Dalla lista Socialeedscuola: Bagno alunna tetraplegica

Alla scuola media seguo un'alunna tetraplegica che ha bisogno di assistenza per il bagno. In questa funzione viene aiutata dall'AEC insieme ad una signora del personale ATA della scuola. Questa signora afferma che, pur non competendole di portare al bagno la ragazza in quanto non è provvista di corso idoneo per la cura delle persone con disabilità, "ci viene incontro per pura umanità". In realtà la dirigente ha fatto presente che, nel mansionario del personale ATA, c'è anche questo tipo di incombenza.
  Ora il problema sorge in quanto è stata programmata un' uscita a teatro e l'AEC da sola non si sente di portare in bagno la ragazza (che è un po' pesante) quindi dovrebbe venire anche una delle signore del personale ATA le quali si rifiutano tutte di venire (credo proprio per sollevare il problema). Ricevo continue sollecitazioni affinchè imponga al padre della ragazza di non farla venire a teatro, cosa che mi rifiuto di fare. Credo che la ragazza abbia lo stesso diritto degli altri a venire a teatro. Allo stesso tempo però non so dirimere la questione in quanto, anche la dirigente, mi dice che, se il personale ATA non vuole andare fuori dalla scuola (in questo caso a teatro), non glielo si può imporre.


L'ausilio materiale agli alunni con disabilità, che comprende anche la cura dell'igiene personale, è compito si tutti i collaboratori scolastici, non solo di quelli ai quali vengono riconosciuti incarichi spcifichi.
Questo è detto chiaramente nel contratto. Si veda in particolare la Tabella A, area A, e l'art. 47.
Il contratto si trova qui
Poi scrivi:"Ora il problema sorge in quanto è stata programmata un' uscita a teatro..."
Qui permettimi di contestare.
Non è stata "programmata", ma eventualmente "decisa" questa uscita.Se fosse stata veramente "programmata" il problema della ragazza sarebbe stato posto fin dall'inizio, come una delle variabili da considerare
quando si organizzano attività di questo tipo.
Purtroppo succede spesso che ci si ricorda dei ragazzi disabili quando è il momento di salite in pullman (o quasi), generando situazioni spesso spiacevoli per tutti.
Se l'uscita è considerata come attività didattiche l'alunno ha il diritto di partecipare. Sul "come" in ultima analisi decide il dirigente, anche perché è lui ad essere considerato responsabile in caso di violazione di
questo diritto.

Saluti
Flavio Fogarolo

In orario scolastico i collaboratori e le collaboratrici scolastiche hanno ll'obbligo della cura dell'igiene personale e dell'accompagnamento ai servizi igienici con riguardo agli alunni con disabilità; ciò comporta a loro favore un aumento di stipendio che è pensionabile ( CCNL 2007 art 47,48 e TAB A )
Fuori dell'orario scolastico essi possono rifiutarsi; potrebbe proporsi alla collaboratrice o all'assisntente il pagamento dello straordinario per le due o tre ore che durerà lo spettacolo. Se si rifiutano, la scuola può scegliere una persona a pagamento che provveda a tale incombenza, che potrebbe essere segnalata anche dalla famiglia, la quale potrebbe pure segnalare, se la conosce, una persona aderente a qualche associazione di volontariato. Nel caso di pagamento, ove la scuola non avesse fondi nel fondo di istituto, potrebbe aumentare la quota a tutti gli alunni, compresa quella con disabilità.
Comunque una soluzione va trovata, poichè la non partecipazione dell'alunna ad una manifestazione cui partecipano tutti gli altri, potrebbe essere vissuta dalla famiglia come discriminazione e potrebbe essere chiesto alla scuola il risarcimento dei danni per discriminazione ai sensi della L.n. 767/06.
    Cordiali saluti.
    Salvatore Nocera

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