Punjab. Stupratori assolti, proteste in Pakistan
Condividi questo articolo



di Marina Forti:


Punjab. Stupratori assolti, proteste in Pakistan


Tratto da “il manifesto”, 8 marzo 2005



Centinaia di persone, donne e non solo, hanno manifestato ieri nella città di Multan, nella provincia del Punjab in Pakistan, per protestare contro una sentenza d'appello che ha revocato le condanne emesse due anni fa verso cinque uomini accusati di uno stupro collettivo. E alla testa di quella manifestazione c'era Mukhtaran Mai, la donna che di quel terribile fatto era stata la vittima: è stata lei a ringraziare i partecipanti, e a dire che quell'assoluzione l'ha scioccata: "Farò appello alla Corte suprema", ha annunciato. Ha anche detto di temere per la sua sicurezza, quando i suoi stupratori saranno scarcerati. Il caso di Mukhtaran Mai, maestra di scuola del villaggio di Meeranwala, nel Punjab meridionale, aveva suscitato grandissima indignazione. Era stata una catena di mostruosità: un ragazzo di 16 anni, fratello minore di Mukhtaran Mai, era stato accusato dagli uomini di un certo clan (famiglia allargata) di aver avuto una relazione illecita con una delle "loro" ragazze. I Mastoi hanno portato la loro accusa al consiglio di villaggio, panchayat. Risulterà poi che i fatti stavano altrimenti: il povero ragazzo, del clan Gujar, era stato attirato nei campi e violentato da uomini Mastoi. Ma loro sono il clan più potente del villaggio, mentre i Gujar sono una "casta" bassa, e i vecchi del panchayat non si sono preoccupati di accertare i fatti: hanno deliberato che i Mastoi avevano diritto a una "riparazione" e che la "colpa" del giovane Gijar sarebbe stata lavata violentando la sorella di lui. Lo stupro collettivo è avvenuto il 22 giugno del 2002, presenti i quattro uomini del clan Mastoi come "esecutori" della sentenza e due testimoni. Superfluo sottolineare il sottinteso disprezzo per l'individualità della donna, umiliata e viuolata per soddisfare l'idea di onore del clan.
La notizia di quella violenza era uscita solo quando l'Imam del villaggio ha deciso di rompere il silenzio, e in un sermone ha condannato lo stupro "contrario all'islam". È allora che la stampa pakistana si è messa al lavoro e la storia è emersa: suscitando grandissima indignazione, perché uno stupro sanzionato da una "sentenza" di anziani è inaccettabile da ogni punto di vista. Gruppi di donne si sono mobilitati, il governo ha dovuto aprire la sua inchiesta, la Commissione per i diritti umani in Pakistan (indipendente) ha segnalato che stupri e delitti "d'onore" sono diffusissimi. Le denunce si sono puntate su quei consigli di anziani di villaggio che emettono sentenze senza alcuna legittimità legale, basate su tradizioni feudali e non sulla legge: ma spesso rivestite di islam per dargli una legittimità, tanto che le autorità esitano ad andare contro i consigli di villaggio per paura di offendere i "sentimenti religiosi popolari".
Insomma, quando il caso di Mukhtaran Mai è arrivato in tribunale, nel settembre del 2002, i sei uomini coinvolti sono stati condannati a morte e i loro avvocati hanno accusato: la senzenza era stata "influenzata dai media e dalla pressione del governo". In effetti il governo, per rispondere all'indignazione pubblica, aveva offerto alla vittima una scorta e un risarcimento di 83.000 dollari - che lei ha poi usato per aprire delle scuole e buttarsi in un'opera di educazione popolare.
Giovedì scorso il tribunale d'appello ha mandato assolti cinque degli imputati e convertito la condanna a morte in ergastolo per il sesto - citando visi formali nel processo di primo grado. La nuova sentenza è stata accolta con commenti molto duri e le proteste di gruppi di donne. E Mukhtar Mai ha promesso che lotterà ancora: si è ribellata alla legge del clan, e intende andare avanti.



