SOI: scelte sbagliate, immobilismo e pandemia affossano oculistica

Agenzia AskaNews del 02/03/2021

ROMA. Sono 100.000 i pazienti in Italia, affetti da maculopatia, che non hanno accesso alle cure. Questa situazione, unica a livello internazionale e poco virtuosa per un Paese come l’Italia, deve essere modificata e migliorata. Per SOI non risulta più tollerabile il silenzio delle Istituzioni che da anni all’unisono e per ragioni di opportunità, ignorano il problema, quasi a voler confermare che non esiste, così sostenendo incomprensibili false verità. 

“Nelle società avanzate di solito quando qualcuno commette gravi errori e si dimostra insufficientemente competente e preparato sente l’obbligo morale di farsi da parte e se ciò non accade viene gentilmente esortato a farlo, per lasciare il passo a chi abbia dimostrato migliori capacità. Purtroppo nel nostro Paese questi comportamenti non sono contemplati, soprattutto nella Pubblica Amministrazione dove viene tollerato e resta impunito il totale immobilismo – spiega Matteo Piovella, Presidente della Società Oftalmologica Italiana – nonostante le drammatiche situazioni denunciate da SOI, che causano la perdita della vista a decine di migliaia di Persone. Da questa carenza di responsabilità sono derivate un’infinità di decisioni sbagliate e penalizzanti che hanno portato il settore oftalmologico alla crisi attuale che non può più essere ignorata e che necessita dell’impegno di tutti per individuare soluzioni rapide e efficaci”.

La Società Oftalmologica Italiana – SOI, Ente Morale riconosciuto dallo Stato fin dal 1924, riferimento istituzionale per l’Oculistica nazionale e non solo, da 150 anni, ha la responsabilità di “accendere la Luce” invocando aiuto in favore e nell’esclusivo interesse della salvaguardia della Vista di tutti i Cittadini italiani. “Per lunghi mesi – sottolinea una nota – un numero imponente di pazienti affetti da malattie degli occhi non ha più avuto accesso alle visite e terapie salva vista in quanto ridotte o sospese in tutti gli ospedali. A questo fatto, di per sé già sufficientemente grave, vanno aggiunti un crescente numero di pazienti che per paura del contagio hanno volontariamente evitato di effettuare le visite oculistiche e di sottoporsi agli interventi chirurgici programmati senza poter comprendere la gravità e le conseguenze di tali penalizzanti e pericolosi comportamenti.

L’emergenza coronavirus Sars-Cov2 ha generato nuove evidenti criticità nel sistema sanitario nazionale e negli ospedali, dove per far fronte all’assistenza per i pazienti colpiti da Covid-19, sono stati chiusi interi reparti, purtroppo tutti quelli per l’oculistica, con centinaia di migliaia di pazienti messi nella posizione di non poter curare i propri occhi. Tutto ciò ha prodotto per l’anno 2020 una perdita di 6 milioni di visite oculistiche e di 500 mila interventi chirurgici salva vista: ovvero una riduzione del 50% rispetto a quanto è stato possibile effettuare a sostegno dei Pazienti affetti da malattie degli occhi nel 2019. La gravità della situazione è amplificata dal fatto che in molti casi la non effettuazione delle visite e degli interventi chirurgici riguarda situazioni gravi e urgenti, quali i distacchi di retina, il glaucoma e i tumori oculari che nulla hanno da condividere con prestazioni medico chirurgiche di tipo Elettivo ma che rappresentano inequivocabilmente carattere di urgenza e operatività assoluta pena la perdita della vista”.

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