20 giugno 2000 - Carta giubilare dei Diritti dei Profughi
Condividi questo articolo


Carta giubilare
dei Diritti dei Profughi


La Carta è stata prodotta da un gruppo di lavoro che ha cooperato alla preparazione del Giubileo dei Rifugiati,i cui membri erano rappresentanti dell'Ufficio per i Migranti della Conferenza Episcopale Italiana (MIGRANTES), del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati (JRS), della Delegazione italiana dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (ACNUR), del Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) e del Settore Rifugiati del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. Come tale, essa non è un documento ufficiale del Pontificio Consiglio, ma rappresenta una consenso di varie organizzazioni sui più importanti diritti dei rifugiati, che sono già riconosciuti in vari strumenti di diritto internazionale, e che hanno tuttavia bisogno di essere sottolineati nell'attuale momento storico.



Noi
rifugiati, sfollati, richiedenti asilo, operatori pastorali e umanitari, rappresentanti di governi e di organizzazioni internazionali, radunati a Roma per la celebrazione del Grande Giubileo dei Migrantie degli Itineranti;


Affermando l'importanza degli strumenti internazionali sui diritti umani e sullo status dei rifugiati e delle vittime di guerre e di violenza generalizzata;


Sollecitando la formulazione di simili strumenti internazionali a sostegno anche degli sfollati all'interno dei loro paesi;


Incoraggiati dalla celebrazione del Giubileo dei Rifugiati e dei Profughi e dal documento della Santa Sede, I rifugiati: una sfida alla solidarietà;


Convinti di quanto tale documento afferma: la "protezione non è una concessione che si fa al rifugiato: egli non è oggetto di assistenza, ma piuttosto un soggetto di diritti e doveri; ogni paese ha la responsabilità di far rispettare i diritti del rifugiato, tanto quanto quelli dei suoi cittadini" (n. 11); convinti altresì che la protezione non consiste nel limitarsi a fornire forme minime di sopravvivenza, ma nell'assicurare un ambiente sociale e culturale che rispetti la dignità e la libertà della persona umana come espresso negli strumenti internazionali, tra cui la Convenzione di Ginevra del 1951; 


Presentiamo questa CARTA GIUBILARE DEI DIRITTI DEI PROFUGHI, con la quale, sulla base della nostra fede religiosa e dei nostri principi umanitari, si ri-affermano i loro diritti, tra i quali:



