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ISTITUTO
COMPRENSIVO
GRUMELLO Del Monte
a.s. 2001 - 2002
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PROGETTO
PER L'ALFABETIZZAZIONE DI ALUNNI STRANIERI E NOMADI
E L'EDUCAZIONE INTERCULTURALE
Docente:
Emanuela Cerutti
" …Ove nella classe siano presenti alunni appartenenti a diversa etnia,
la programma- zione generale sarà integrata con progetti specifici,
che disegnino percorsi individualizzati di apprendimento, definiti sulla
base delle condizioni di partenza e degli obiettivi che si ritiene possano
essere conseguiti da ciascuno di quegli alunni…" (C.M. n.301/89)
Il massiccio fenomeno migratorio degli ultimi anni ha chiesto alla scuola
italiana di attrezzarsi per permettere l'inserimento ed il pieno coinvolgimento
degli alunni stranieri nella struttura e nelle attività didattiche.
Un intervento linguistico individualizzato, specie su bambini o ragazzi
di recente immigrazione o appartenenti a classi avanzate, è sicuramente
il primo passo per il raggiungimento dell'autonomia e della conseguente
miglior integrazione sociale.
D'altro lato, poiché "la scuola obbligatoria non può non avere come
obiettivo educativo una sempre più acuta sensibilità ai significati
di una società multiculturale" (c.s.), l'attenzione va posta anche su
interventi tesi alla valorizzazione delle diverse culture e alla mediazione
scuola-famiglia, laddove se ne valuti la necessità. Alla luce di queste
riflessioni e considerata l'alta percentuale di alunni stranieri presenti
nei 5 plessi del nostro Istituto Comprensivo "
si
richiede:
per
il prossimo anno scolastico
il distacco di un'insegnante per l'alfabetizzazione di base,
il potenziamento comunicativo
e l'acquisizione della "Lingua per studiare" di tali alunni.
Tale
insegnante, o facilitatore linguistico, è definibile attraverso le seguenti
funzioni:
*
è
la risorsa "esperta" /l'insegnante "specialista" della scuola:
- nell'insegnamento
dell'Italiano come L2 ai bambini/ragazzi stranieri;
-
nella consulenza/supporto agli insegnanti di classe per la programmazione
di IL2 e per il raccordo interculturale il tra la P.I. e il lavoro
di classe; risorsa che trova pertanto la sua collocazione all'interno
del team docente, con cui concorda le attività da proporre, le verifiche
e le valutazioni in itinere e finali;
*
è l'insegnante competente nella gestione del Laboratorio di IL2 (vedi
allegato), per la definizione dei livelli di accesso, la gestione dei
gruppi di livello, la programmazione didattica individualizzata; si
veda, a proposito, quanto sotto specificato;
*
grazie ad un orario flessibile e ad un monte ore stabilito su base annuale,
comprendente sia le ore di insegnamento, sia quelle di programmazione-consulenza,
rappresenta una risorsa aperta alle emergenze che si verificano in corso
d'anno e funzionale ai bisogni prioritari dei diversi plessi;
*
partecipa , con scadenze regolari e definite, agli incontri di programmazione
e verifica del team, ai colloqui con i genitori e con gli altri eventuali
operatori/ mediatori culturali,ai momenti di valutazione quadrimestrale;
*
mantiene inoltre un contatto ed un confronto regolare non solo con il
Dirigente scolastico, con gli Organi Collegiali competenti e con la
specifica Funzione Obiettivo, ma anche con il Gruppo di Coordinamento
che fa capo all'Ufficio Interventi Educativi del Provveditorato e con
lo Sportello Alunni Stranieri di zona, per garantire una buona circolazione
delle informazioni e delle possibili risposte ai problemi che di volta
in volta si presentano.
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Allegato
Il laboratorio di Italiano L2 per l'accoglienza linguistica delle alunne
e degli alunni stranieri
Motivazioni La
strutturazione a laboratorio di uno spazio definito segnala che la scuola:
·
riconosce la dimensione strutturale (e non più solo occasionale) della
presenza di alunni non parlanti la lingua italiana e si dota di strumenti
e risorse per una risposta programmata e non emergenziale del problema
dell'insegnamento dell'italiano come L2
·
prende in considerazione la specificità dei bisogni degli alunni stranieri
accogliendoli in un luogo nel quale è data l'opportunità di apprendere
l'italiano integrando le nuove competenze con quelle già possedute,
collegandole al proprio passato, alla propria storia personale e valorizzando
la cultura del paese di origine.
