Redattore Sociale - Giornata disabilità: a Palazzo Chigi una celebrazione simbolica e poco altro

ROMA - Il settore della “attenzione agli altri” chiede risorse, ma anche una “battaglia culturale”: le prime ci sono, la seconda è in buona parte da fare. E’ quanto ha detto in sintesi, il premier Matteo Renzi, intervenendo a Palazzo Chigi all’incontro “La sfida per l’inclusione. Il futuro delle persone con disabilità”, promosso dai ministeri del Lavoro, della Salute e dell’Istruzione, con le federazioni Fish e Fand, in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità. Una disabilità che però, questa mattina, è stata celebrata tra pochi intimi e in un clima forse troppo ingessato e grigio. Con poche decine di invitati e con poche persone disabili presenti, anche per le difficoltà strutturali di accesso alla Sala Verde.

La disabilità, poi, è rimasta in buona parte fuori anche dal breve discorso a braccio del presidente Renzi, che ha dedicato qualche parola ad Andrea, disabile, presente in sala, a cui ha promesso anche una visita al consorzio di cooperative sociali in cui lavora. Ma per il resto, il discorso del premier si è riferito ad altro: al 5 per mille, al servizio civile, alla riforma del terzo settore, alla conferma (con piccoli aumenti) della dotazione di alcuni fondi sociali "che ora vanno spesi bene": tutti temi collaterali, che poco hanno a che fare con la quotidianità della disabilità, a cui la politica avrebbe oggi dovuto mostrare di rivolgersi.

Anche l’intervento della ministra dell'Istruzione Giannini ha appena toccato i temi cruciali dell’integrazione scolastica, mentre si soffermava sul ruolo dei “bambini speciali e delle loro famiglie” e dei nodi critici che ancora la scuola si trova ad affrontare, come il superamento del concetto di “insegnante di sostegno come delegato all’esclusione”. Tre urgenze sono state invece sottolineate dalla ministra della Salute Beatrice Lorenzin, queste sì cruciali per le persone con disabilità: “integrazione socio-sanitaria, aggiornamento dei Lea e del nomenclatore tariffario. La legislazione italiana è tra le più avanzate – ha detto – ma c’è un gap tra queste e la vita quotidiana delle famiglie, che dobbiamo presto colmare”. Assente perché “rimasto bloccato in Senato per la discussione sulla legge delega al lavoro”, il ministro del Lavoro e Politiche sociali Giuliano Poletti (sostituito all'ultimo dal sottosegretario Bobba): un’assenza "giustificata", ma certamente significativa.

Apprezzabile il tentativo di inserire nel programma delle testimonianze dirette: hanno colpito soprattutto alcuni video, e in sala le parole del nuotatore disabile Salvatore Cimmino e di due studenti. Ma è apparsa legata a un approccio "antico" la lunga lettera strappalacrime di un ragazzo disabile grave letta da una dirigente scolastica, che alla fine consisteva nella richiesta dell'autore (e per esteso si immagina della scuola) di essere ricevuto da papa Francesco.

La lettura è stata "tagliata" dal moderatore: troppo incongruente con quello che doveva essere il copione della giornata. Peccato che il copione non c'era e il lungo susseguirsi di tre ore di interventi, tranne alcune parti, è sembrato più un assemblaggio un po' frettoloso di pezzi indipendenti tra loro, che non hanno composto quel messaggio e quel risultato che, si sperava, sarebbero dovuti emergere da una celebrazione di così alto livello.

Chi ha assistito ai lavori si è comunque consolato col fatto inequivocabile che si è trattata della prima occasione, da 15 anni a questa parte, in cui un premier e un pezzo di governo si ritrovano a confrontarsi sulla disabilità. E questa è certamente una buona notizia, anche se per ora solo dal punto di vista simbolico: il simbolo della "sala verde aperta ai disabili". Servirà tempo per capire se si è trattato davvero di un nuovo corso e se produrrà dei frutti. L’appuntamento, intanto, è per il prossimo anno, per la prossima occasione.

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