Sostegno: via i precari dentro gli insegnanti rimasti senza cattedra

Dal Redattore Sociale

Sostegno: via i precari dentro gli insegnanti rimasti senza cattedra

''Così si mette a rischio la continuità didattica''. Ma anche la diminuzione del personale Ata influisce sul benessere degli alunni disabili: ''Meno bidelli significa minor assistenza agli studenti non autosufficienti'', dice il Ciis
 
ROMA - Insegnanti di sostegno: fuori i precari dentro i docenti rimasti senza cattedra. Tra le proteste di questi giorni ci sono anche quelle degli insegnanti di sostegno che non sono di ruolo. “Quest'anno alcuni di loro non hanno neanche ricevuto un incarico temporaneo”, dice Evelina Chiocca, una delle rappresentanti del Coordinamento degli insegnanti di sostegno (Ciis). Ma se il ministero dell"Istruzione ha confermato gli organici per l'anno 2009/2010 (oltre 90.000 docenti per circa 180.000 alunni disabili), rispettando così il rapporto di un insegnante di sostegno ogni due studenti come buona regola vuole, chi prenderà il loro posto per far quadrare i conti?

Come previsto da Salvatore Nocera, vicepresidente della Fish (Federazione italiana per il superamento dell'handicap), "i docenti di ruolo rimasti senza cattedra 'si ricicleranno' come insegnanti di sostegno, mentre quelli precari perderanno il posto”. E questa tendenza è stata rilevata dal Ciis e confermata da alcuni precari. Naturalmente “occorre una specializzazione per poter fare l'insegnante di sostegno", aveva precisato Nocera.

Questa situazione però mette a rischio quel fattore molto importante per i bambini disabili che è la continuità didattica. Saranno gli alunni a subire il ‘riciclaggio’ degli insegnanti. E' la guerra dei poveri, dove gli alunni disabili si vedono privati dei loro insegnanti, sostituiti con docenti che, privati a loro volta della cattedra, passano al sostegno per non perdere il posto di lavoro”, scrive Vanna Menegatti, insegnante di Parma che  molto probabilmente quest’anno resterà disoccupata, in una lettera inviata alla redazione di Superabile.

 Ma ad essere in pericolo “non è solo la continuità didattica e il rapporto tra docente e studente”, spiega Giuseppe Argiolas, altro rappresentante del Coordinamento degli insegnanti di sostegno. “Anche la diminuzione del personale Ata influisce sul benessere degli alunni disabili. Meno bidelli significa minor assistenza ai bambini e ai ragazzi che non sono non autosufficienti – continua –; non solo quando si tratta di andare in bagno, ma anche all’entrata e all’uscita da scuola o quando la classe si sposta in palestra o nei laboratori”. (mt)

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