Finalità
La proposta del laboratorio linguistico, dove si svolgono le attività
di facilitazione e i percorsi specifici di apprendimento della lingua
italiana come L2, si inserisce dunque come una risposta specifica all'interno
di una proposta più generale di accoglienza e di integrazione delle
alunne e degli alunni stranieri nella scuola.Rappresenta
inoltre un impegno a prevenire e/o ridurre:
-
il rischio di insuccesso scolastico
- il
fenomeno del ritardo scolastico (inserimento in classe inferiore
- "se disposto soltanto a causa dell'insufficiente padronanza della
lingua italiana" C. M. 205/90)
-
il conseguimento di risultati "inferiori" rispetto a quelli della
classe degli alunni stranieri attraverso la predisposizione di un
luogo/di un progetto/di risorse specifiche ("percorsi individuali…
definiti sulla base delle condizioni di partenza e degli obiettivi
che si ritiene possano essere conseguiti da ciascuno di quegli alunni"
C. M. n. 301/89) per l'apprendimento della lingua: della lingua
per comunicare, utile nella fase iniziale, ma anche della lingua
per studiare, veicolo di ogni apprendimento disciplinare.
Il laboratorio
come luogo di apprendimento e di integrazione va considerato come un
luogo aperto:
- per
favorire il raccordo tra i percorsi individuali di apprendimento
e i percorsi di integrazione nel gruppo classe
-
per la realizzazione di attività di scambio interculturale che coinvolgono
l'intero gruppo-classe, a partire dalla dimensione "biografica"
dell'apprendimento della lingua italiana (percorsi su: il nome -
la casa - i cibi e le ricette - i giochi - le fiabe…)
- per
lo svolgimento di attività legate alla semplificazione dei testi,
alla comprensione della lingua delle discipline… destinate a gruppi
di alunni composti non solo da stranieri.
Organizzazione
e metodi Coerentemente ai principi sopra esposti, l'organizzazione del
laboratorio risponde a criteri pedagogici e didattici "integrativi"
in senso lato:
Con
il laboratorio si intende indicare un approccio non esclusivamente tecnicistico
all'apprendimento dell'italiano ma la costruzione di un luogo di accoglienza
nel quale gli alunni possano riconoscersi perché vi lasciano le tracce
visibili del loro cammino. Nel laboratorio si adotta un modello "integrato",
che prevede l' alternanza da un lato di specifici momenti strutturati
"interni" e, dall'altro, l' immersione linguistico - culturale nella
classe, realizzando quella che si ritiene la situazione più positiva
ed efficace ai fini dell'apprendimento e dell'acquisizione spontanea
della nuova lingua e dell'adattamento al nuovo mondo. Apprendimento
linguistico ed esperienze positive di inserimento sono direttamente
collegate; ovvero: non si crea motivazione all'apprendimento della nuova
lingua se non si è messi in condizione di vivere esperienze di socializzazione
nel gruppo-classe e,d'altronde, non si costruiscono rapporti e legami
con gli altri senza una buona lingua per comunicare; "… la socializzazione
tra alunni italiani e stranieri (anche attraverso le attività ludiche
e i linguaggi non verbali) è il presupposto per lo svolgimento di attività
interculturali comuni ed elemento di facilitazione per l'apprendimento
dell'italiano come lingua seconda da parte degli stranieri, in una situazione
di "piena immersione"" (C. M. n. 73/94) (situazione che il modello "classi
di accoglienza" o "classi separate" non renderebbe possibile!).
