"Il circo capovolto" di Milena Magnani
Condividi questo articolo





"Il circo capovolto"
di Milena Magnani ed. Feltrinelli

 



Finalmente un romanzo che si pone al centro di mondo interculturale, dove le lingue della nuova immigrazione hanno un  ruolo di rilievo.


Essendo ambientato in una baraccopoli, racconta il convivere di persone di diverse etnie che  si devono confrontare e misurare su ciò che li unisce e non su ciò che li divide.

Bellissimo è il fatto che l'autrice, oltre alla narrazione in lingua italiana,  abbia lasciato idiomi riferibili a cinque diversi ceppi linguistici (non solo albanese, ma anche  rumeno, ungherese, Ceko,  romanes)  e che non abbia sentito il bisogno di metterne la traduzione in italiano a fondo pagina. Su questo punto ho avuto modo di ascoltare le sue motivazioni durante la presentazione che ha fatto accanto al critico  letterario Giuseppe Leonelli   e mi è piaciuto sentirle dire che il senso della storia, e quindi di una trama comune, si afferra e procede al di là che dei personaggi e delle loro culture  non si capisca tutto tutto fino in fondo.

 

E su questo devo concordare che l'intento è pienamente riuscito. Le differenze non sono ostacolo qui ma solo elementi normali della vita intorno a cui si adatta una volontà di comunanza. La storia poi, la trama che il romanzo sviluppa, ruota intorno a un ungherese Branko Hrabal che arriva in questa baraccopoli portando con se i vecchi materiali appartenuti al circo di suo nonno, un circense deportato a Birkenau. Raccontando ai bambini delle baracche la storia di questo magico circo e affidando loro i materiali che ha recuperato, riesce a restituire lai bambini oro un senso e una dignità del loro stare nel  mondo e nella storia.

 

Quasi certamente voi conoscete già questo libro, io sono stato molto  colpito dal tipo di presentazione che è stata fatta in forma di spettacolo perchè c'erano un attore e un fisarmonicista che faceva musica gitana ungherese, peccato che la cornice fosse quella un po' svilente di quei non luoghi che sono le salette asettiche di libreria.

 

Un romanzo così meriterebbe risonanza in luoghi dove si fa cultura di pace.

Se per caso poi non lo conoscevate, spero di avervi fatto segnalazione gradita.

 

 

cosimo

 

 

Cosimo Specolizzi  
attana@inwind.it


Condividi questo articolo

in Letture Condivise: Meir Shalev - La mia identità ebraica è nella lingua in cui scrivoCome si può trovare un punto di incontro tra Oriente e Occidente? I Nobel Kenzaburo Oe e Pamuk a colloquioTesto da utilizzare in ambito scolastico sul tema dell'integrazione culturare fra italiani ed albanesiSalone del libro di Parigi «Il boicottaggio punisce gli arabi» Massimo NavaSalone del Libro di Parigi - Da Oz a Grossman le parole d´Israele. Anais GinoriSe Israele nega Israele - Elena LowenthalPREMIO BIENNO CONTI: Scrivere le MigrazioniPresentazione del libro ''GENTILISSIMO'' (la Toponomastica del Sentimento) di Maurizio BenvenutiLINGUA MADRE DUEMILASETTE - Racconti di donne straniere in ItaliaShalev non andrà a Torino se si parlerà di politicaFiera del Libro, cda: ''Israele, presenza culturale. E ora si lavori sul programma''Lettera aperta a Tariq RamadanGLI INTELLETTUALI A NAPOLITANO:  Appello contro il boicottaggio della Fiera Internazionale del libro di TorinoIl prezzo del velo - La guerra dell’Islam contro le donne - Giuliana  SgrenaSuad Amiry: Fiera del Libro di Torino 2008. Festeggiare con Israele ma che cosa?Anche lo scrittore Ibrahim Nasrallah respinge l'invito alla Fiera del Libro di Torino dedicata a IsraeleL'intellettuale egiziano Ramadan invita a boicottare la Fiera del Libro di TorinoUn boicottaggio sbagliato. Articolo di Valentino Parlato sulla Fiera internazionale del libro di Torino 2008O a Torino con dignità e libertà e senza umilianti compromessi, oppure in altre sedi libere e tra uomini liberi. Un articolo di Giorgio IsraelRitorno sul campo,i lavori in corso di uno storico militante - Storie orali. Racconto, immaginazione, dialogo di Alessandro Portelli''La Fiera non è un'occasione agiografica''. Ernesto Ferrero risponde alle polemicheDiario dal mondo vissuto in prima persona. Alessandro Portelli ha raccolto in volume le sue ricerche di oltre trent'anniPer affermare le proprie ragioni il boicottaggio culturale è sterile - Ester FanoSguardi dal genocidio nell'occhio del carnefice. Appena uscito per la Einaudi, «Album Auschwitz» riattualizza i quesiti interpretativi dalla rappresentazione fotografica dell'Olocausto  


Copyright © 2002-2011 DIDAweb - Tutti i diritti riservati