La storia del libro dal Corano a Gutenberg
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La storia del libro dal Corano a Gutenberg


Sure dell'Aderenza e del Calamo (XCVI- LXVIII)
Leggi (recita)! In nome del tuo Signore che ha creato,
ha creato l'uomo da una aderenza
Leggi
(recita)! Chè il tuo Signore è il Generosissimo,
Colui che ha insegnato mediante il Calamo
che ha insegnato all'uomo quello che non sapeva



Con questi 5 versetti è iniziata la Rivelazione del Corano, che in arabo suona al-Qur'_an e significa "lettura ad alta voce/recitazione"; questa tecnica, che potremmod efinire anche come "litania" era per le civiltà del manoscritto egualmente diffusa in tutta l'area geografica continentale e del bacino del Mediterraneo ex-Romano dall'epoca Classica a quella Medievale. Si trattava di un tipo assolutamente predominate di lettura, sia sotto forma di performance pubblica che privata, tanto che si può confermare anche per il manoscritto arabo la "Glossa 35" di M.McLuhan, e cioè che:

"Il cubicolo di lettura del monaco (uomo) medievale era di fatto un cabina di audizione".
Il Corano è quindi il Libro per eccellenza, nelle sue varie accezioni: è Verbo rivelato (fase orale) pronunciato da Iddio stesso, che diviene Testo Immutabile (fase di fissazione del Libro come Contenuto) mediante il Calamo - al-qalam - (fase di Formattazione Immutabile del Libro-oggetto-manoscritto).

Era l'anno 610 quando Maometto, ritiratosi in meditazione in una grotta del monte Hira, ebbe la visione di un Uomo che gli ingiunse imperiosamente di Leggere (recitare), e dopo il diniego dell'impaurito Maometto "non so Leggere", la creatura apparsa consegnò recitando i primi 5 versi della Sura affinché le "parole fossero scolpite nel mio cuore" come il Profeta riportò tempo dopo, ricevendo con essi la designazione a "Messaggero d'Iddio" dall'Arcangelo Gabriele.

Da quel giorno per 23 anni Iddio trasfuse in Maometto la Recitazione del Corano rivelato, comunicata e dettata da lui ai suoi seguaci: nasce l'Islam, il popolo di "coloro che hanno ricevuto il Libro, e seguendolo correttamente si salveranno".

La Sura Meccana LXVIII, detta del Calamo inizia così: "Nun. Per il Calamo e ciò che scrivono! Per grazia del tuo Signore tu non sei pazzo?" riferendosi al compito assegnato da Dio ai due Angeli che vegliano le azioni dei Credenti, annotando da Destra il Bene e da Sinistra il male che essi compiono. La scrittura mediante Calamo diviene paradigma del verbo d'Iddio che si concretizza materialmente nel Libro, nel Manoscritto per eccellenza, il Corano.

Anche il Cristianesimo e l'Ebraismo, religioni monoteistiche quanto quella Islamica, hanno alla loro base la Parola Proceduta da Dio e "Il Libro" che la conserva e trasmette: ma entrambe hanno avuto origine molto prima che il libro manoscritto consolidasse il suo "Format" all'uso di "Codice" cioè di fascicoli di bifogli piegati uno dentro l'altro e poi cuciti e legati entro una struttura rigida atta a conservarli (legatura), cosa che avviene e si diffonde nel III-IV secolo d.C., anche come elemento identitario della diffusione del cristianesimo in occidente. Da quel momento i Testi Sacri cristiani ed ebraici - e quelli classici - vengono trasferiti nel nuovo formato dai rotoli -"Volumen"- di papiro, che era il Libro dell'Antichità. Nel VII secolo, il Libro-Codice era un fatto tecnologico complesso e affermato in tutto il bacino del mediterraneo, l'Asia minore, l'Europa continentale, le isole del nord, il Medio Oriente. Alla sua costruzione attendevano veri e propri Atelier di calligrafi, scribi o centri specializzati (conventi cristiani), con l'interazione di innumerevoli artigiani per la produzione dei supporti scrittori, dei materiali e prodotti per la scrittura, la cucitura, la legatura, l'ornamentazione dei libri.

