Nastradin
Vita e avventure di Nastradin Hoxha
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La figura di Nastradin incarna tutte le sfumature dell’innocenza e della follia, compresi l’istinto, l’originalità, la spensieratezza, l’inintelligibilità delle azioni, il distacco dalla parte razionale dell’essere che può condurlo sia verso il bene sia verso il male. Come viandante girovago, Nastradin simboleggia la ricerca di cambiamenti, il cammino evolutivo, la gioia di vivere, la sregolatezza e il sogno a occhi aperti. La scelta di buttarsi a capofitto in qualcosa di nuovo non è dettata dalla ragione, ma dall’istinto e dallo spirito che lo guida, ed è per questo che gli eventi della sua vita sono inattesi. In senso spirituale, può rappresentare il passaggio a un livello di consapevolezza superiore.

Nella copertina del libro, il sole rappresenta il sé superiore, in quanto fonte di luce, la scintilla divina che lo abita e anche la mente illuminata dallo spirito, che è capace di vivere nel mondo materiale mantenendo una prospettiva spirituale. Il sole, infatti, è anche simbolo di chiarezza nella comunicazione e trasparenza nel modo di vivere, e oltre a rappresentare positività, allegria, entusiasmo, gioia e ottimismo è la forza della luce che trionfa sulle avversità.

Il numero 0 (inserito dentro il sole) ha il significato numerologico di “moltiplicatore universale”: ogni numero, moltiplicato per zero, dà sempre come risultato zero e rappresenta dunque l’unità del tutto; ed essendo questo il primo di tutti i numeri, rappresenta anche un nuovo inizio.

Lo zucchetto (qeleshe, in albanese) è un copricapo bianco a forma di calotta emisferica in lana cotta, che serve per ripararsi dal freddo o coprire la calvizie. Bianco come la neve pura che copre le cime delle montagne da cui ha origine, il cappello è legato simbolicamente al pensiero, alle idee, alla visione del mondo di colui che lo indossa.
Lo zucchetto protegge simbolicamente Nastradin come una sorta di “mano di Dio” posata sul suo capo, affinché il protagonista rimanga sotto la protezione divina, ma capisca anche che non può andare al di là del cielo, avvertimento contro l’inutile brama di raggiungere Dio. L’uomo deve salire quel gradino spirituale rappresentato dalla luce solare, simbolo della più alta luce della coscienza divina, e può “scalare” il cielo solo con lo spirito: prima, però, deve giungere alla consapevolezza di sé tramite la conoscenza.

Nastradin impugna una rosa rossa che simboleggia la personalità psichica in maturazione, come la rosa che lentamente si apre alla luce. A questo fiore spuntarono le spine dopo la cacciata dal Paradiso terrestre, e ciò serve a ricordare all’uomo le perdute dolcezze dell’Eden e il peccato originale. Simbolo di fede, della bellezza della vita e dell’amore, rappresenta la transizione dallo stato profano allo stato sacro. Il fagotto che Nastradin impugna nell’altra mano raffigura le esperienze che si porta con sé.

Lo accompagna l’amico asino, che il nostro eroe monta al rovescio perché i due non riescono a trovare un accordo. Quintessenza della mitezza e dell’umiltà in contrapposizione all’aggressività e alla superbia dell’uomo, l’asino per i popoli indoeuropei è simbolo di regalità e saggezza (è a dorso d’asino che Gesù entra a Gerusalemme). Il mite animale rappresenta anche l’istinto ed è un elemento che lega Nastradin al mondo reale.

Sono l’elevata complessità delle relazioni e la nostra limitata capacità di interpretare la realtà e gli eventi a condurci in una dimensione in cui il caos è onnipresente. Attraverso l’esempio della sua vita, Nastradin cerca di illuminare il nostro cammino con umorismo.

Sdoppiato nei due ruoli di servo arguto e servo sciocco, a volte maestro, altre ottuso studente, genio e folle, profeta visionario e buffone, giudice e imputato, con le sue parole esalta lo spirito umano. Nastradin è allo stesso tempo inizio e fine, né l’uno né l’altro, un qualcosa che sta nel mezzo.

Tramite i suoi aneddoti ci insegna a:
• Essere spontanei e lasciarci andare.
• Ricominciare da capo e affrontare il problema con mente aperta.
• Lasciarci alle spalle il passato e abbandonare la logica per seguire l’intuizione.
• Non prenderci troppo sul serio, per agire di pancia fidandoci dell’istinto.
• Non curarci mai di quello che pensa la gente.
• Ritrovare l’innocenza e avere fiducia nel futuro, godendoci il momento presente.
• Seguire il sentiero del cuore per fare solo ciò che ci entusiasma.
• Accantonare le preoccupazioni.
• Essere fieri della nostra unicità, essere originali.
• Pensare in modo diverso dagli altri, accettando la nostra follia... nome:Gino cognome:Luka email:illyricus@tiscali.it

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