La Francia convince l'Europa: bocciata la Bolkestein, sarà riscritta
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La Francia convince l'Europa: bocciata la Bolkestein, sarà riscritta
di red.

 Lo stop alla Bolkenstein c’è stato. Mercoledì il Consiglio europeo di capi di stato e di governo riuniti a Bruxelles ha concordato di riformulare direttiva sulla liberalizzazione dei servizi, tenendo presenti le esigenze di tutela sociale e salariale. Dunque la Bolkestein non sarà ritirata ma riscritta. L’obiettivo della direttiva era abbattere qualsiasi barriera nell'offerta di servizi nei paesi europei e dunque imporre ai Venticinque una concorrenza commerciale senza limiti con una grave ricaduta sulle garanzie dei lavoratori.


Il presidente di turno dell'Unione, Jean-Claude Juncker, al termine dei lavori del Consiglio europeo, ha così spiegato il senso delle conclusioni concordate dai Venticinque, rispetto alla richiesta di modifica della direttiva in questione: «Abbiamo deciso che si aprirà il mercato ai servizi -ha spiegato il premier e ministro dell'Economia del Lussemburgo Juncker- è questo avverrà senza che vi sia dumping sociale; le preoccupazioni della Francia sono state ampiamente condivise».


Capofila dei paesi che si opponevano all’adozione della direttiva chiedendone il ritiro era infatti proprio la Francia. La preoccupazione maggiore, sollevata martedì dal presidente francese Jacques Chirac è che la direttiva, con l'introduzione del principio del paese d'origine e con l'inserimento dei servizi di interesse generali (tra i quali quelli sanitari e culturali), possa abbassare gli standard sociali e salariali in Europa, togliendo garanzie ai paesi che hanno un più alto livello di protezione. Il principio del paese d'origine, pomo della discordia, prevede che le imprese di servizi che esportano all'estero, seguano regole e normative sociali, salariali, e fiscali del proprio paese d'origine. In tal modo i paesi dell'Europa dell'Est, che hanno degli standard sociali meno elevati, applicherebbero questi principi nei paesi dove andrebbero ad esportare i propri servizi.


Juncker ha tenuto tuttavia a precisare un aspetto della decisione: non esiste una relazione di causa-effetto con l'orientamento prevalente in Francia per un no al referendum sulla Costituzione europea. Si tratterebbe di una «lettura semplicistica». Sta di fatto che la proposta Bolkestein in Francia ha creato un vero e proprio caso nazionale: pochi giorni fa un sondaggio ha indicato che la Costituzione europea potrebbe essere bocciata nel referendum del 29 maggio perché ostaggio dell'avversione di una larga fetta dell'opinione pubblica alla Bolkestein.


Adesso la palla torna alla Commissione di Josè Durao Barroso che dovrà adattare la direttiva o ne presenterà una nuova dopo una prima lettura nel parlamento europeo. Il Consiglio europeo ha riconosciuto che «il modello sociale europeo deve essere preservato» ha affermato, in una nota, il presidente del Parlamento europeo Josep Borrell: «Gli europei devono sapere che il Parlamento europeo eserciterà appieno il suo potere di co-decisione con il Consiglio dei ministri. Lavoreremo strettamente con la Commissione europea perchè modifichi la direttiva alla luce dei nostri emendamenti. Sarà un grande momento per la democrazia parlamentare europea», ha concluso Borrell.


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