Questo nuovo prodotto - il codice manoscritto- è stato generato, modificato, differenziato dalle profonde relazioni con l'ambiente e le strutture sociali delle varie aree di influenza culturale, geografica, politica e religiosa, e, a sua volta, il Libro-Oggetto ha contribuito a "formattare" in un modo peculiare, condizionandola, la percezione del Libro-Testo-Significato, modellando a poco a poco il Modo di Interiorizzare la Realtà, fino al grande strappo prodotto dall'introduzione della stampa a caratteri mobili nel XV sec.

Maometto, Il Corano, l'Islam nascono e si sviluppano velocissimamente nel periodo storico di completa permeazione e penetrazione dell'uso consolidato della Forma a Codice del Libro Manoscritto, e, in quanto "moderna" tecnologia essa viene non solo fatta propria dalla nuova "moderna" (ed Ultima) religione monoteista, ma anzi, come visto nelle Sure Meccane (le più antiche), la Scrittura Manoscritta su Codice mediante Calamo, il LIBRO, viene posto come base assoluta e immutabile dell'Islam, archetipo formale di ogni altra attività scrittoria dei Musulmani.

Questa visione del Libro-Testo-Oggetto è prodotta e inoltre ulteriormente rafforzata dal fatto che, per la lezione ortodossa dell'Islam, Iddio Rivela direttamente in lingua araba (e quindi scrittura) il Sacro Testo a Maometto intimandogli - Leggi!-, mentre le Sacre Scritture ebraiche e cristiane sono Ispirate dalla Luce di Dio che Illuminava la mente dei Profeti infondendo capacità Intellettiva ingigantita e chiarificata.

Dopo la sua completa codificazione, che va posta a ridosso della morte di Maometto, la diffusione del Corano attraverso la copia manoscritta, formatta e codifica la scrittura araba e i suoi stili calligrafici, che dal cufico epigrafico preislamico si trasforma nella scrittura calligrafica araba musulmana.

Dall'VIII-IX secolo, poi, il Corano avrà la sua "formattazione definitiva" e il libro islamico in generale una diffusione enormemente facilitata dalla tecnologia della carta, "reinventata" dagli arabi ed esportata in tutto il bacino del mediterraneo nei secoli successivi.

In particolare anche per la Bibbia, sebbene la forma a "codex" del libro manoscritto fosse stata subito utilizzata fin dal III- IV secolo, la formattazione codificata nella attuale Capitolazione risale al 1214 per opera dell'inglese Stefano Langton all'università di Parigi, mentre prima il canone era fissato più sui criteri stichiometrici di copiatura delle righe di testo da parte dei degli scribi copisti, per mero calcolo economico di costo di copia. L'odierno testo dell'Antico Testamento non è che una enorme "cucitura" di frammenti manoscritti tramandati, tradotti, traslitterati. la cui codificazione ebbe probabilmente inizio nel IV secolo d. C. (per entrambe le versioni cristiana e ebraica) via via integrati dal ritrovamento ed esegesi di altri frammenti avvenuto nel corso dei secoli. Questa verità filologica e codicologica contrasta con l'idea che l'AnticoTestamento sia stato scritto sotto diretto controllo divino ed oggi l'opinione corrente fra i maggiori biblisti è quella secondo cui il Testo Canonico, risalente nella sua essenza principale al 130 d.C., prevalse su Lezioni diverse diffuse contemporaneamente e parallelamente, finchè le soppiantò completamente. Da notare poi come la definitiva "vulgata" della Bibbia e dei Vangeli si ebbe soltanto dopo l'invenzione della stampa, a seguito dell'attività esegetica di Ersamo da Rotterdam, dalla Riforma Protestante Luterana e dalla Controriforma Cattolica Romana conclusa con il Concilio di Trento.