Caratteristiche
Il
Laboratorio viene organizzato ed arredato in maniera funzionale alle
proprie finalità, che si possono sintetizzare nei tre seguenti
livelli:
-
L’alfabetizzazione
di base
L’obiettivo
di questo primo livello è l’acquisizione di una padronanza
strumentale della lingua italiana, che permetta in breve tempo
il raggiungimento di una comunicazione "utile" ed "efficace",
anche se non ancora approfondita ; si cura come prioritaria
la competenza socio-pragmatica della lingua, nelle sue funzioni personale,
interpersonale, regolativo-strumentale, ponendo l’alunno in situazione
contestualizzata , ripetitiva e dialogata. Suoni e parole vengono
assimilati "passivamente" e riprodotti per imitazione, con
utilizzo prevalente del codice orale e supporto di tutti quegli elementi
che favoriscono e stimolano l’interazione:
a) i segni delle provenienze e delle identità culturali:il
laboratorio si attrezza con planisferi, carte geografiche, immagini,
fotografie di città e luoghi di origine, libri e scritte nelle
lingue materne. Viene reso visibile e quindi socialmente accettato
il legame con le proprie origini contribuendo a limitare quegli effetti
negativi sulla personalità che possono essere indotti da drastiche
cesure e rimozioni.
b) le tracce dei percorsi e delle storie personali:nel laboratorio
si raccolgono immagini, fotografie, storie e "autobiografie" relative
sia alla vita "prima" della venuta in Italia sia al viaggio di migrazione.
La narrazione della propria storia costituisce un ambito estremamente
significativo e spesso molto motivante anche per l'apprendimento dell'italiano.
c) gli strumenti del passaggio:si producono insieme agli alunni
scritte in italiano da apporre sugli oggetti, liste bilingui di parole,
cartelloni e alfabetieri da appendere al muro; si rendono facilmente
consultabili vocabolari, raccolte sistematiche di immagini come veri
e propri dizionari illustrati; si mettono a disposizione giochi linguistici
come la tombola, il gioco dell'oca, il domino; non mancano, naturalmente,
testi e schedari di italiano lingua seconda;
d) gli "angoli" strutturati o semistrutturati:si prevedono spazi
dove sia possibile svolgere giochi simbolici, importanti in particolare
per i bambini più piccoli, giochi di ruolo e attività
operative. Ad esempio l’angolo organizzato "a casetta" con mobili
e oggetti domestici consente lo svolgimento di numerosi giochi e di
relazioni in cui si utilizza la lingua italiana.Anche il teatrino
delle marionette facilita l'espressione e la comunicazione linguistica.
Un approccio operativo all'apprendimento della lingua italiana si
esplica realizzando attività costruttive e manipolative… Ovviamente
non tutto dovrà necessariamente essere concentrato in un solo
spazio. Molte attrezzature e sussidi sono collocati in luoghi diversi
della scuola la quale pertanto potrebbe essere considerata come un
laboratorio diffuso per gli alunni immigrati. È inoltre opportuno
che i segni delle provenienze e delle identità culturali siano
presenti in tutto l'edificio scolastico. Sono presenti e
funzionanti alcuni sussidi quali: registratore, videoregistratore,
macchine fotografiche istantanee, postazione per collegamento internet
ecc.
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2Il
potenziamento della capacità espressive e comunicativa
Nel secondo
livello l’obiettivo è costituito da un’approfondita padronanza
linguistica (comunicare bene), che permetta all’alunno di esprimersi
compiutamente e di inserirsi a pieno titolo nel nuovo codice comunicativo.Si
curano le funzioni referenziale e poetico-immaginativa della
lingua, attraverso cui l’alunno impara a "descrivere" la realtà
e a "reinterpretarla", acquisendo lessico e strutture più
vari e complessi.L’utilizzo più sistematico del codice scritto
permette di affinare la competenza linguistica nei suoi aspetti fonologico,
paralinguistico, grafemico, morfosintattico, lessicale, attraverso
giochi linguistici di vario tipo (sostituzione, ricostruzione, formulazione
di ipotesi, decodificazione…)
Altri
tipi di giochi ( simulazioni, giochi di ruolo…) permettono inoltre di
lavorare sulle cosiddette competenze extralinguistiche (cinesica,
prossemica, vestemica, oggettuale) che costituiscono una vera e propria
grammatica, culturalmente socialmente connotata. Non possiamo
dimenticare che la competenza comunicativa si realizza anche sullo sfondo
di alcuni valori culturali condivisi, che possono produrre incomprensioni
o non comprensioni quando ci si trova in ambito interculturale.
