EUTANASIA: ABBANDONARE ALLA MORTE O SOSTENERE PER LA VITA?

Ancora una volta la cronaca – proponendoci una sentenza che autorizza la morte di Eluana Englaro per fame e per sete - ci porta ad affrontare il difficile e delicato tema dell’eutanasia.

Con queste brevi considerazioni basate sulla nostra esperienza di famiglie con figli affetti da cerebrolesione gravissima non pretendiamo di fornire alcuna risposta alle complesse e delicate questioni umane sollevate da situazioni di tale gravità, né tantomeno esprime alcun giudizio nello specifico caso in questione.Vogliamo però offrire una riflessione sul tema dell’eutanasia che, crediamo,non deve necessariamente essere vissuto come ineludibile, ma dovrebbe essere invece ispirato da una propensione alla vita.I
n altri termini, la domanda che ci dobbiamo porre non è tanto: “Ha una persona in condizioni di gravità estrema il diritto di morire?”, quanto piuttosto:“Cosa possiamo fare per prevenire queste situazioni?”Le esperienze di numerose persone (alcune delle quali presentate anche dai media, ma, a quanto sembra, facili da scordare) dimostrano che il desiderio di vivere non dipende tanto dalla gravità della situazione biologica, quanto piuttostodalla ricchezza della rete di relazioni che avvolge la persona e la sua famiglia. In una società attenta soprattutto alla prestanza fisica e ai risultati individuali,tendiamo a dimenticare che l’essere umano è innanzitutto un essere di relazione,un essere sociale; che l’essenza della qualità di vita è determinata soprattutto dai legami d’affetto.
Chi è affetto da disabilità, chi soffre, i suoi familiari, percepiscono conmaggiore intensità e chiarezza l’essenzialità di questi legami e - quando viene amancare il sostegno della rete di affetti – si sentono schiacciati dal peso dellapatologia, che diventa insopportabile fino al punto di arrivare a desiderare lamorte.
Il vero interrogativo posto da fatti di cronaca come questo - l’interrogativo fondamentale per la vita di tutti noi - è perciò: “Stiamo facendo abbastanza percostruire legami d’affetto e reti di sostegno e di solidarietà?” La nostra esperienza ci porta purtroppo a rispondere a questa domanda inmodo negativo. Tanta è la solitudine da cui siamo avvolti nella nostra spasmodica ricerca di apparire e di emergere, che alcuni arrivano a desiderare la morte anche se apparentemente sani e senza problemi. Non deve quindi meravigliare se molti non riescono a cogliere il valore della vita di una persona condisabilità, specialmente se gravissima. Vita che, al contrario, ha un valoreincommensurabile quando valutata secondo la dimensione umana più vera e piùprofonda, quella delle relazioni e della solidarietà.

Dario Petri - ABC Triveneto – Presidente Gianfranco Mattalia – ABC Piemonte Mauro Ossola – ABC Lombardia Giorgio Genta, Alessandro Ludi – ABC Liguria Egidio Cavicchi, Vittorio Gnesini – ABC Emilia Romagna Marco Mirai, Marco Espa – ABC Sardegna Alfonso Amoroso – ABC Lazio Aldo Tambasco – ABC Campania

10 luglio 2008

Sede: Via Degli Orti, 22 - 40137 Bologna – tel./ fax 051/442104 - codice fiscale 91172640376c/c postale 28718401 - c/c bancario 442280/2 Cassa di Risparmio di Cento ag.Pieve di CentoInternet:http://www.associazioneabc.it - email: abcfi@bo.nettuno.itfondata il 3 ottobre 1998 ai sensi della legge 266/1991 (legge quadro sul volontariato)

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