Per quanto attiene poi alla tradizione neotestamentaria riguardo a Gesù, una ipotesi credibile è quella che predicasse in aramaico, attraverso un insegnamento "audio-tattile" (con utilizzo di gesti, suoni, e strutture evocative - le parabole-, di uso sonoro della "voce clamante"), conforme alla modalità dell'apprendimento legato all'evocazione mentale e alla percezione mnemonica del suono della parola, come le capacità di conoscere e di comunicare semi-alfabetica delle popolazioni di allora permetteva .Chi si occupò più tardi di formattare in scrittura questa predicazione, gli Apostoli, gli Evangelisti, ricorderanno quale fosse all'epoca la cosmopolita popolazione soggetto del messaggio Orale di Gesù "...Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadocia, della Frigia, della Panphilia, del Ponto, dell'Asia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma, Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi" tutte genti aduse ai linguaggi e alle visioni del mondo tipiche delle culture indo-iraniche. Questa comunanza e vicinanza spirituale e di codice dell'apprendimento, farà sì che la predicazione "ognuno la sentiva nella propria lingua". Chi predicava non cambia l'idioma, non ha bisogno di interpreti perchè lo Spirito di Dio raggiungeva gli uomini secondo il loro Habitus mentale, secondo la loro "identità culturale", e soprattutto perché l'interfaccia del Media verbale era comune.

Gli Arabi del VII secolo, che in minoranza sugli arabi-cristiani cominciano a convertirsi all'Islam, interiorizzano in modo interamente "arabo" il Corano, il Libro per eccellenza, che permette nel loro nuovo mondo arabo-musulmano una produzione, un utilizzo, un commercio del manoscritto in genere, assolutamente superiore a quello del coevo mondo cristiano latino, bizantino, copto, aramaico, anche in virtù della introduzione e fabbricazione della carta da loro importata dall'estremo oriente, che sostituisce rapidamente il papiro e la pergamena.

Fra il X e XII secolo, mentre in Europa le biblioteche monastiche maggiori contavano centinaia o al massimo un paio di migliaia di Codici, a Baghdad, a Bassora si annoveravano fino a 36 biblioteche, anche con più di centomila volumi, più volte bruciate da Turchi e Mongoli e più volte ricostruite.

La grande capacità e naturalezza con la quale il modo arabo musulmano ha utilizzato il libro manoscritto è ovviamente legato anche alle influenze profonde prodotta dalle società e culture cristiane e ebraiche che insistevano attorno e nei territori arabi islamizzati. Fra l'altro "Arabo" non era sinonimo di "Islamico" poiché in Medio Oriente vivevano degli arabi cristiani ben prima dell'affermazione dell'Islam. L'elemento arabo-cristiano si sviluppa e afferma perché in poco tempo quasi tutte le Comunità cristiane del Medio Oriente adotteranno la lingua e la cultura arabe. In Iraq, Egitto, nell'antica Siria che includeva Palestina e il Libano erano in uso molte lingue e scritture: oltre all'arabo, minoritario, si parlava e scriveva il greco, il siriaco e il copto. Queste ultime erano le tre lingue della regione, consolidate nell'uso sotto l'Impero Bizantino. Fra il 636 e il 640, i musulmani conquistano e arabizzano questo territorio. Parte della popolazione rimane cristiana ma la gestione politico-amministrativa si islamizza cadendo sotto il controllo del califfato musulmano che nell'VIII secolo impose l'uso della lingua e scrittura araba. Questo fatto genera la conversione all'Islam di un numero sempre più grande di abitanti, ma genera anche una maggiore compenetrazione delle culture ebraico-cristiane nell'elemento arabo-islamico. Ed è di questo secolo il più antico codice della Bibbia in arabo: la cultura e il modo di pensare peculiare arabo-cristiano è incomprensibile senza l'Islam.