  • Il diritto di non essere respinti alle frontiere del paese nel quale chiedono protezione, e di ricevere una giusta e tempestiva risposta alla domanda di essere riconsciuti rifugiati e di ottenere asilo;
  • Il diritto di essere ascoltati da un'autorità competente e ben disposta e di non subire trattamenti di detenzione durante l'esame della domanda di asilo;
  • Il diritto alla riservatezza delle informazioni fornite;
  • Il diritto di vivere dignitosamente e di ricevere gli aiuti necessari durante l'attesa della decisione sulla domanda d'asilo;
  • Il diritto di appellarsi in caso di decisione negativa circa il riconoscimento dello status di rifugiato e di risiedere nel territorio del paese di asilo per la durata del ricorso;
  • Il diritto dei paesi più poveri - sui quali grava l'accoglienza della maggior parte dei rifugiati del mondo - di essere sostenuti dai paesi più ricchi nel loro sforzo di adempiere agli impegni assunti con l'adesione alle convenzioni internazionali sui rifugiati;
  • Il diritto di avere una vita dignitosa nel paese di asilo fintanto che perdurano le condizioni di insicurezza nel paese di origine, partecipando attivamente alla vita sociale e produttiva del paese ospitante;
  • Il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione, incluso il diritto di ricevere un'adeguata assistenza religiosa dai ministri del proprio credo;           
  • Il diritto delle famiglie separate di conoscere il prima possibile ove si trovino i loro parenti dispersi e di mettersi in contatto con loro; nonché di essere riunite il più presto possibile e protette come nucleo fondamentale della società;
  • Il diritto delle donne rifugiate di ricevere un'attenzione speciale, che garantisca loro la protezione da qualsiasi forma di violenza, la tutela della maternità, l'accesso al reddito e quant'altro necessitino in considerazione della loro vulnerabilità e del ruolo che esse svolgono all'interno della famiglia e della comunità; 
  • Il diritto dei minori e degli anziani a una protezione particolare che tenga conto delle situazioni di maggiore vulnerabilità fisica, economica e psicologica;
  • Il diritto dei bambini e degli adolescenti all'educazione, all'assistenza medica e a un ambiente sicuro ove possano sviluppare creativamente le loro energie e le loro potenzialità; il diritto inoltre ad essere protetti da qualsiasi tipo di reclutamento militare e di coinvolgimento nei conflitti armati;
  • Il diritto dei rifugiati a un ritorno dignitoso e sicuro in patria, unitamente all'impegno della comunità internazionale a promuovere il rispetto dei diritti umani fondamentali nei paesi di origine, la soluzione delle questioni politiche, sociali, religiose e ambientali che impediscono il ritorno;
  • Il diritto degli sfollati all'interno dei propri paesi - il cui numero si stima in alcune decine di milioni - di essere protetti nei loro fondamentali diritti umani, e di tornare in sicurezza nelle proprie terre e nelle proprie case;
  • Il diritto degli apolidi a una patria e a una rapida e giusta definizione della loro situazione;
  • Il diritto a un'informazione corretta e obiettiva da parte dei mezzi di comunicazione, che non generi ingiuste criminalizzazioni o falsi allarmismi sugli avvenimenti e sulla situazione tanto nei paesi d'arrivo che in quelli d'origine.

Questa carta non pretende di essere esaustiva, ma intende porre di fronte al mondo le sfide più importanti che devono essere affrontate all'inizio del Terzo Millennio per la protezione e il benessere degli oltre 50.000.000 di persone costrette a vivere fuori della propria patria o degli abituali luoghi di residenza. 


Auspichiamo che la Comunità Internazionale si impegni anche a fermare quelle attività che per loro natura producono crisi di rifugiati.


Chiediamo che questa Carta venga diffusa in tutto il mondo e trovi attuazione pratica con l'aiuto e il sostegno di tutti gli uomini di buona volontà - responsabili politici, umanitari, religiosi - che si sentono chiamati a sanare questa "vergognosa piaga del nostro tempo" (Giovanni Paolo II, 25.06.1982).


Oratorio di San Francesco del Caravita, Roma, 1 Giugno 2000 


http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/migrants/documents/rc_pc_migrants_doc_20000601_refu_jub-charter_it.html


 



Condividi questo articolo

in Costruttori di ponti: I palestinesi ricordano quel lontano amico polaccoTiziano Terzani - Lettera dall'Himalaya. Che fare?Pace ad Oriente - Edward Said«Jambo!» Alex Zanotelli“Beati i profeti che non devono passare per la pancia della balena”.
ALEXANDER LANGER E DON TONINO BELLO
di Edi RabiniTonino Bello<IMG src=http://www.commondreams.org/headlines01/images/1004-02.jpg border=0> <br>Naomi Klein- <b>Chiara Castellani: </b>Brani scelti<b>Renato Kizito Sesana </b>Cos’è la pace? Un modo di essere o un’agenda di cose da fare? Senza troppe parole, discorsi e teoremi ci rispondono Samson e Bweupe.Dino Frisullo20 giugno 2000 - Carta giubilare dei Diritti dei ProfughiQuando il dialogo è vita vissuta - Annalena Tonelli, una vita dedicata al popolo somaloNella speranza che qualcuno mi ascolti - Edward W. SaidIl coraggio di un umanesimo di pace - APPELLO DI PACE  dei leader religiosi riunitisi a Lione il 13 settembre 2005  


Copyright © 2002-2011 DIDAweb - Tutti i diritti riservati