacem in terris. Purtroppo dopo 40 anni da quel documento la realtà è peggiorata. Ma senza il rispetto di quei diritti fondamentali non ci potrà mai essere pace.
Sperimenteremo infatti la collera dei poveri: l'altra bomba atomica in arrivo.
Purtroppo questo sistema economico-finanziario che permette a pochi di avere quasi tutto a spese di molti morti di fame, è oggi protetto da armi così sofisticate e micidiali da far impallidire qualsiasi precedente impero. Anzi oggi le armi sono il propulsore dell'economia mondiale. Nel 2002-2003 Usa ed Europa investiranno in armi circa $ 750 miliardi. A questo bisogna aggiungere $ 60 miliardi per rinnovare le armi atomiche americane, $ 70 miliardi per la costruzione dello scudo spaziale e $ 100 miliardi per la guerra all'Iraq, la quale potrebbe costarci fino a $ 1900 miliardi. (Non dimentichiamo, in questo contesto, il ruolo dei servizi segreti e delle mafie!). Ecco perché le guerre diventano necessarie: siano esse "umanitarie" o "preventive". È la "guerra infinita" come logica conseguenza di questo sistema folle.
Per noi credenti, questo è un sistema di peccato, di morte, perché è un sistema che ammazza per fame, per guerra ed uccide il pianeta. Dobbiamo avere il coraggio di dire "NO" a questo sistema e di indicarne le vie alternative.
Dobbiamo dare "ragione della speranza che è in noi" tramite vite alternative alla militarizzata economia finanziaria che ci ingloba tutti. Ci viene richiesto di inventare dal basso strade nuove comunitarie in tutti i campi. Dobbiamo avere solo il coraggio del bene, della nonviolenza, dell'attenzione all'altro. Dobbiamo ricuperare il Dio della Vita, il Dio che ha un sogno per l'umanità (il primato della contemplazione!).
Il nostro vuole essere un messaggio di pace e di speranza. "Non abbiate paura!", ci ripete Gesù. Per il bene autentico di tutti, credenti e non, cristiani e non.
Si tratta di un momento grave per l'umanità, si tratta di vita o di morte. In questo oscuro scorcio di storia, dobbiamo essere testimoni credibili di vita. "La lotta per la pace è sempre una lotta per la vita", ha ricordato Giovanni Paolo II ai diplomatici quest'anno. In piedi, costruttori di pace!. |