L'arabo diventerà, nell'VIII secolo, anche la lingua dei cristiani, che spesso sono bilingui, siriaci-arabi o copti-arabi. Difficile, in quell'epoca, per un dotto credente conoscere solo il siriaco o il copto senza conoscere l'arabo. In generale l'arabo divenne la lingua ufficiale. Così i cristiani cominciarono a leggere e scrivere l'alfabeto arabo, riformattando "in arabo" la percezione e il pensare. Esiste, tramandata, una letteratura originale profana e religiosa, manoscritta da cristiani in alfabeto e lingua araba. Sul piano religioso, i cristiani cominciano a scrivere comunemente in arabo dei peculiari argomenti dell'esegesi e del commento biblico.

Subito dopo, IX e X secolo, traducono i Padri della Chiesa dal greco o dal siriaco in arabo, o anche dal copto in arabo, e contestualmente autori cristiani cominciano a scrivere e diffondere opere direttamente in arabo. Questo è stato di grande importanza, perché ha cercato di rappresentare la visione cristiana neotestamentaria ai musulmani, scrivendola, "formattandola", in arabo, cosa possibile soltanto attraverso una capillare e profonda interiorizzazione del mondo islamico e del Corano.

Rispetto alla semplice opera di "traduzione" da un lingua all'altra, in questa operazione ci si trova di fronte al contemporaneo trasferimento del Testo/Significato/Scrittura/Alfabeto utilizzato per esprimere un modo di pensare, sentire e vedere il Mondo (ebraico-cristiano) in funzione dell'Islam: la trasmissione di Significato attraverso la sostituzione dei Segni che lo veicolano - l'alfabeto - modifica il Modo di Vedere e Sentire la realtà.Un importante ruolo svolto da questa attività fu l'arricchimento del lessico e della struttura della lingua araba che acquisì così gli strumenti per veicolare la filosofia e la cultura classica.

In questo senso la civiltà araba che oggi l'Occidente ammira è stata fondata dall'elemento arabo-cristiano del Medio Oriente. La consapevolezza della primazia culturale degli arabi cristiani induse l'intelligente amministrazione musulmana Abbaside, fra l'VIII e l'XI secolo, a fare copiare dal greco o dal siriaco in arabo i maggiori pensatori classici (Platone, Aristotele, Ippocrate, Galeno, i matematici). In poche parole fu riversata nell'islam la base della cultura ellenistica. E' dal X secolo che i musulmani cominciano a studiare la classicità, appresa per merito di manoscritti introdotti dai cristiani e per voce di maestri cristiani. Il famoso al-Far_ab_i, (considerato "il secondo maestro"dopo Aristotele), si è formato con tre maestri, tutti cristiani. Dall'XI secolo gli arabi si emancipano riguardo alla formazione e produzione della propria cultura, ma su basi fondate dall'elemento colto arabo-cristiano (ricordiamo Avicenna e poi Averroè, i filosofi più vicini alla cultura classica e alla visione razionale dell'universo, importanti anche per la cultura occidentale medievale).

Tutto il progredire della cultura diffusa attraverso il Libro-Codex-Manoscritto, avanza sostanzialmente di pari passo in tutta l'Europa continentale, qui diffuso dal monachesimo, dalle cancellerie imperiali, dalle università, con le stesse modalità con cui è diffuso nel bacino del Mediterraneo e Medio Oriente arabo islamizzato dagli scrittorii delle moschee, delle scuole coraniche, dalle grandi biblioteche irachene, egiziane, yemenite, mozarabiche, e nell'area di influsso bizantino, copto, aramaico, ebraico: la cultura, gli usi e costumi, le merci si diffondevano e mescolavano, attraverso il movimento dei mercanti e dei dotti, delle legazioni politiche e dei militari. La scienza e la tecnica erano sostanzialmente equiparabili in tutto il mondo conosciuto dove era in uso il libro manoscritto. La stessa nostra "scienza" europea ancor fondata sul funzionalismo aristotelico cristianizzato dalla scolastica, la scienza cioè precedente a Copernico, Galilei e Newton, era qualitativamente altra cosa: e difatti, non a caso essa era largamente debitrice anche del pensiero islamico e compatibile con esso.



Last update: 2005/09/29

Marco Sassetti @islamistica.com


http://www.islamistica.com/ospiti/marco_sassetti/corano_gutenberg.html



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