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3
L’apprendimento della lingua per studiare
Il terzo livello ha come obiettivo il saper fare lingua
e saperla utilizzare per agire sul contesto delle discipline di studio,
facendo perno sulla funzione metalinguistica necessaria per
riflettere sulla lingua e sulle sue applicazioni nel campo dei saperi.
Si
lavora per approfondire le diversità testuali, attraverso
l’analisi ed il riconoscimento dei documenti, la sintesi, la parafrasi:
si stimolano abilità fini, quali l’individuazione dei nuclei
informativi primari , la loro gerarchizzazione, la perifrasi, la consapevolezza
situazionale, la capacità di divergenza e ridondanza, l’anticipazione
dei passaggi successivi.
Si
pongono quindi le basi per l’acquisizione di un metodo di studio basato
sulla comprensione profonda del messaggio e non semplicemente sulla
sua memorizzazione, utilizzando tecniche di lettura animata, di semplificazione
testuale, di manipolazione verbale .
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Formazione
dei gruppi
Nella
formazione dei gruppi, per ogni singolo alunno vanno tenuti in considerazione
criteri quali:
-
l'età
-
la
scolarità precedente/la non scolarizzazione
-
la situazione linguistica: lingua madre parlata, scritta…
-
le
caratteristiche individuali: le emozioni in gioco legate all'esperienza
migratoria , le motivazioni all'apprendimento…
-
le risorse dell'alunno: riuscita scolastica , competenze e abilità
acquisite…
Secondo
le esperienze di questi anni si ritiene che bambine/i iscritti in
classe prima, anche non italofoni, possano svolgere il percorso di
alfabetizzazione di base all'interno del gruppo-classe,dando luogo
ad una situazione fortemente motivante; inoltre, con i necessari adattamenti
di metodo e di contenuto della programmazione generale, e' possibile
prevedere l'apertura del laboratorio linguistico a tutta la classe
.
La richiesta
di accesso al laboratorio avviene compilando una scheda di rilevazione
delle competenze comunicative osservate dagli insegnanti di classe
(a titolo di esempio vedi allegato 2); tale scheda, che non si configura
come test d'ingresso, ma come mappa essenziale dinamica utile ad impostare
gli interventi individualizzati, va presentata entro il primo mese
di scuola per gli alunni già frequentanti ed una volta definita la
classe di appartenenza per i nuovi arrivi.
Modelli/tempi
di interventi
A seconda
del livello di alfabetizzazione richiesto è possibile strutturare
l'intervento secondo diverse modalità.
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Modello intensivo: in alcuni periodi dell'anno, anche eventualmente
in orario per lui extrascolastico, l'alunno partecipa al laboratorio
per 2 ore giornaliere e per un periodo non inferiore alle 2 settimane:
si ritengono tali quote orarie idonee ed equilibrate al fine del raggiungimento
minimo delle competenze di base.
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Modello costante :
gli alunni, distribuiti per livello, frequentano il laboratorio in
orario scolastico per il medesimo numero di ore durante tutto l'anno
o per un periodo consistente, lasciando la classe di appartenenza
e/o inseriti in sottogruppi, orizzontali o verticali, che lavorano
su uno specifico progetto.
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Modello a scalare : gli alunni frequentano il laboratorio
per un numero di ore settimanali che si riduce progressivamente in
corrispondenza del progredire delle competenze linguistiche. Si va
da un impegno orario iniziale di 8-10 ore settimanali a 4/6 nella
fase più avanzata, in cui si comincia ad affrontare la lingua dello
studio.
I modelli
indicati non esauriscono le possibilità organizzative e possono combinarsi
tra loro, prevedendo una stretta collaborazione tra il docente specialista
e gli insegnanti di classe, nella consapevolezza che l'alunno straniero
tanto più celermente imparerà a parlare, leggere e scrivere l'italiano
quanto meglio si troverà inserito in un contesto di classe accogliente
e motivante, nel quale i momenti specifici a lui dedicati nel laboratorio
siano pienamente integrati con le altre attività scolastiche e di
classe.
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