Cecenia: il miraggio di un cambiamento sostanziale
La Commissione Internazionale per la Salvezza (IRC) che lavora dal 1933 informando sulle guerre in corso e gli stati che si trovano in una situazione post-bellica di transizione ha pubblicato, il 23 Giugno, un rapporto sulla Cecenia.
A seguire nell'articolo sono proposti i passaggi chiave della relazione.
Le 2 guerre in Cecenia
Tra il 1994-96, durante la prima guerra cecena i morti civili sono stati stimati intorno a 50,000, migliaia sono rimasti senza casa e gran parte del territorio è andato incontro alla distruzione.
Nell'Ottobre 1999 i separatisti ceceni hanno compiuto incursioni nella Repubblica del Dagestan e diversi attacchi nelle città russe con bombe uccidendo centinaia di persone. Il governo russo ha risposto con raid aerei in supporto alle operazioni di terra. Così 300,000 ceceni hanno lasciato la loro casa alloggiando per la maggior parte nei campi per i rifugiati allestiti nella Repubblica di Ingushetia, alcuni di essi sono ritornati successivamente in Cecenia ma la situazione rimane fortemente instabile e sembra estendersi a tutti gli stati del Nord-Caucaso. Altre 170,000 civili si sono spostati all'interno della Cecenia in zone che considerano più sicure rispetto alla loro residenza abituale.
I rifugiati in Ingushetia
La popolazione in Ingushetia è quasi raddoppiata con l'arrivo dei rifugiati ceceni peggiorando ulteriormente le condizioni già misere di questa regione. I ceceni vivono in accampamenti con tende e in edifici abbandonati ricevendo scarsa assistenza. Il governo russo ha organizzato l'ultimo accampamento di tende nel Giugno del 2004, in questo modo il resto della gente ha dovuto spostarsi verso gli stabilimenti spontanei, oppure cercando aiuto e alloggio presso la popolazione locale, o ancora tornando in Cecenia visto che nessun'altra possibilità si è aperta. Vi sarebbero 32.000 persone che tornerebbero per questo motivo a casa ma vi sono problemi tra i quali ad esempio quelli di ottenere i documenti di registro.
Violazioni dei diritti umani
Le organizzazioni per la tutela dei diritti umani hanno riportato quotidianamente serie violazioni e abusi come arresti ingiustificati, rapimenti, torture, violenze e omicidi. Sono stati commessi principalmente da forze di polizia e agenti privati che operano in Cecenia. L'organizzazione non governativa russa Memorial ha riferito di 396 persone sparite nel 2004, di cui 187 sono state rilasciate, 24 sono state ritrovate morte e 175 sono tuttora disperse.
Crescita dell'instabilità e diffusione del terrorismo
L'instabilità della situazione cecena si starebbe estendendo alle altre repubbliche del Nord-Caucaso, con scontri tra le forze federali russe e/o la polizia locale e i gruppi ribelli come nel Nord Ossetia, Dagestan e Kabardino-Balkaria. Le attività terroristiche riescono a diffondersi facendo leva sulle tensioni tra i gruppi etnici e alimentandole a loro volta.
Tutto ciò si lega a un deterioramento progressivo della situazione politica, economica e sociale dell'intera regione che è potenzialmente il seme per un escalation di violenza e di conflitti, cioè il contesto ideale in cui il terrorismo internazionale può espandersi. La mancanza di speranza per il futuro si diffonde tra i giovani trasformandosi in una tragica pulsione emotiva verso l'estremismo, sono infatti numerose le informazioni secondo le quali in Afghanistan ed Iraq sarebbero presenti combattenti ceceni.
Corruzione
Il programma russo di ricostruzione della Cecenia si muove a rilento e in un sistema corrotto. Le famiglie le quali hanno vista distrutta interamente la loro casa per la politica della compensazione russa dovrebbero essere risarcite ma i fondi si disperdono tra i diversi ufficiali governativi a partire da Mosca. Inoltre le case solo parzialmente distrutte non rientrano nei piani di compensazione dei danni e dunque le famiglie proprietarie non ricevono indennizzi. Si calcola che soltanto il 50% delle persone che vivono nelle peggiori condizioni nei vari alloggi temporanei allestiti in Cecenia riceveranno fondi grazie alla politica della compensazione. In aggiunta il governo e le amministrazioni locali sono percepite come largamente corrotte e insensibili. Negli ultimi mesi si sono verificate numerose manifestazioni nelle repubbliche del Nord-Caucaso, esclusa la Cecenia, affinché vi sia un cambiamento al sistema dei governi corrotti.
Alto tasso di povertà e di disoccupazione
Il dipartimento del Lavoro ceceno riferisce di un tasso di disoccupazione in Cecenia dell'80%. Quello dei rifugiati in Ingushetia secondo l'Onu si attesterebbe al 90%. L'Onu all'inizio del 2005 ha stimato nel 63% della popolazione le persone cecene le cui condizioni possono essere considerate di povertà e di forte povertà; le più povere vivono nelle aree urbane. Il WHO(Organizzazione Mondiale della Sanità) ha riferito che il tasso di mortalità infantile in Cecenia ed Ingushetia è il doppio rispetto a quello della Federazione Russa nel suo insieme.
Ostacoli alle Ong da parte degli agenti governativi
Nei primi due mesi del 2005 agenti governativi avrebbero incrementato le azioni contro le Ong per impedire di svolgere il loro operato efficacemente ed in piena autonomia. Per i membri delle Ong espatriati è diventata una vera sfida poter rinnovare il loro visto e conseguentemente entrare in Cecenia. Il registro delle Ong deve essere rinnovato ogni 6 mesi contro i 12 del passato aumentando i già citati problemi di rinnovo dei visti. Vi sono frequenti controlli da parte delle forze di polizia per vedere computer, liste dei membri e altri documenti. In molti casi queste visite sono compiute illegalmente senza l'esposizione di un'autorizzazione e di una documentazione.
Conclusioni
Alla descrizione fin qui riportata del contesto ceceno l'IRC conclude con un appello rivolto alle organizzazioni internazionali e alla Russia perché si valutino attentamente tutte le problematiche che riguardano la regione e si discuta per un cambio di rotta politica che porti alla tutela dei diritti umani del popolo ceceno, alla sua sicurezza e conseguentemente ad una pace sostanziale.
Il susseguirsi di rapporti e relazioni sulla Cecenia rappresentano, dal punto di vista dell'informazione, un buon segno ma ciò che dovrebbe preoccupare è il fatto che nella maggior parte dei casi cambiano i titoli ma i contenuti risultano tragicamente gli stessi; nulla sembra evolversi, la speranza di un cambiamento diventa all'orizzonte un miraggio lontano. |