CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME

1. Premessa

Oggi, in tutta l’Europa, si è ormai riconosciuta, la necessità di avere servizi diffusi dedicati alla prima infanzia e alle loro famiglie.

In Europa - come in Italia - i servizi per la prima infanzia sono stati considerati fino a pochi anni fa soprattutto come strumenti per favorire la conciliazione e quindi l’occupazione femminile, secondo un quadro interpretativo che si è recentemente evoluto: nell’agenda di Lisbona del 2000 il tema della occupazione femminile era prevalente, ma recentemente anche a livello europeo è ormai condiviso che i servizi per la prima infanzia abbiano finalità più ampie.

La Comunicazione della Commissione Europea n.66 del 17 febbraio 2011, dal titolo "Educazione e cura della prima infanzia: consentire a tutti i bambini di affacciarsi al mondo di domani nelle condizioni migliori", afferma che l’educazione e la cura della prima infanzia costituiscono la base essenziale per il buon esito dell’apprendimento permanente, dell’integrazione sociale, dello sviluppo personale e della successiva occupabilità. Oltre al riconoscimento del beneficio indiretto sulla conciliazione e occupazione femminile, si evidenziano così altri benefici sociali, economici ed educativi diretti alle bambine ed ai bambini che frequentano questi servizi, a condizione che siano di alta qualità.

L’attenzione all’inclusione e l’investimento sul capitale umano dei bambini dei servizi per la prima infanzia costituiscono inoltre una valida lotta alle disuguaglianze, come è stato recentemente ribadito dalla Commissione Europea, che con la Raccomandazione n. 112 del 20 febbraio 2013 dal titolo "Investire nell'infanzia per spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale", raccomanda di "adottare tutte le misure possibili per favorire tale partecipazione, in particolare per i genitori distanti dal mercato del lavoro o particolarmente a rischio di povertà".

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