Linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri - Indicazioni operative - Normativa di riferimento
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Ministero dell.Istruzione, dell.Università e della Ricerca
Dipartimento per l'Istruzione
Direzione Generale per lo studente
Ufficio per l’integrazione degli alunni stranieri
Linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri


   


Indicazioni operative


 Normativa di riferimento


Il complesso fenomeno migratorio, che negli ultimi anni ha interessato numerosi Paesi, è stato accompagnato da una ricca legislazione internazionale e nazionale, finalizzata a realizzare forme di convivenza e di integrazione.


Di seguito si presentano, in modo sintetico, i riferimenti legislativi e i documenti più importanti che, negli ultimi quindici anni, hanno gradualmente definito il tema dell’educazione interculturale.


Di fronte all’emergenza del fenomeno migratorio, l’educazione interculturale è individuata inizialmente come risposta ai problemi degli alunni stranieri/immigrati: in particolare, l’apprendimento della lingua italiana e la valorizzazione della lingua e cultura d’origine (v. C.M. 8/9/1989, n. 301, “Inserimento degli alunni stranieri nella scuola dell’obbligo. Promozione e coordinamento delle iniziative per l’esercizio del diritto allo studio”).


In seguito si afferma il principio del coinvolgimento degli alunni italiani in un rapporto interattivo con gli alunni stranieri/immigrati, in funzione del reciproco arricchimento (v. C.M. 22/7/1990, n. 205, “La scuola dell’obbligo e gli alunni stranieri. L’educazione interculturale”). In questa Circolare si introduce per la prima volta il concetto di educazione interculturale.


Si individua nell’educazione interculturale la forma più alta e globale di prevenzione e contrasto del razzismo e di ogni forma di intolleranza (v. pronuncia del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione del 24/3/1993, “Razzismo e antisemitismo oggi: il ruolo della scuola”).


Sempre il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione nella pronuncia del 15/6/1993, “La tutela delle minoranze linguistiche” considera le “nuove minoranze” di immigrati e le minoranze storiche di cittadini a livello regionale e locale.


Nel contesto europeo, la dimensione interculturale dell’insegnamento viene sviluppata nel trattato di Maastricht e in altri documenti della Comunità Europea e del Consiglio d’Europa (v. documento “Il dialogo interculturale e la convivenza democratica”, diffuso con C.M. 2/3/1994, n. 73).


Sempre nella stessa C.M. 2/3/1994 si segnala l’importanza di progettualità efficaci in termini di strategie, risorse, insegnamenti disciplinari e interdisciplinari e di una cultura di rete tra scuole e territorio.


Infine nella stessa C.M. si descrive la società globale, in quanto società umana ravvicinata e interagente, come “società multiculturale” e si colloca la dimensione mondiale dell’insegnamento nel quadro dell’educazione interculturale. Così è utile richiamare la sottolineatura, contenuta nella legge sull’immigrazione n. 40 del 6 marzo 1998, art. 36, sul valore formativo delle differenze linguistiche e culturali: “Nell’esercizio dell’autonomia didattica e organizzativa, le istituzioni scolastiche realizzano, per tutti gli alunni, progetti interculturali di ampliamento dell’offerta formativa, finalizzati alla valorizzazione delle differenze linguistico-culturali e alla promozione di iniziative di accoglienza e di scambio”.


Il Decreto Legislativo del 25 luglio 1998, n. 286 “Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”, riunisce e coordina le varie disposizioni attualmente in vigore in materia, con la stessa Legge n. 40/98, ponendo, anche in questo caso, particolare attenzione sugli aspetti organizzativi della scuola, sull’insegnamento dell’italiano come seconda lingua, sul mantenimento della lingua e cultura di origine, sulla formazione dei docenti e sull’integrazione sociale. Tali principi, unitamente al diritto all’istruzione, sono garantiti nei confronti dei minori stranieri indipendentemente dalla loro posizione giuridica, così come espressamente previsto dal Decreto del Presidente della Repubblica del 31 agosto 1999, n. 394 “Regolamento recante norme di attuazione del testo unico delle disposizioni concernenti le disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”.


La legge 30 luglio 2002, n.182, cosiddetta Bossi-Fini, non ha modificato le procedure di iscrizione degli alunni stranieri a scuola.


La C.M. n. 155/2001 è finalizzata al sostegno del personale impegnato nelle scuole a forte processo immigratorio; la C.M. n. 160/2001 è finalizzata all’attivazione dei corsi di lingua per cittadini extracomunitari, adulti e minori.


Nel C.C.N.L. del comparto scuola 2002/2005 (art. 9), sono previste misure incentivanti per progetti relativi alle aree a rischio, a forte processo immigratorio e contro l’emarginazione scolastica, già attivate a seguito delle Circolari ministeriali n. 40 del 6 aprile 2004, n. 41 del 24 marzo 2005 e n. 91 del 21 dicembre 2005.



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