Condividi questo articolo

in La mediazione femminile: Vite vissute/ Vite rappresentate - Donne, migrazioni e tratta fra stereotipi e realtàCARTA MONDIALE DELLE DONNE PER L’UMANITA’Sul sesso dello Stato - La sfida della politica e della democrazia in Africa 
Fatou Sow (sociologa, Senegal)L'Africa filmata dalle donne di ELISABETH LEQUERETLa CEDAW - Convenzione per l'eliminazione di tutte le discriminazioni nei confronti delle donne e la  Conferenza di Beijing - Stefania ScarponiWeltliebe: amore del mondo <b><i>Perchè non si tratta solo di riconoscere di essere nati da una madre, ma di saperla amare</b></i> Chiara Zamboni a proposito di un libro di Andrea GünterI PROBLEMI CHE PONE L´EPOCA DEL MULTICULTURALISMO - Come accogliere le differenze - Luce IrigarayLa condizione della donna Sahraui - Tesi di laurea ROSSELLA MELOTTILa sposa bambina ottiene il divorzio e torna a scuola. Da New Delhi Maria Grazia CoggiolaUna vuota libertà - dopo la caduta di Saddam la popolazione femminile ha dovuto fronteggiare nuove avversità e un aumento della violenzaLe Madri argentine di Plaza de Mayo -<b> Noi pazze, a gridare la verità -</b>  di Daniela PadoanSfido Mubarak in nome dei diritti umani<img 
src=http://wwwimage.cbsnews.com/images/2005/03/11/image679527x.jpg border=0><br>Pakistan : la Corte Suprema ha dato ragione a Mukhtar MaiTALI FAHIMA - Ventotto anni, sefardita, elettrice del Likud, oggi agli arresti per ''collaborazione con il nemico''. La sua colpa, aver visto in faccia e denunciato gli orrori di JeninLettera a mia figlia che vuole portare il velo - di Leila DjitliLibri di DONNE, Libri di DEELe donne del Mali per un'altra Africa. La Le donne in Tanzania - Doveri senza diritti e sfruttamento: la donna è il capro espiatorio su cui si sfoga la violenza del sistema.Donne Marocchine in ItaliaDenunciò gli stupri di gruppo il Pakistan imbavaglia MukhtarVolti femminili dell'islamPiattaforma d'azione di Pechino, 1995: tutti i materiali in italianoIslam e donne: TRADIZIONE O REPRESSIONE? di Giuliana SgrenaChe cosa ha il corpo delle donne da dover essere velato? Laura Pigozzi a proposito di ''L'Harem e l'Occidente'' di Fatema MernissiIl concetto di sapere come vera fonte di seduzione della figura femminileLa Marcia Mondiale delle Donne contro le violenze e la povertà: una rete femminista globaleNarrare il confine. Intervista alla scrittrice Gabriella Ghermandi di Ubax Cristina Ali FarahSHADOW REPORT - Rapporto ombra alternativo a quello del governo italiano sulla attuazione della Piattaforma di Pechino in ItaliaCEDAW - Comitato per l’Eliminazione della Discriminazione Contro le Donne - Commenti conclusivi: Italia (28 gennaio 2005)ONU - DICHIARAZIONE DELLA 49a SESSIONE DELLA COMMISSIONE SULLO STATO DELLE DONNE (New York, 5 marzo 2005)1995 - P e c h i n o  - La dichiarazione conclusiva della quarta Conferenza mondiale sulle donne.Due donne nella nuvola. Tossica. Sopravvissute alla tragedia di Bhopal, sono diventate due vere leader nazionaliL'omaggio di Assia Djebar a Giuliana Sgrena -  ''I confini della scrittura? La bellezza della testimonianza, quando si allea con la sincerità, trasporta l’emozione''Eroiche vittime - Le donne colpite dallo tsunami discriminate negli aiuti. Ma anche motore della ricostruzioneDalla plaza de Mayo per un paese diversoBalcani: la tratta delle donne - Trafficking: l'industria del sesso in KosovoPunjab. Stupratori assolti, proteste in PakistanSocietà Italiana delle Storiche - Scuola estiva: Empowerment, diritti e culture delle donne a dieci anni dalla conferenza mondiale di PechinoI percorsi professionali delle immigrateLe donne del Corso di preparazione alla nascita organizzato dal Centro di aiuto e ascolto delle donne e dei bambini immigrati all’ospedale San Paolo di MilanoIl velo divide le donne musulmaneAgente di prossimità: un nuovo profilo di impiego per le donne''Al primo posto la società civile'' - Intervista alla scrittrice Nawal Saadawi  


Copyright © 2002-2011 DIDAweb - Tutti i diritti riservati