Migranti in Campania
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I NODI PROBLEMATICI DELL'INSERIMENTO


Il difficile percorso dell'inserimento


Lo sviluppo del fenomeno migratorio in Campania, come nel resto del paese, pone in modo stringente la necessità di affrontare con un nuovo approccio e con strumenti adeguati la situazione di multiculturalità che si è andata creando. Non si tratta solo di rispondere alle emergenze dei nuovi arrivati, magari con maggiore o minore grado “assistenza”, ma di costruire percorsi di fruizione dei diritti e di interazione positiva con la popolazione campana che consentano di stabilire un giusto equilibrio tra coesione sociale e diversità culturali. Ciò implica che si debbano affrontare e risolvere alcuni nodi problematici che allo stato attuale non permettono ai nuovi arrivati di entrare a far parte, ed ancor più, di sentirsi parte a pieno titolo della società di accoglienza. Considerate le specificità della presenza straniera in Campania, le aree nelle si presentano i maggiori punti di criticità, sono quelle che attengono a problemi come il lavoro, la casa, la salute, i figli, la tutela dei propri diritti. Alcune rapidissime informazioni al riguardo consentiranno di avere un quadro della situazione che permetterà di collocare correttamente finalità, strategia ed attività del progetto Mira.


Lavoro


In questo campo i nodi problematici sono almeno due: il lavoro irregolare e la sicurezza sul lavoro. La Campania, infatti, ospita un gran numero di immigrati che lavorano in nero, privi di qualunque garanzia contrattuale e dei requisiti indispensabili al rilascio e al rinnovo del permesso di soggiorno. A regolarizzazione quasi conclusa, infatti, molti lavoratori immigrati risultano già nuovamente in cerca di occupazione, tra l'altro in considerazione della pratica diffusa di sottoscrivere falsi contratti. Accanto a questi, poi, è da registrare un gran numero di contratti formalmente corretti, che tuttavia non vengono rispettati nei fatti, perché al lavoratore immigrato vengono corrisposti salari inferiori a quanto dichiarato, i contributi versati sono a volte integralmente o in parte detratti dalla busta paga, l'orario di lavoro e le mansioni non corrispondono a quelle previste. E' ancora da rilevare che in alcuni settori, come l'edilizia e l'agricoltura, il fenomeno del ‘caporalato' sembra essere in espansione, con tutte le caratteristiche di sfruttamento associate a tale triste pratica. Tra i lavoratori stranieri, inoltre , si riscontra un'incidenza di infortuni sul lavoro, molti dei quali anche gravi, superiore a quella registrata tra i lavoratori italiani. Il fenomeno appare ancora più preoccupante se si considera che l'Italia, rispetto al resto d'Europa, è già in testa alla graduatoria tra i paesi con il maggior numero di incidenti sul lavoro. Napoli, Avellino e Salerno, in particolare, si segnalano per un numero di infortuni a carico di lavoratori immigrati segnalati all'INAIL di circa un centinaio di unità all'anno per ciascuna Provincia. E' presumibile che il numero di sinistri realmente verificatisi sia notevolmente superiore.


Casa


In Campania il problema abitativo degli immigrati appare forse ancora più grave di quanto non si registri nel resto del paese. Per lungo tempo, infatti, la stagionalità dei flussi migratori ha suggerito l'adozione di interventi emergenziali, con una conseguente risposta consistente soprattutto nell'offerta di posti letto temporanei. Sebbene l'offerta sia ancora molto al di sotto della domanda reale, in anni recenti sono stati creati nuovi centri di prima accoglienza e pensionati. Attualmente, tuttavia, lo stabilizzarsi della presenza straniera, che si esprime tra l'altro nei ricongiungimenti familiari, rende sempre più urgente l'accesso ad una abitazione vera e propria con tutte le difficoltà connesse all'esistenza di un patrimonio immobiliare insufficiente e spesso fatiscente, ad un livello di affitti esorbitanti, alla diffusa diffidenza dei locatari nei confronti degli inquilini stranieri, al loro difficile accesso al credito. Si può dire che oggi gli stranieri siano le vittime principali della crisi abitativa, pur con modalità differenti nelle diverse aree del territorio regionale. Nei centri urbani, trovano difficilmente casa in ragione di un atteggiamento discriminatorio che riserva loro gli alloggi peggiori a condizioni molto onerose che non riguardano peraltro il solo affitto. La minaccia continua di sfratti repentini e il non rispetto delle clausole contrattuali, anche quando esiste un impegno scritto, espongono gli immigrati al rischio di ritrovarsi improvvisamente senza un tetto. Per coloro che risiedono presso i datori di lavoro, come colf o badanti, l'eventuale perdita del lavoro si associa alla perdita del posto letto. Nei quartieri periferici è poi abbastanza frequente il caso di stranieri insediati in edifici pericolanti che vivono in condizioni di degrado: è il caso di Pianura e di Ponticelli a Napoli. Nelle aree rurali l'affitto spesso non riguarda l'alloggio, ma il semplice ‘posto letto'. I costi, in tale caso, sono elevatissimi e costringono tra l'altro gli stranieri a vivere in condizioni di promiscuità. E' inoltre da segnalare che gli edifici occupati dagli immigrati sono particolarmente fatiscenti. Spesso mancano gli infissi interni e esterni, i servizi sono insufficienti al numero di locatari, i vani sono freddi, umidi e oscuri. Non è raro che chi vive in queste condizioni contragga affezioni respiratorie, tra le quali è purtroppo frequente la tubercolosi. Se la quotidiana ricerca di un alloggio è forse, dopo il lavoro, il problema più drammatico avvertito dalla popolazione straniera, non va dimenticato che esistono situazioni di grande emergenza. Numerosi sono infatti gli accampamenti di rom, nella maggior parte dei casi abusivi, persino privi di allaccio all'acqua corrente e all'elettricità. La cronaca regionale ogni anno segnala casi di bambini o neonati rom deceduti a causa del freddo o dell'incendio provocato nel tentativo di riscaldarsi.


