REDATTORE SOCIALE
Italia al penultimo posto in Europa per spesa pubblica
destinata alle politiche familiari (0,9%). Indagine Eurispes
L'Italia fanalino di coda in Europa per le politiche
familiari, cui dedica appena lo 0,9% della ricchezza nazionale, rispetto ad una
media europea che supera i due punti percentuali. Eterogenea la situazione
nell’Unione: si va dal Portogallo e Paesi Bassi che spendono l’1,2% alla
Danimarca con il 3,8%; ultima la Spagna con lo 0,4% del Pil dedicato. L’Italia
inoltre si colloca -insieme alla Spagna- all’ultimo posto della graduatoria
europea relativa al tasso di fecondità, con appena 1,2 bambini per donna.
E’ quanto evidenziano i dati forniti oggi dall’Eurispes che ha dedicato al tema
uno studio specifico dal titolo significativo - “Le politiche sulla famiglia:
l’Italia in grande ritardo” - in cui analizza le più recenti politiche
familiari con uno sguardo attento anche agli strumenti utilizzati Oltralpe, con
l’obiettivo di evidenziarne nodi critici e punti di forza. L’indagine ha
considerato anche le misure previste nel nuovo Documento di Programmazione
Economica e Finanziaria.
Uno dei principali strumenti a sostegno della famiglia è di natura fiscale; in
Italia sono previste diverse misure di detrazioni Irpef per familiari a carico
(se il loro reddito complessivo è inferiore ai 2.850,41 euro) , in base al
reddito del contribuente e al numero dei figli. Secondo lo studio dell’Eurispes
“i sussidi monetari, attualmente in vigore a sostegno delle famiglie, appaiono
del tutto inadeguati al mantenimento dei figli”, l’arrivo del primo figlio
infatti comporta in media una diminuzione del reddito a disposizione tra il 18%
e il 45% ed una spesa aggiuntiva tra i 500 e gli 800 euro mensili, variabili in
relazione all’età e alla collocazione geografica.
In base al rapporto inoltre se si confronta la situazione nazionale con quella
di Francia e Germania ci si accorge dell’insufficienza delle detrazioni fiscali
in vigore nel nostro Paese: in Italia per una famiglia con due figli a carico e
un reddito complessivo di 30mila euro il risparmio d’imposta previsto è pari a
poco più di 500 euro, di 3000 euro in Francia e di 6000 in Germania.
POLITICHE
SULLA FAMIGLIA: L'ITALIA IN GRANDE RITARDO |
||
Paesi |
N. bambini per donna |
Politica familiare |
Spagna |
1,2 |
0,4 |
ITALIA |
1,2 |
0,9 |
Portogallo |
1,5 |
1,2 |
Paesi Bassi |
1,6 |
1,2 |
Irlanda |
1,9 |
1,9 |
Grecia |
1,3 |
2,1 |
Unione Europea |
1,5 |
2,3 |
Regno Unito |
1,7 |
2,4 |
Belgio |
1,6 |
2,6 |
Austria |
1,3 |
2,9 |
Francia |
1,9 |
3,0 |
Germania |
1,3 |
3,0 |
Lussemburgo |
1,7 |
3,4 |
Finlandia |
1,7 |
3,4 |
Svezia |
1,5 |
3,5 |
Danimarca |
1,8 |
3,8 |
Fonte: Eurispes,
Settembre 2003
Il sistema delle detrazioni fiscali esclude le famiglie
povere che più hanno bisogno
Il sistema delle detrazioni fiscali lascia fuori le
famiglie più povere, che più di altre avrebbero bisogno di un sostegno: sono
circa 2 milioni e mezzo quelle che vivono in condizione di povertà relativa
(l’11% del complesso), concentrate per i due terzi al Sud. Una situazione che
spinge l’Eurispes che “l’introduzione di misure a sostegno dei nuclei familiari
che non possono usufruire delle agevolazioni fiscali appare pertanto
prioritaria”. L’istituto di ricerca infatti ha presentato oggi un nuovo studio dal
titolo “Le politiche sulla famiglia: l’Italia in grande ritardo”.
La povertà, ricordano i dati, è più diffusa tra le famiglie con una o più
persone in cerca di occupazione e colpisce il 9,4% dei nuclei familiari in cui
nessuno risulta disoccupato, il 21,1% delle famiglie con una persona in cerca
di occupazione e oltre un terzo (il 37,3%) di quelle con due o più persone
disoccupate. Anche la dimensione del nucleo familiare costituisce una variabile
discriminante: come mostra la tabella seguente, la povertà colpisce il 23,4%
delle famiglie con almeno cinque componenti, contro una media dell’11%.
