Se la mediazione culturale trova le sue finalità nella ricerca di punti e modalità d'incontro tra le culture, quella linguistica, per i rapporti che ha con le specificità di pensiero e relazione, ha a che fare anche con le profonde diversità di senso e significato, non sempre traducibili letteralmente, che ci attraversano.
Nella quotidianeità dell'incontro multietnico il ruolo del mediatore linguistico si distribuisce nella facilitazione, l'interpretariato, la traducibilità di meccanismi e formule di accesso ai servizi. Nelle scuole in cui sono presenti, i mediatori sono indispensabili nella prima accoglienza, per stabilire correttamente i primi livelli di comunicazione ed orientamento: non per sostituire le figure docenti. Sicuramente svolgono un ruolo positivo nella relazione interculturale e per attivare pratiche di valorizzazione delle lingue d'origine, come risorsa generale ed individuale, di pensiero e riferimento, alle proprie e/o comuni radici. Difficilmente però sono coinvolti in maniera stabile e finalizzata, nella progettazione, nella scelta di metodologie e di materiali didattici. In alcuni casi collaborano a mantenere il rapporto con le famiglie e la realtà territoriale delle immigrazioni.