Il video blasfemo di Theo Van Gogh
Sfatati i miti alla luce del Corano
Condividi questo articolo


Nella serata di giovedì 12 maggio, è andata in onda una trasmessione su Rai Due, in cui è stato messa in onda una parte del video di Theo Van Gogh, "Submission".


Secondo il regista olandese Theo Van Gogh, e la sceneggiatrice, questo video avrebbe lo scopo di documentare e dununciare le violenze e le costrizioni e la mancanza dei diritti delle donne musulmane e in più generale nella società arabo-islamica.


Come di consuetudine, in tutte le trasmessioni in cui l'Islam è protagonista, gli ospiti invitati sono politici, opinionisti, professori, giornalisti, che nulla conoscono della religione islamica. Ogni tanto viene invitato un musulmano, come è stato il caso di Adel Smith, che viene fatto intervenire pochissimo, viene attaccato e ciò che dice non viene nemmeno preso in considerazione. In poche parole, la trasmissione è già fatta, in quanto non vi è nessun dibattito aperto, viene presentata un'idea negativa dell'Islam , che viene poi portata avanti, del tipo tesi - esempio - attacco - verdetto. Peggiò ancora, gente ignorante dell'Islam, dichiara che certe cose appartengono all'Islam, quando i testi dell'Islam affermano esattamente il contrario.


Ma che giornalismo è questo? A nessuno interessa la verità. Il metodo più frequente con cui l'Islam viene accusato, è il fatto di attribuire l'aggettivo di "islamico" ad ogni usanza che è diffusa nel Medio Oriente, Asia ed Africa. Se un arabo ad esempio, commettesse un atto indegno, condannato dalla religione islamica stessa, molti filo-occidentali prenderebbero lo spunto per attaccare l'Islam e attribuire ad esso ciò che in realtà esso condanna o proibisce.


L'Islam per loro è ciò che sentono dire o ciò che essi pensino che sia. Molta gente parla e dà opinioni sull'Islam senza aver letto un singolo testo islamico. Magari ne hanno letto uno, un testo di un orientalista e si sentono già un'autorità in materia. Perchè, mi chiedo, i giornalisti che propongono questi dibattiti sull'Islam non invitato esperti e studiosi dei testi islamici? Forse perchè quando l'Islam venisse presentato per quello che è la gente non lo odierebbe più ? Bisogna pur dar la colpa a qualcuno per il male nel mondo. Forse i giornalisti non saprebbero più di che sparlare? I politici non avrebbero più un nemico pubblico?


Ritornando al "documentario" Submission cerchiamo di rendere l'idea di come il regista e la scenografa hanno pensato bene di denunciare la violenza sulle donne: Versetti del Corano sono dipinti sul corpo di una donna nuda, su cui è posto un velo trasperente, e in questo "abbigliamento" la donna racconta la propria storia di violenza e persino si mette a compiere la preghiera rituale islamica. Per rendere l'idea di cosa un musulmano possa provare vedendo una cosa del genere, dipingerei un'altra immagine: Perchè non facciamo un documentario su delle suore stuprate. Le spogliamo, gli scriviamo addosso sul corpo nudo i versi della Bibbia, e le mettiamo in ginocchio a pregare. Davanti ad un'oscenità del genere, l'opinione pubblica occidentale sarebbe sconvolta. Un filmato del genere non sarebbe mai trasmesso in Italia, non solo perchè il Vaticano non lo permetterebbe, ma anche perchè la gente si opporrebbe. Verrebbe di fattoi ritenuto indegno e blasfemo. Però se il soggetto del filmato è una donna musulmana, allora non importa. Non è blasfemo, anzi un'Onorevole ha commentato durante la trasmissione di Rai Due che il filmato "è casto". Il filmato è stato trasmesso parzialmente dalle televisioni italiane, e in alcune sedi della Lega Lombarda. Ma dov'è finito il pudore della gente? Ma in Italia non esiste una legge sulla discriminazione raziale e religiosa? Perchè la suora nuda con i versi della Bibbia addosso no, e la musulmana nuda con i versi del Corano sì? Come può l'Islam portare avanti un dibattito con l'Occidente o le altre religioni, se a partire dai giornalisti, ai politici, alla gente comune non vi è rispetto nei nostri confronti. Questo filmato è una violenza, non solo verso la religione islamica, ma verso le donne stesse. Questo filmato non mostra altro che ignoranza e violazione, quella stessa che il regista pretenderebbe di combattere. Non solo le immagini del filmato sono blasfeme e scandalose, ma raccontano anche il falso sull'Islam. Il racconto infatti induce a pensare che i matrimoni combinati, lo stupro e la violenza sulle donne, siano, non solo ammessi dall'Islam, ma che siano la prassi della vita dei musulmani. Analizziamo dunque punto per punto il messaggio e le informazioni rivelate nel filmato:


