Pensione anticipata per gli invalidi dal 75% in su

Date: 20 ottobre 2016

in: Agevolazioni disabili, News disabili 

La riforma pensioni contenuta nella legge di stabilità 2017 prevede la pensione anticipata per i lavoratori invalidi con percentuale riconosciuta di almeno il 75%.

Si tratta di un agevolazione molto importante che va ad aggiungersi a quella già prevista dall’art.80, comma 3, della Legge 388 del 2000. Quest’ultima prevede infatti che lavoratori invalidi civili ai quali sia stata riconosciuta un’ invalidità superiore al 74%, nonché ai lavoratori sordomuti, ai lavoratori invalidi per causa di servizio, invalidi di guerra e civili di guerra e gli invalidi per lavoro (ai quali sia stata riconosciuta sempre un’ invalidità superiore al 74% accertata dall’INAIL o dall’IPSEMA) hanno diritto ad una maggiorazione contributiva, ai fini del diritto e della misura della pensione, nella misura di 2 mesi ogni anno di lavoro fino ad un massimo di cinque anni. Tale maggiorazione è riconosciuta unicamente per periodi di attività lavorativa alle dipendenze di pubbliche amministrazioni o aziende private o cooperative svolti in concomitanza con il possesso del requisito sanitario (ossia dell’invalidità superiore al 74% o sordità congenita ecc.).

Ritornando ora alla Legge di stabilità 2017, gli invalidi dal 75% in su potranno andare in pensione anticipatamente e quindi godere dell’APE agevolato sempre che siano anche in possesso di 63 anni di età e 30 anni di contributi. Gli stessi lavoratori invalidi potranno godere della pensione anticipata, senza penalizzazioni, con 41 anni di contributi e quindi indipendentemente dall’età anagrafica se hanno lavorato almeno 12 mesi effettivi entro il 19° anno di età (c.d. lavoratori precoci-quota 41).

E i lavoratori aventi un’invalidità inferiore al 75%?

Per i lavoratori invalidi con percentuale inferiore al 75% non sono previste agevolazioni in uscita. Essi potranno al massimo optare per l’APE volontaria, ossia potranno andare in pensione anticipatamente dai 63 anni di età e con 20 anni di contributi, ma dovranno pagarsi di tasca propria l’anticipo pensionistico con una decurtazione ventennale sulla pensione finale.

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