MESSAGGIO del PONTIFICIO CONSIGLIO PER IL DIALOGO INTERRELIGIOSO PER LA FINE DEL RAMADAN ‘Id al-Fitr 1426 A.H. / 2005 A.D.
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PONTIFICIO CONSIGLIO PER IL DIALOGO INTERRELIGIOSO  


MESSAGGIO PER LA FINE DEL RAMADAN
‘Id al-Fitr 1426 A.H. / 2005 A.D.
 


Continuando sulla via del dialogo


 


Cari amici,


1. In occasione dell’annuale ricorrenza dell’‘Id al-Fitr, al termine del mese di Ramadan, desidero offrire a voi tutti, ovunque voi siate, i miei migliori auguri per una festa gioiosa.


2. Per il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso è divenuta una tradizione inviare un messaggio ai nostri fratelli e sorelle musulmani per la fine del Ramadan. Il messaggio è normalmente firmato dal Presidente del Pontificio Consiglio. Nel 1991, in occasione della prima Guerra del Golfo, il messaggio d’amicizia fu firmato da Sua Santità il Papa Giovanni Paolo II. Egli affermò la necessità di “un dialogo sincero, profondo e costante fra credenti cattolici e credenti musulmani, dal quale potrà scaturire una più grande conoscenza e fiducia reciproca”. Queste parole sono certamente ancora attuali.


3. Il 2 aprile di quest’anno, Papa Giovanni Paolo II ha concluso la sua esistenza terrena. Molti musulmani da ogni parte del mondo hanno seguito da vicino, con i cattolici e gli altri cristiani, le notizie sull’ultima malattia e sulla morte del Papa, e delegazioni ufficiali di musulmani, capi religiosi e politici provenienti da molti Paesi, hanno partecipato al suo funerale in Piazza San Pietro. Molti hanno profondamente apprezzato i costanti sforzi del Papa a favore della pace. Un giornalista musulmano, che aveva avuto l’occasione di incontrare personalmente il Papa, ha scritto: “Non esagero quando dico che la morte del Papa Giovanni Paolo II è stata una grande perdita per la Chiesa cattolica e per i cristiani in generale ed anche, in particolare, per le relazioni islamo-cristiane. Non si può compensare questa perdita se non seguendo le sue orme e continuando sulla via che egli ha tracciato con fede e coraggio ad Assisi nel 1986, Assisi dove riposano le spoglie di San Francesco, pioniere, fra i cattolici, del dialogo islamo-cristiano”.


4. Erano la fede in Dio e la fiducia nell’umanità a spingere il compianto Papa ad impegnarsi nel dialogo. Egli si avvicinava ai fratelli ed alle sorelle di tutte le religioni sempre con rispetto e con il desiderio di collaborare, così come aveva incoraggiato a fare il Concilio Vaticano II nella Dichiarazione Nostra Aetate della quale ricorre quest’anno il quarantesimo anniversario. Il suo impegno a questo riguardo era veramente radicato nel Vangelo, seguendo l’esempio del Signore Gesù che manifestava il suo amore ed il suo rispetto per ogni persona, anche per coloro che non appartenevano al suo popolo.


5. Seguendo l’insegnamento del Concilio Vaticano II e continuando il cammino intrapreso dal Papa Giovanni Paolo II, Sua Santità il Papa Benedetto XVI, ricevendo i rappresentanti di altre religioni che avevano partecipato alla celebrazione d’inizio del suo Pontificato, ha affermato “Sono particolarmente grato per la presenza tra voi di membri della comunità musulmana, ed esprimo il mio apprezzamento per la crescita del dialogo tra musulmani e cristiani, a livello sia locale, sia internazionale. Vi assicuro che la Chiesa vuole continuare a costruire ponti di amicizia con i seguaci di tutte le religioni, al fine di ricercare il bene autentico di ogni persona e della società nel suo insieme”. Quindi, facendo riferimento ai conflitti, alla violenza ed alle guerre presenti nel nostro mondo, il Papa ha sottolineato che è dovere di ciascuno, specialmente di coloro che si professano appartenenti a tradizioni religiose, di lavorare per la pace, e che ”i nostri sforzi per incontrarci e promuovere il dialogo sono un prezioso contributo per costruire la pace su solide fondamenta”. Papa Benedetto XVI ha concluso dicendo: “Pertanto, è imperativo impegnarsi in un dialogo autentico e sincero, costruito sul rispetto della dignità di ogni persona umana, creata, come noi cristiani fermamente crediamo, a immagine e somiglianza di Dio (cf. Gn 1,26-27)” (L’Osservatore Romano, 26 aprile 2005). 


6. Incoraggiati da queste Parole del Papa, spetta a noi rafforzare il nostro impegno per costruire buone relazioni fra le persone di differenti religioni, promuovere il dialogo culturale e lavorare insieme per una maggiore giustizia ed una pace duratura. Dimostriamo, come cristiani e musulmani, che si può vivere insieme in una sincera fraternità, cercando sempre di compiere la volontà di Dio Misericordioso che ha creato l’umanità perché fosse un’unica famiglia.


Esprimo a tutti voi, ancora una volta, i miei più fervidi auguri.


 


S.E. Mons. Michael L. Fitzgerald
Presidente


http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/interelg/documents/rc_pc_interelg_doc_20001215_ramadan2001_it.html



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