1. L'Islam costringe la donna a matrimoni combinati e forzati. La donna non può scegliere il proprio marito. Cosa dice l'Islam a riguardo in una delle sue fonti più autorevoli, la Raccolta dei detti del Profeta Muhammad, Sahih al-Bukhrai: Bukhari - Volume 7, Libro 62, N. 67: Abu Hureira narrò che il Profeta Muhammad (saau) disse: "Una matrona non deve essere data in matrimonio senza essere consultata, e una vergine non deve essere data in sposa senza il suo permesso." Bukhari - Volume 7, Libro 62, N. 69: Khansa bint Khidam Al-Ansariya narrò che suo padre la diede in sposa senza il suo permesso, quando era una matrona e lei detestava quel matrimonio. Così si recò dall'Apostolo di Allah ed egli dichiarò il matrimonio invalido. L'Imam Ahmed Ibn Hanbal, disse: " Un matrimonio non può essere concluso senza il walì (tutore), e la vergine è consultata, (per sapere) se il matrimonio è di suo piacimento". (Capitoli sul Matrimonio e Divorzio. responsi di Ibn Hanbal e Ibn Raahwayh), p. 63, English Version.) L'Imam Abu Dawud as-Sijistani disse: "Il matrimonio della vergine non è valido senza il suo consenso" (Capitoli sul Matrimonio e Divorzio. responsi di Ibn Hanbal e Ibn Raahwayh), p. 63, Versione inglese.


Dalle stesse fonti islamiche impariamo che la donna non può essere forzata al matrimonio, altrimenti questo sarebbe invalido. Com'è dunque che gli opinionisti continuano ad attribuire questa pratica all'Islam? E' vero che in alcune società quali ,ad esempio quali quella del Pakistan e dell'India, la donna viene spesso forzata a sposare un certo parente. Ma non è forse questo che il Profeta dell'Islam è venuto a cambiare? Perchè attribuire ciò che la gente pratica all'Islam, quando esso stesso cerca di combattere costumi e pratiche opprimenti? Ancora non si hanno risposte, ma le false accuse all'Islam continuano.


2. Nel filmato la donna racconta di essere stat stuprata dallo zio, e di non dire nulla, di tacere per obbedienza ad Allah. Questa è una delle menzogne più grandi di tutto il documnetario. Dov'è scritto nel Corano o nei detti del Profeta che lo stupro di un familiare sia cosa lecita, e che uno debbe subire in silenzio. Secondo la legge islamica, la donna si dovrebbe presentare dal giudice islamico e chiedere giustizia, la famiglia dovrebbe proteggerla. La pena imposta dalla Shariah per lo stupro è la pene di morte. Questa è la gravità con cui questo tipo di atto viene giudicato. Se i genitori della vittima tollerano che una violenza del genere sia ripetuta sulla vittima, sicuramente oltre che ad essere senza coscienza hanno dei problemi con la loro fede islamica.


Nel filmato viene trapelato che il motivo per cui la violenza non veniva denunciata era per orgoglio tribale. Ma non è forse l'orgoglio tribale che il Profeta Muhammad (saau) è venuto a eradicare? Egli (saau) disse nel suo ultimo sermone: " Voi siete tutti figli d'Adamo e Adamo venne creato dall'argilla. Il più onorevole tra di voi è il più pio. Non vi è alcuna superiorità di un arabo sopra ad un non-arabo, o di un non-arabo su di un arabo, nè vi è alcuna superiorità di un pelle-rossa su di un uomo bianco, nè di un uomo bianco su un pelle-rossa, eccetto che in pietà".


E' principio islamico che i diritti che Allah da ad un uomo o ad una donna, quali il proprio corpo, proprietà, onore, rispetto etc, sono diritti sacri ed inviolabili. Nel filmato invece viene dichiarato che la donna non parlava per obbedire al Corano. Che menzogna meschina. Seguendo la logica delle menzogne del "documentario" allora se un caso del genere capita in Italia o in un paese a maggioranza cristiana, dovremmo forse dire che questo avviene per colpa del cristianesimo, in quanto sono dei cristiani a commettere il gesto? La cosa sembra del tutto assurda, ma se sono i musulmani i protagonisti, allora e' tutto l'Islam a farne le spese. Questo atteggiamento occidentale è di vera ingiustizia, no solo è anche razzista e pieno di pregiudizi.


3. La donna che è vittima di violenza è considerata dall'Islam una fornicatrice ed è per questo punita E' da chiarificare che la vittima di una violenza sessuale in Islam dovrebbe essere risarcita e non flagellata , nè tanto meno lapidata. Nonostante la donna vittima di violenza non incorre ad alcuna punizione secondo la Shariah, il filmato di Van Gogh suggerisce che la donna è stata flagellata in quanto vittima di violenze.


