Dal Redattore Sociale - Aprire l’albergo più bello di Napoli: il sogno dei ragazzi disabili del “Gruppo Mah”

NAPOLI - Il sogno più grande sarebbe aprire un ostello nel cuore di Napoli, in cui ad accogliere i turisti siano ragazzi disabili altamente qualificati, esattamente come tutti gli altri. La sfida è ambiziosa ma non impossibile secondo il Mah, “Madonna Assunta handicap”, gruppo di genitori di bambini con disabilità più o meno grave che frequentano la scuola “Madonna Assunta” di Bagnoli, quartiere Ovest di Napoli. Oltre a essere un coordinamento di mamme molto attive, il nucleo fondativo del Mah è soprattutto un gruppo di amiche che condividono tutte le paure e le preoccupazioni dell’essere genitore. La loro storia è raccontata sul mensile SuperAbile Magazine, edito dall’Inail.

A provarle sulla propria pelle è la presidente Roberta Pennarola, classe ’74, mamma di una dodicenne con la sindrome di Down: «Dopo aver terminato le elementari alla “Madonna Assunta”, il prossimo autunno mia figlia andrà alle medie, sta crescendo e sente che qualcosa sta cambiando». Seguire i ragazzi, per lo più disabili intellettivi, nelle fasi di transizione, in particolare nel passaggio dal mondo della scuola a quello della formazione e infine del lavoro, è tra i motivi principali per cui nel 2012 è nato il Gruppo Mah, inaugurato ufficialmente solo lo scorso febbraio. «La parola chiave è integrazione – spiega la presidente –. Dobbiamo cercare di fare in modo che i nostri ragazzi, dai banchi di scuola al mondo del lavoro, siano messi in condizione di stare insieme ai “normotipici”e abbiano le loro stesse opportunità. I disabili, come d’altronde tutti gli altri, hanno abilità e talenti che possono e devono essere messi al servizio della comunità. Basta scoprirli». Non a caso, Roberta Pennarola ha scelto la “Madonna Assunta” per sua figlia, così come la scrittrice Valeria Parrella, che di disabilità ha parlato nel suo ‘Tempo di imparare’, e ricopre la carica di vicepresidente della onlus. «Una scuola pubblica con le stesse difficoltà di tutte le altre scuole – precisa la responsabile del Mah – ma in cui il personale, dal bidello al dirigente scolastico, è eccezionale. La “Madonna Assunta” non ti capita, la scegli, lo fai per la sua forte attenzione alla diversità, per il suo motto “Quanto più è diverso più è bello stare insieme”, perché ha saputo dire no all’omologazione a tutti i costi».

È proprio dalla scuola che si deve partire per abbattere le barriere, soprattutto quelle culturali. Tra i soci fondatori c’è anche Roberto Morcone, docente di Psicologia dello sviluppo all’Università Federico II, che individua le difficoltà ma soprattutto le potenzialità dei ragazzi attraverso colloqui conoscitivi, per costruire un percorso di vera inclusione sociale. Concetto, questo, che sta molto a cuore ai fondatori del Mah – con Roberta Pennarola e Valeria Parrella ci sono anche Marina Minopoli, Brigida Buzio, Alessandro Del Prete e Davide Iodice – e si concretizzerà a breve nell’organizzazione di corsi di formazione per provetti cuochi, pizzaioli e addetti al catering. Il primo dovrebbe partire entro l’estate, a inaugurare un’idea di formazione che vede i ragazzi disabili non in classi separate, ma accanto ai cosiddetti normodotati. «La maggior parte dei giovani con disabilità si diploma alla scuola alberghiera – nota con pragmatismo Roberta – ed è soprattutto per loro che bisogna creare opportunità di lavoro». Ecco allora il piano: tentare di mettere in collegamento scuola e imprese, per fare di questi ragazzi veri professionisti del settore gastronomico e dell’accoglienza. Con la speranza di poter realizzare un giorno il sogno più grande: aprire l’albergo più bello di Napoli, in cui a lavorare siano proprio loro. «Non devono venire da noi per fare un’opera di misericordia – sottolinea la presidente – ma perché siamo bravi e chi ci lavora è personale altamente qualificato».

Per realizzare il progetto il Mah ha bisogno di una sede adatta: per questo motivo, è in costante dialogo con le istituzioni, prime tra tutte Comune e Regione, e alla ricerca di sinergie con altre associazioni. Il disegno del gruppo è stato anticipato forse solo sul piccolo schermo dal programma andato in onda di recente su Rai Tre “Hotel 6 Stelle”. «Quando l’ho visto, ricordo di aver pensato: “Wow! Hanno fatto esattamente quello che vogliamo fare noi!”», commenta Roberta Pennarola, che aggiunge: «Ammetto di essermi commossa, non tanto nel vedere questi ragazzi al lavoro, so che ne sono capacissimi, quanto nello scoprirli mentre chiacchieravano con gli altri dipendenti dell’albergo, in un momento di “normalità”, al di là di ogni barriera». Già alla festa di inaugurazione del gruppo il 22 febbraio scorso al Museo del mare, quattro ragazzi con sindrome di Down hanno curato il catering per gli ospiti. Ma è solo l’inizio di un percorso molto lungo e non facile. Intanto, in poco tempo, l’associazione ha già ricevuto l’aiuto di tante famiglie e organizzazioni del territorio, conta oltre 30 soci, anche tra persone non direttamente interessate dal problema, semplicemente cittadini sensibili e consapevoli, e realizza gruppi di sostegno. Chi volesse saperne di più o sostenere l’associazione può visitare il sito Gruppomah.it. (Maria Nocerino)

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