Considerazione della cultura degli alunni immigrati - 5.1. Misure per il sostegno della lingua e della cultura d’origine
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CONSIDERAZIONE DELLA CULTURA DEGLI ALUNNI IMMIGRATI


Generalmente, in quasi tutti i paesi europei, le misure di sostegno per gli alunni immigrati, sono state poste in essere sulla base di una duplice strategia. Prima di tutto, i sistemi educativi sostengono l’acquisizione, da parte di questo tipo di alunni, di almeno una lingua ufficiale del paese ospitante, in modo da permettere loro di integrarsi più efficacemente nella società ospitante ed essere istruiti più facilmente (cfr. Capitolo 4). In secondo luogo, il sostegno può consistere anche nel mantenimento delle loro competenze nella lingua materna e nella preservazione della loro eredità culturale. L’offerta di quest’ultimo tipo di sostegno sarà l’oggetto di analisi nel presente capitolo, che considererà anche come le scuole possono adattare le attività quotidiane in risposta alle pratiche culturali e/o religiose degli alunni immigrati.


5.1. Misure per il sostegno della lingua e della cultura d’origine


L’introduzione del sostegno linguistico nella lingua materna per i bambini che parlano una lingua  diversa da quella di istruzione, si basa spesso sulla convinzione che ciò possa migliorare lo sviluppo e le capacità di apprendimento degli alunni fortificando, allo stesso tempo, il loro senso di identità. In alcuni paesi, le misure di sostegno che permettono agli alunni immigrati di ricevere un insegnamento nella loro lingua materna, sono inserite all’interno dei programmi organizzati per specifici gruppi linguistici minoritari. I paesi hanno adottato approcci diversi per l’offerta e l’organizzazione di queste misure. Le esatte implicazioni di questi diversi approcci, sono stati oggetto di numerose ricerche (1). In molti paesi europei, lo stesso tema è stato anche al centro di recenti dibattiti politici. Alcuni paesi hanno deciso di stanziare risorse significativamente maggiori per permettere agli alunni immigrati di acquisire una totale competenza nella lingua di insegnamento, a fronte di finanziamenti minori per l’insegnamento della loro lingua materna. Questo è il caso di Danimarca, Paesi Bassi e Norvegia.


Comunque, sono molti i paesi europei che mettono a disposizione misure per l’insegnamento agli alunni immigrati della loro lingua materna. La natura di queste misure varia molto da un paese all’altro. Spesso un sostegno di questo tipo è disponibile per gli alunni nell’istruzione obbligatoria a prescindere dal loro status effettivo di immigrati, ma in base alla loro lingua materna. Solo in Lituania è previsto un meccanismo speciale di questo tipo per gli alunni con lo status di rifugiati, i quali possono beneficiare, a livello locale, dell’insegnamento della loro lingua materna finanziato a livello centrale per promuovere la loro integrazione sociale. La Svezia è l’unico paese dove tutti gli alunni immigrati in età di obbligo scolastico hanno, se lo desiderano, il formale diritto all’insegnamento della lingua materna. In altri paesi, un’offerta di questo tipo può dipendere da considerazioni di carattere pratico, come la presenza nella scuola di un numero minimo di alunni che desiderano ricevere questo corso, o la disponibilità di insegnanti qualificati. Inoltre, l’organizzazione di tali corsi può anche essere basata sull’esistenza di un accordo bilaterale fra il paese ospitante e il paese di origine.


In molti casi, perciò, l’offerta di questo tipo di sostegno dipende dal paese di origine degli alunni o delle loro famiglie. Questo avviene, per esempio, quando il sostegno è organizzato in base alla Direttiva del Consiglio dell’UE 77/486/EEC, che stabilisce l’adozione di misure appropriate per assicurare ai figli di lavoratori immigrati da un altro Stato membro (allora della CEE), in età di obbligo scolastico, l’insegnamento della loro lingua materna e della cultura di origine (cfr.Capitolo 1). Un altro tipo di approccio consiste nell’adozione di misure di sostegno basate su accordi bilaterali fra il paese ospitante e il paese di origine, come avviene in Belgio (Comunità francese), Germania, Francia, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia e Romania, nella maggior parte dei quali, sono da lungo tempo presenti grandi comunità di lavoratori immigrati. In questi casi, l’assegnazione delle risorse per le misure di supporto possono essere una responsabilità condivisa fra i due paesi considerati.