Questo è, secondo l'Islam, non solamente assurdo, ma un vero e proprio crimine! Il filmato, ma in generale ogni argomento sulle penalità della Shariah perpretate in trasmissioni televisivi, sembrano affermare e ribadire che la Shariah discrimina la donna nelle questioni della flagellazione, o di altre penalità. Non si capisce per quale motivo coloro che affermano tale eresia non si documentino da giuristi islamici ed esperti della religione. L'uomo e la donna sono assolutamente pari di fronte alla punizione e la Legge di Allah. L'applicazione di una punizione non varia dalla donna all'uomo. Dice Allah nel Corano: "E nella Legge vi è Uguaglianza nella punizione..." (Al-Maidah 5:38). " La fornicatrice ed il fornicatore, flagellateli entrambi con cento frustrate". (An-Nur 24:2). E' chiarissimo nei versetti che la punizione è equa per entrambi. Perchè dunque i giornalisti citano sempre i casi di punizione delle donne e mai quella degli uomini? Davvero questa è una distorsione opera di coloro che perpretano che la Legge islamica discrimina la donna.


4. La donna islamica è maltrattata dall'uomo con il permesso della religione. Un'altra "idea" che è insinuata nel filmato è che nell'Islam, la donna non è tutelata, può venire abusata e questo non rapprensenta un crimine. Il filmato vuole comunicare un'idea comune all'occidente, ossia che la donna secondo la religione islamica ha poco, se non alcun valore, che ella non ha diritti ed è schiava del marito e della propria famiglia. Per sconfiggere questa ignoranza, citerei i seguenti fatti: 1. L'Islam ha riconosciuto alla donna dei diritti che nel 600 DC le donne sia orientali e occidentali potevano solamente sognarsi, tra questi citiamo:il diritto ad ereditare, di avere delle proprietà a suo nome, di fare del commercio o degli investimenti a suo nome, di disprorre del proprio denaro a suo piacimento, di essere giudicata o protetta davanti alla legge a parità di un uomo. La donna islamica può anche chiedere il divorzio anche senza una motivazione. Ricordiamo che fino a pochi secoli fa la chiesa stava ancora a dibattere se la donna avesse un'anima, che fino al 1800 la donna non aveva diritto di ereditare i beni della propria famiglia a meno che si sposasse e, o avesse un figlio.


L'Islam insegna all'uomo a rispettare la donna e non a maltrattarla, questo è più evidente nell'ultimo sermone del Profeta: " Oh gente, e' vero che avete alcuni diritti sulle vostre donne, ma anch'esse hanno diritti su di voi. Se esse vivono con voi rispettando i vostri diritti, ad esse appartiene il diritto di essere nutrite e di essere vestite con gentilezza.


Trattate bene le vostre donne e siate gentili, poiche' esse sono le vostre compagne e aiutanti. E vostro diritto che esse non facciano amicizia con coloro che non approvate, e che non commetano adulterio. Oh gente, acoltatemi con serieta', adorate Allah, performate le cinque preghiere quotidiane (salauat), digiunate durante il mese di Ramadan e date le vostre ricchezze per la zakah (tassa caritatevole), andate al pellegrinaggio (Hajj) se ne avete i mezzi. Sappiate che ogni musulmano e' come un fratello per un'altro musulmano. Voi siete tutti uguali. Nessuno ha superiorita' su un'altro, eccetto che per taqua (timore di Allah-essere pii) e buone azioni. Ricordate, un giorno apparirete di fronte ad Allah e dovrete rispondere per le vostre azioni. Prestate attenzione, non abbandonate la via della correttezza quando me ne saro' andato." Dopo queste parole pronunciate dal Profeta dell'Islam credo che non vi sia più nulla da aggiungere sullo status della donna nell' Islam.


Chiedo solo una cosa a coloro che sono interessati all'Islam o vogliono argomentare su di esso. Per favore, prima di parlare dell'Islam o farvi delle opinioni, leggete dei testi islamici. Quando avete dei problemi di salute vi recate dallo specialista che è competente su quella materia, o dal fruttivendolo? Sembra che se oggi si voglia sapere qualcosa sull'Islam si vada a chiedere a tutti, anche ai musulmani ignoranti, ma non si guardi per nulla alle fonti islamiche.


nome:Erika cognome:Brioschi email: islamitalia@hotmail.com  


 Commenta >>>







Commenti 1


utili riflessioni ... ma scorretto non commentare e ricordare l'assassinio del regista.


cosa ti fa tacere su un fatto cosi' grave?


