Giurisprudenza disabili - Invalidità civile: la casa non fa reddito!

 

11 luglio 2016

Giurisprudenza disabili


La Corte di Cassazione è intervenuta nuovamente in tema di reddito rilevante ai fini della pensione di invalidità civile.

Con sentenza n. 14026 del 8 luglio 2016 i giudici hanno ribadito che per la pensione di invalidità civile non si considera la casa di proprietà!

Si ricorda che per l’anno 2016 gli invalidi civili hanno diritto alla pensione di inabilità civile (100%) solo se, oltre al requisito sanitario, non superano 16.532,10 euro. Hanno invece diritto all’assegno mensile (74-99%) se il reddito personale non supera i 4.800,38 euro. Nel calcolo di tale limite di reddito non va conteggiata la casa di abitazione.

Secondo la Corte le norme di riferimento sono costituite dalla L. n. 118 del 1971, art. 12 e dalla L. n. 153 del 1969, art. 26. La prima legge rinvia per le condizioni economiche occorrenti per la concessione della pensione di inabilità alle norme stabilite dalla seconda legge per il riconoscimento di pensioni ai cittadini ultra 65enni sprovvisti di reddito; e per queste ultime pensioni dal computo del reddito sono esclusi gli assegni familiari nonché il redditi della casa di abitazione.

Orbene, nel caso di specie si ritiene che la normativa della pensione sociale si applichi anche in tema di pensione di inabilità, con la conseguente esclusione, ai fini della concessione di quest’ultima, dal computo del reddito la casa di abitazione.

Non è la prima volta che la Corte offre tale interpretazione del concetto di reddito occorrente per conseguire la pensione di invalidità civile. Infatti, già con la sentenza n. 4674 del 9.03.2015 era stato chiarito che ai fini del diritto all’assegno mensile di invalidità e alla pensione di inabilità occorreva fare riferimento alla disciplina delle pensioni socialisecondo cui la voce riguardante l’abitazione non è rilevante.

Ancor prima, con le sentenze n. 5479 del 2012, n.14456 del 2012 e n.20387 del 2013 la Cassazione si è espressa sempre nello stesso modo. Ne deriva che ormai si può parlare in materia di orientamento consolidato.

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