Altrove, la responsabilità per l’organizzazione e il finanziamento di questo tipo di misure è  attribuita agli enti preposti all’offerta formativa a livello locale – per esempio, i comuni in Danimarca, Finlandia e Svezia – oppure alle autorità regionali come le Comunità autonome in Spagna. In Finlandia, il governo assegna gli aiuti finanziari ai comuni che forniscono il sostegno per la lingua materna. In Estonia e Lituania, l’offerta di qualsiasi tipo di insegnamento di questo tipo è una questione che riguarda le scuole. Ciò avviene anche nel Regno Unito (Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord) dove le community-run supplementary schools (scuole supplementari) gestite dalla comunità, possono fornire anche l’insegnamento della lingua materna fuori dall’orario scolastico.


Più raramente, questo tipo di misure è offerto dalle autorità centrali, o di massimo livello (talvolta in cooperazione con attori privati), come avviene in Belgio (Comunità fiamminga), Grecia, Irlanda, Italia, Ungheria e Austria.


Nella maggior parte dei casi, l’insegnamento della lingua materna è organizzato come attività extracurricolare che occupa poche ore a settimana. Tuttavia, in Francia, Lussemburgo, Austria, Finlandia, Svezia e nel Regno Unito (Inghilterra e Galles), i corsi di lingua materna possono costituire una materia opzionale nell’istruzione obbligatoria.


In generale, le misure per sostenere l’apprendimento della lingua materna non prevedono soltanto dei corsi di lingua, ma comprendono anche l’insegnamento di alcuni aspetti della cultura o della storia del paese d’origine.


Alcuni paesi europei offrono l’insegnamento nella lingua di istruzione ai genitori e alle famiglie degli alunni immigrati. Nella maggior parte dei casi, questi corsi sono parte dei programmi per l’educazione degli adulti, o del sostegno generale agli immigrati all’interno di certi programmi costruiti per l’integrazione degli adulti a prescindere che essi siano o no genitori di bambini scolarizzati. In Italia, Cipro e Islanda, tuttavia, ci sono esempi di disposizioni per l’insegnamento della lingua nativa specificatamente per i genitori immigrati di bambini che frequentano la scuola.



In Italia, sono state introdotte classi di lingua italiana per le famiglie degli alunni immigrati con il sostegno del Ministero dell’istruzione e in cooperazione con le organizzazioni locali. A Cypro, sono organizzate classi pomeridiane e serali di conversazione in greco finanziate dal governo e offerte gratuitamente a tutti i genitori di alunni di lingua materna straniera. Infine, in Islanda, l’insegnamento della lingua islandese per i genitori, è offerto in classi serali. Inoltre, grazie ad alcune iniziative prese a livello locale, i genitori sono invitati a contribuire ai progressi dei propri figli nell’apprendimento dell’islandese, aiutandoli a casa.


 



Note supplementari


Italia: il consiglio di istituto incoraggia gli accordi con associazioni o rappresentanze straniere, per l’offerta di attività per la salvaguardia della lingua materna e della cultura di origine degli alunni immigrati.


Lettonia: un accorto bilaterale esiste con la Polonia. Ai bambini può essere insegnata la loro lingua materna e gli aspetti della loro cultura di origine all’interno degli otto programmi di istruzione minoritaria (russo, polacco, ucraino, ebraico, lituano, estone, rumeno e bielorusso). L’insegnamento della lingua materna può anche essere offerto dalla scuola la domenica, con il supporto dello stato o delle municipalità.


Malta: misure di sostegno alla lingua materna sono ancora in corso di sviluppo.


Paesi Bassi: alcune scuole sono autorizzate ad attuare delle misure apposite.


Polonia: l’insegnamento della lingua materna è organizzato in cooperazione con i servizi consolari o le associazioni culturali del paese di origine.


Islanda: sebbene le municipalità siano autorizzate ad insegnare ai bambini la loro lingua materna quando questa non è l’islandese, questa possibilità non è stata ancora messa in pratica.


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