“È plausibile pensare che laddove le condizioni legate
alla collocazione geografica, allo stato occupazionale e alla dimensione
familiare si sommano negativamente, la probabilità di trovarsi in una
situazione di indigenza economica assuma contorni drammatici:- si legge nel
rapporto - basti osservare che mentre nelle regioni settentrionali la povertà
interessa l’11,6% delle famiglie con cinque o più componenti, nel Mezzogiorno,
a parità di dimensione familiare, la percentuale sale vertiginosamente,
raggiungendo il 32,4%”.
Nell’ultimo Dpef è stato previsto un nuovo strumento per
garantire un reddito minimo alle fasce più deboli della popolazione: il Reddito
di ultima istanza, “un sostegno al nucleo familiare al di sotto di una certa
soglia di reddito e sarà erogato dalle Amministrazioni locali, attraverso un
cofinanziamento dello Stato, e con la possibilità di prevedere (ma senza il
contributo statale) un eventuale innalzamento dell’assegno”. Nel Dpef dunque
non è indicato l’ammontare dell’assegno previsto, ma secondo l’Eurispes le
risorse destinate a tale misura dovrebbero essere consistenti per poter
garantire un aiuto a tutte le famiglie che vivono in condizione di indigenza.
POLITICHE SULLA FAMIGLIA: L'ITALIA IN GRANDE
RITARDO |
||||
N. componenti familiari |
Area geografica |
ITALIA |
||
Nord |
Centro |
Mezzogiorno |
||
1 componente |
4,9 |
3,7 |
20,0 |
8,8 |
2 componenti |
4,7 |
7,4 |
24,0 |
10,7 |
3 componenti |
3,9 |
5,8 |
19,5 |
8,9 |
4 componenti |
5,7 |
8,0 |
21,1 |
12,5 |
5 componenti o più |
11,6 |
15,0 |
32,4 |
23,4 |
Tutte le famiglie |
5,0 |
6,7 |
22,4 |
11,0 |
Fonte: Eurispes Settembre
2003 su dati Istat
Sostegno alla famiglia e alla natalità obiettivi paralleli, ma serve
una ''più generosa politica familiare''
“Assume
importanza prioritaria l’assunzione di una nuova e più generosa politica
familiare, basata sullo sviluppo di strumenti di natura economica paralleli e
alternativi agli assegni familiari e alle detrazioni di natura fiscale. Assegni
per figli minori, assegni alla nascita, forme di reddito minimo garantito, in
parte previsti nel Dpef, strumenti necessari a garantire il sostegno del costo
di mantenimento dei figli anche alle famiglie non coperte dai principali
strumenti utilizzati nel nostro Paese”.
E’
il commento del presidente dell’Eurispes Gian Luigi Fara, che oggi ha
presentato un rapporto sulla situazione della spesa familiare in Italia.
Secondo l’istituto di ricerca obiettivi prioritari e paralleli sono il sostegno
alla famiglia e il sostegno alla natalità “che necessitano di un sistema di
politiche organico, in grado di coniugare la questione demografica con il costo
dei figli e le pari opportunità”.
Anche
sul fronte del sostegno al costo dei figli e alle madri lavoratrici, infatti,
secondo Eurispes il Paese mostra “una rilevante carenza dei servizi per la
prima infanzia”. I servizi privati coprono, a livello nazionale, oltre un
quinto dell’offerta complessiva: 604 asili su 3.008 sono infatti di tipo
privato. In alcune regioni e province autonome, l’incidenza del privato sul
complesso degli asili nido è particolarmente rilevante, come nella provincia
autonoma di Bolzano (43,7%), e in Veneto (52,2%), Campania (52,9%), e Calabria
(45%). Ma il loro costo elevato impedisce di considerarli realmente una valida
alternativa al servizio pubblico. In base allo studio dell’Eurispes un terzo
dei bambini italiani è in lista di attesa per entrare in un asilo nido: si
tratta del 32% delle domande di iscrizione che risultano in stand-bay. Le
maggiori carenze si riscontrano in Trentino Alto Adige, dove la percentuale
sfiora il 60%, in Liguria (55,8%), e in Valle d’Aosta che, con il 51,7% di
domande non accolte, chiude il gruppo di regioni in cui la percentuale di
bambini che attendono di andare all’asilo supera quella delle domande accolte.
