Superabile - Tribunale di Roma off limits per i disabili: il racconto di una mamma

ROMA - Il Tribunale di Roma come un girone dantesco: così appare, almeno, dalla descrizione che ne fa Maria Simona Bellini, mamma di una ragazza con disabilità, che qualche giorno fa ha avuto la sventura di recarsi, con la figlia, negli uffici del Giudice tutelare: dove "si presume si rechino prevalentemente caregiver familiari, spesso accompagnati dal proprio caro con disabilità", premette. Siamo a Roma, centro o quasi, via Lepanto 4. E' qui che si deve andare, perché "primo paradosso - dice Bellini - non esistono uffici decentrati nei municipi". Subito, "una bella scalinata, assolutamente inaccessibile! Sempre che tu abbia trovato parcheggio - precisa - perché quelli per disabili sono praticamente sempre occupati abusivamente e nessuno fa nulla!"

Per superare questa prima barriera, "esiste un montascale ma non funziona. Allora ti devi recare ad un altro indirizzo, 300 metri più in là, in viale Giulio Cesare. Anche qui, però, 6 o 7 scalini, ma si vede un ascensore. Peccato che per prenderlo servano le chiavi! - riferisce Simona - Non si è capito perché sia aperto a tutti dal piano rialzato in poi, mentre per superare quei sei gradini è riservato alle persone con disabilità: le quali però, per poterne usufruire, devono suonare un campanello sull'altra parete. Ovviamente non c'è nessuna indicazione, devi arrivarci per intuito!". Al campanello, però, nessuno risponde: a questo punto, "se sei solo con una persona disabile, che non puoi lasciare sola per andare a chiedere aiuto, sei davvero nei guai! Altrimenti puoi sempre recarti - visto che non c'è nei paraggi nessuno che possa darti informazioni - al posto di polizia al piano rialzato, dove sarai invitato ad aspettare che l'unico ascensorista responsabile di tutti gli 8 ascensori del Tribunale Civile di Roma venga ad aprirti l'ascensore che ti occorre".

I minuti passano, l'attesa si prolunga, trascorre mezz'ora: "cominci a perdere la pazienza e chiedi aiuto al primo giovanotto forzuto che incontri per farti assistere mentre trascini il tuo caro in carrozzina su per quei sei scalini - racconta ancora Simona - Ovviamente nel frattempo continua a non arrivare nessuno! Ma non è finita, ora devi cercare di capire come fare ad arrivare nell'ala del Tribunale dove ci sono gli uffici del Giudice tutelare. Se sei fortunato qualcuno ti indica la strada, tra aule e corridoi gremiti di persone, peraltro piuttosto infastidite dal fatto che la carrozzina occupi praticamente tutto lo spazio disponibile, fermando il traffico umano nei due sensi". In qualche modo, però, il "viaggio" è finito e la meta è conquistata: non resta che affrontare il percorso a ritroso e "poi ricomincia il tran tran per il ritorno all'automobile, tra corridoi sempre più gremiti di gente che non capisce (o non vuole capire) che se non si fermano un attimo tu non passi! E se ti dice bene qualcuno ti apre il fatidico ascensore dei sei scalini (se ti dice bene, altrimenti carica di nuovo la carrozzina con sopra il tuo familiare che non sembra mica tanto contento di fare il pacco!) insieme al passante di buona volontà e cerca di tornare all'automobile! Ce lo siamo meritati un caffè? Bene l'unico Bar in zona è sotto il livello stradale, altri gradini. Qui almeno puoi scegliere o ti prendi il tuo caffè per strada o ci rinunci..." (cl)

(17 giugno 2015)

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