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Ciò a cui realmente aspiravo era l'incompletezza


di Laleh Davoud



Mi chiamo Laleh ed ho un'età tenera, infelice, talvolta sarcastica. D'altronde ognuno ha l'età che si sente.  Sono nata in una famiglia numerosa, 6 fratelli e due gatti, in uno Stato che del gatto ha solo la forma e non l'astuzia. Il monte Damavand è la vetta della mia città e anche di una sorta di gerarchia sociale.

Vivevo lontano dal mare, e questo è stato l'impulso, il particolare rivoluzionante, diciamo la ciliegina che cambiato la mia vita. Perché io ho sempre cercato l'elemento umido, sono stata affascinata da Talete, dai naturalisti e spinta dall'odio verso tutto ciò che è secco, statico o semplicemente bianco. Tutto ciò, combinato all'amore per la pasta Barilla e l'acqua Levissima e ad una graziosa indole anti-europea (nulla è più attirante del disprezzo verso l'ignoto) mi ha spinto a indossare l'abito del colore che tanto odiavo e a trasferirmi in Italia, è stato un po' un rapporto qualità- prezzo.  
Ma questa è tutta una scusa, una poltiglia superficiale attaccata qui per caso perché alla base c'è qualcosa di molto più profondo.

Ero alla disperata ricerca dell'infelicità, tutto era perfetto: una famiglia unita e vivace culturalmente, degli amici fedeli, un lavoro appagante, una situazione politica che coronava finalmente la libertà in nome della religione islamica. Cosa desideravo di più? Ero cosi completa che non riuscivo a separare la ragione dai sentimenti, l'apparato respiratorio da quello digerente.

Ma ciò a cui realmente aspiravo era l'incompletezza, l'incomprensione, il senso di vuoto che ti fa sentire sazia come un bue.  La superficialità e l'approssimazione degli italiani, motti come " non fare oggi quello che potresti fare domani" è ciò che sognavo, e ci sono arrivata.

Sono riuscita ad amalgamare la cultura della completa spensieratezza orientale e quella dell'incompletezza, della spensieratezza mediterranea.  E' un successo incomparabile: un po' come riunire l'essere al non essere, la paglia al fieno, Roma a Cartagine. 
 


 

Laleh Davoud
Mediatrice culturale iraniana.


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