Il tasso di copertura degli asili nido è inferiore alla media anche in Veneto
(dove la percentuale di domande accolte è pari al 58,5%), Friuli Venezia Giulia
62,2%, Lazio 63,5%, Toscana 65,1% e Sardegna 66,3%.
POLITICHE SULLA FAMIGLIA: L'ITALIA IN GRANDE
RITARDO |
||
Regioni e Province autonome |
Risorse per l'acquisto della prima casa e per il sostegno alla natalità |
|
v.a. (milioni di Euro) |
v.% |
|
Abruzzo |
3.946.385 |
2,5 |
Basilicata |
1.981.005 |
1,2 |
Calabria |
6.620.823 |
4,1 |
Campania |
16.072.491 |
10,0 |
Emilia Romagna |
11.356.618 |
7,0 |
Friuli Venezia Giulia |
3.531.455 |
2,2 |
Lazio |
13.846.682 |
8,6 |
Liguria |
4.860.902 |
3,0 |
Lombardia |
22.781.036 |
14,1 |
Marche |
4.307.423 |
2,7 |
Molise |
1.284.240 |
0,8 |
P.A. di Bolzano |
1.326.068 |
0,8 |
P.A. di Trento |
1.359.127 |
0,8 |
Piemonte |
11.561.668 |
7,2 |
Puglia |
11.232.828 |
7,0 |
Sardegna |
4.766.253 |
3,0 |
Sicilia |
14.788.556 |
9,2 |
Toscana |
10.552.899 |
6,6 |
Umbria |
2.643.154 |
1,6 |
Valle d'Aosta |
464.667 |
0,3 |
Veneto |
11.715.717 |
7,3 |
TOTALE |
160.999.997 |
100,0 |
Fonte:Eurispes Settembre
2003 su dati Istat
POLITICHE SULLA FAMIGLIA: L'ITALIA IN GRANDE
RITARDO |
|||||||
Regioni |
Asili nido |
TOTALE |
|||||
Pubblici |
Privati |
||||||
v.a. |
v.% |
||||||
v.a. |
v.% |
v.a. |
v.% |
||||
Piemonte |
195 |
78,6 |
53 |
21,4 |
248 |
100,0 |
|
Valle d'Aosta |
11 |
100,0 |
0 |
0,0 |
11 |
100,0 |
|
Lombardia |
478 |
84,3 |
89 |
15,7 |
567 |
100,0 |
|
Trentino A. A. |
46 |
73,0 |
17 |
27,0 |
53 |
100,0 |
|
Bolzano |
9 |
56,3 |
7 |
43,7 |
16 |
100,0 |
|
Trento |
37 |
78,7 |
10 |
21,3 |
47 |
100,0 |
|
Veneto |
154 |
47,8 |
168 |
52,2 |
322 |
100,0 |
|
Friuli V. G. |
39 |
68,4 |
18 |
31,6 |
57 |
100,0 |
|
Liguria |
86 |
87,8 |
12 |
12,2 |
98 |
100,0 |
|
Emilia Romagna |
368 |
91,3 |
35 |
8,7 |
403 |
100,0 |
|
Toscana |
235 |
92,8 |
18 |
7,1 |
253 |
100,0 |
|
Umbria |
58 |
87,9 |
8 |
12,1 |
66 |
100,0 |
|
Marche |
107 |
77,5 |
31 |
22,5 |
138 |
100,0 |
|
Lazio |
212 |
83,1 |
43 |
16,9 |
255 |
100,0 |
|
Abruzzo |
39 |
92,9 |
3 |
7,1 |
42 |
100,0 |
|
Molise |
4 |
80,0 |
1 |
20,0 |
5 |
100,0 |
|
Campania |
48 |
47,1 |
54 |
52,9 |
102 |
100,0 |
|
Puglia |
51 |
69,9 |
22 |
30,1 |
73 |
100,0 |
|
Basilicata |
23 |
82,2 |
5 |
17,8 |
28 |
100,0 |
|
Calabria |
22 |
55,0 |
18 |
45,0 |
40 |
100,0 |
|
Sicilia |
172 |
- |
- |
- |
172 |
100,0 |
|
Sardegna |
56 |
86,2 |
9 |
13,8 |
65 |
100,0 |
|
Totale |
2.404 |
79,9 |
604 |
20,1 |
3.008 |
100,0 |
Fonte: Elaborazione
Eurispes su dati Centro nazionale di documentazione e analisi su infanzia e
adolescenza. Indagine sugli asili nido, 2002