marilena


marilena rocci email: mariocci@libero.it  








Condividi questo articolo

in Dialogare con l'Islam: Henna e Ramadan<IMG height=135 
src=https://www.didaweb.net/mediatori/immagini/ramdts.jpg width=138 border=0><br>Ramadan 2004 - A tutti i musulmani d'ItaliaAbdessalam Yassin,Rachid Ghannouchi Nadia Yassin,Hassan al Banna Tareq Ramadan. Neo-tradizionalisti e democratici.La nuova generazione di  musulmani accetta la democrazia anche nei paesi d'origine.Paolo Rumiz: L´Islam italiano (1)Paolo Rumiz: L’Islam italiano (2) I moderati senza vocePaolo Rumiz - L´islam italiano(3):I musulmani laici del ''mare dietro casa''Mediterraneo, la traccia delle reti ''Non saremmo ciò che siamo senza l'Islam e le altre culture''Carla Petrachi incontra Silvio MarconiIl blog di Giuliano Falco: lo spazio libero di un non musulmano su un sito islamicoChi rappresenta i musulmani d’ItaliaNasce la Consulta per l'Islam italianoNo alla Consulta nazionale dei musulmani del governo BerlusconiLettera aperta dell'Ucoii a Ciampi: mussulmani italiani discriminati, Pisanu sbagliaLettera al Capo dello Stato di Hamza Roberto Piccardo (segr. naz.le UCOII)Un mese di digiuno: il cammino del cuore - di Tariq RamadanMusulmani d'Italia aderite all'appello dell'UCOII - Il terrorismo e la paura si combattono con la convivenza, il dialogo, la pace.Nuovo sito di informazione e dialogo con l'IslamIl comitato organizzatore del 28 ottobre: <b>Auguri ai musulmani per l'inizio del Ramadân</b>In Italia: gli spazi del RamadanRamadan dove: ROMA - la moschea più grande d'EuropaQuando i musulmani si comportano come tali la gente abbraccia spontaneamente l'IslamMoschea Aperta a FirenzeBuon ritorno, Ramadan! Un articolo di Hassan El ArabyTestimonianze di donne musulmane ritornate all'Islam da altre religioniPONTIFICIO CONSIGLIO PER IL DIALOGO INTERRELIGIOSO - MESSAGGIO PER LA FINE DEL RAMADAN ‘Id al-Fitr 1426 A.H. / 2005 A.D.Le leggi di famiglia dei Paesi arabi del Nord Africa - 1997La storia del libro dal Corano a GutenbergIl video blasfemo di Theo Van GoghLa via del cuore. A colloquio con un maestro SufiIRAQ - L'islam alla prova del votoUn apostata tra Islam e Occidente - Nasr Hamid Abu ZaydFemminismo islamico: più radicale di quello secolareManifesto musulmano delle libertàMusulmani d'Italia - Intervista a Roberto Hamza Piccardo, segretario nazionale dell'UCOIIMadre serba, padre croato, lei cattolica, in una città sempre più musulmana: SarajevoLa forza del dialogo Zilka Siljak, teologa islamica, racconta l'esperienza di IMICPurché nulla cambi davvero - Algeria - La tanto attesa riforma del diritto di famiglia è passata, ma è una scatola vuotaImam-donna e un dibattito necessarioReligioni, democrazia, dialogo cristianoislamico: un incontro a ModenaGiovanni Paolo II - Le comunità musulmane: Cantiere del dialogo di Greccio 02-04 giugno 2005- <b>Ebrei, cristiani, musulmani in dialogo<b>Islam e l'Europa. La sfida di un incontro di civiltàIslam e Europa: vecchi e nuovi rapporti - di Paolo BrancaControversia sotto il veloSi è riunito a Barcellona, per la seconda volta, il Parlamento delle religioni. Non sarà l'ultimaI DIRITTI CULTURAL-RELIGIOSI TRA RELATIVISMO E LAICITA’ DELLO STATO - Sintesi della relazione (Bari, 25.6.05) di Nicola ColaianniIndia: una sentenza che infanga l'IslamAppello ecumenico per la quarta giornata del dialogo cristianoislamico del 28 ottobre 2005Ecco il mio Islam dei Lumi - intervista a Malek Chebel, antropologo e psicanalista di origine algerina, autore di ''Manifeste pour un islam des Lumières''LONDRA ANCORA UNA VOLTA NON SONO DEI NOSTRI !!!E l’intellettuale arabo rinunciò a scrivere. La decisione di Sayyid al-Qimni, 58 anni, studioso impegnato nella riforma dell’Islam.Caccia al musulmano: è lo scopo dei jihadisti - Intervista a Khaled Fouad AllamI musulmani d`Italia contro  il terrorismoIL CONCETTO DI LAICITA’ NELL’ISLAM TUNISINO
di Dr.Leila El Houssi a.a. 2000-2001  


Copyright © 2002-2011 DIDAweb - Tutti i diritti riservati