Salute


Quello sanitario è il settore in cui la Regione Campania si è forse impegnata maggiormente. Ambulatori e consultori sono abbastanza diffusi e nella maggior parte dei distretti sanitari sono attivi i servizi STP rivolti, appunto, agli Stranieri Temporaneamente Presenti. Alcune ASL, inoltre, hanno anche attivato un proprio servizio di mediazione culturale. A scala regionale, inoltre, viene prodotto materiale informativo multilingue sul funzionamento del Sevizio Sanitario Nazionale per facilitare l'accesso allo stesso. Ciò malgrado, è ancora problematico l'accesso degli immigrati al Servizio Sanitario. Questo resta nella maggioranza dei casi limitato sostanzialmente alle emergenze, come dimostra il gran numero di immigrati che si rivolgono al Pronto soccorso. La prevenzione e le cure continuative, viceversa, risultano generalmente disattese. L'ostacolo principale è rappresentato dalle difficoltà di comunicazione, che non si limitano ai soli aspetti linguistici, ma investono tutto il sistema comunicativo che presiede alla relazione tra sistema sanitario e pazienti. La modulistica, il contatto con gli operatori di sportello, persino i cartelli all'interno delle strutture sanitarie possono risultare incomprensibili per chi proviene da contesti molto differenti. La delicata fase della visita, e dunque dell'anamnesi, della diagnosi e della prescrizione medica, poi, rischiano di essere compromesse dall'assenza di un rapporto fiduciario tra paziente e medico, imputabile a difficoltà comunicative che non sono unicamente imputabili alla non conoscenza dell'italiano, ma sono di fatto legate ad una percezione del corpo e della malattia frutto di sistemi culturali molto diversi, rispetto ai quali medici e paramedici sono del tutto impreparati. Un altro aspetto delicato è rappresentato dall'ingresso all'interno del Sistema Sanitario Nazionale degli immigrati regolarizzatisi di recente che, in molti casi, continuano a fare ricorso alle prestazioni sanitarie erogate dalle associazioni di volontariato o dai servizi destinati agli Stranieri Temporanei Presenti.


Inserimento scolastico dei minori


La regolarizzazione di un gran numero di immigrati ha consentito, come già si diceva, a molti stranieri di procedere al ricongiungimento familiare. Sebbene il numero di minori immigrati nella Regione sia ancora modesto rispetto al resto dell'Italia, è però prevedibile che il loro numero aumenterà consistentemente e in breve tempo. Le difficoltà linguistiche, ma soprattutto la provenienza da sistemi culturali e formativi diversi da quello italiano (peraltro strettamente monoculturale, almeno sino ad oggi) sono spesso all'origine dell'abbandono scolastico di molti minori stranieri. Il rischio è ancora più elevato in una Regione come Campania, dove la dispersione scolastica assume valori elevati anche tra gli studenti autoctoni. Preoccupante, poi, è l'insuccesso scolastico che colpisce gli alunni immigrati in maniera più che proporzionale rispetto agli italiani. E' poi da rilevare come in Campania, nonostante i bambini stranieri siano ancora pochi, è elevato fra di essi il numero dei minori soli non accompagnati, spesso sfruttati per l'accattonaggio o per commettere piccoli reati.


http://www.miracampania.it/nodi.html



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