Dislessia e disturbi dell'apprendimento, c'e' una proposta di legge

ROMA. Dalla formazione obbligatoria per i docenti alla riduzione dei tempi per la predisposizione del piano didattico personalizzato. Sono solo alcuni dei punti previsti nella proposta di legge in materia di Disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) in ambito scolastico presentata dall’Associazione dislessia discalculia Lodi (Addl) e supportata dal deputato della Lega nord Guido Guidesi.
Quando si parla dei disturbi specifici dell’apprendimento ci si riferisce a dislessia, discalculia, disortografia e disgrafia. In sostanza questi disturbi interessano alcune abilità specifiche che devono essere acquisite da bambini e ragazzi in età scolare, come lettura, scrittura e calcolo. I disturbi specifici di apprendimento interessano in Italia più di 180 mila studenti (2,1% del totale), con una forte disparità tra Nord (dove superano il 3%) e Sud (0,9%).
Troppo spesso il riconoscimento dei sintomi tarda, complicando il rendimento scolastico del bambino o del ragazzo, caricandolo così di ulteriori disturbi emozionali e comportamentali. In anni di attività, sia sul campo che nelle aule giudiziarie, l’Associazione dislessia discalculia Lodi ha individuato alcune lacune legislative della legge 170/2010 che tutela gli alunni con Dsa.
Per troppi anni, scrive l’Addl, “abbiamo assistito a fallimenti scolastici dovuti in diversi casi all’inadeguatezza della norma attualmente in vigore e all’inadempienza delle previsioni normative che in alcuni casi hanno creato situazioni di disagio tali da favorire anche l’abbandono scolastico”. Secondo il presidente Addl, Debora Russo, “gli elementi non definiti, nella normativa, vigente, hanno aperto spazi a discrezionalità interpretative”.
Inoltre, “l’assenza di previsioni sanzionatorie e l’assenza di precisi obblighi formativi hanno determinato un ventaglio di situazioni di disagio scolastico a molti studenti Dsa per la soluzione delle quali, è stato purtroppo necessario in più occasioni ricorrere ai Tribunali amministrativi gravando pesantemente sulle famiglie”.
La legge precisa che la scuola deve “adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti”. Ancora oggi molti docenti penalizzano nei criteri di valutazione i ragazzi Dsa, poiché a loro dire sono “facilitati”. In realtà gli strumenti compensativi e dispensativi, consentono di mettere il ragazzo certificato Dsa allo stesso livello dello studente non certificato, comunemente chiamato “normo dotato”.
Per questo la proposta di legge introduce: la formazione obbligatoria, con cadenza annuale per i docenti (la mancata frequenza ai corsi costituisce illecito disciplinare); l’indiscutibilità della diagnosi e il suo ruolo determinante per la redazione del Piano didattico personalizzato (Pdp); la riduzione dei tempi per la predisposizione del Pdp; la previsione di sanzioni certe per l’inosservanza delle previsioni normative.
E ancora: la concessione di orari flessibili per l’assistenza scolastica ai genitori di studenti con Dsa sia nelle scuole di primo e secondo grado e la concessione degli strumenti compensativi anche in sede universitaria a partire dai test di ingresso.
La proposta di legge, dunque, mira a completare l’attuale quadro normativo al fine di dare strumenti migliori agli insegnanti e la possibilità di un futuro migliore agli alunni e alle famiglie.


Il Dubbio del 08-04-2017

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