Dal Redattore Sociale - Anoressia, l’età si abbassa: il problema inizia a 12 anni

06 novembre 2013

PORTOGRUARO (Ve) – Anoressia e bulimia: un problema in aumento e sempre più precoce. È questa la fotografia scattata da Pierandrea Salvo, responsabile del centro per i disturbi del comportamento alimentare dell’Ulss10 “Veneto Orientale”, con sede a Portogruaro in provincia di Venezia. L’analisi del fenomeno anticipa alcuni dei contenuti che saranno al centro del forum nazionale “Dove volano le farfalle” dedicato ai disturbi del comportamento alimentare, che si svolgerà venerdì e sabato. Oltre quattrocento i partecipanti attesi all’evento.

Secondo i dati e l’esperienza del centro veneziano l’età media di esordio di tutti i disturbi alimentari, comprese forme come l’alimentazione incontrollata che porta all’obesità, si assesta sui 16 anni. Per anoressia e bulimia nello specifico, invece, l’età media è inferiore e questo pone i servizi di fronte a nuove sfide. “L’abbassamento dell’età è un fenomeno iniziato da alcuni anni ed è stato documentato per primo a Padova - precisa Salvo -. La presenza così cospicua di ragazzine obbliga i meccanismi di trattamento ad adattarsi”. A un esordio precoce corrisponde infatti una cronicizzazione anticipata e l’insorgenza di problematiche diverse rispetto a quelle abitualmente riscontrate: osteoporosi prematura, interruzione della crescita, arresto della statura… “La presenza nel nostro centro di ragazze sempre più giovani ci ha spinto a sottoscrivere tre anni fa un accordo con l’ufficio scolastico - aggiunge Salvo - per garantire alle utenti la possibilità di proseguire gli studi, seguendo via Skype le lezioni dalle scuole di provenienza. Infatti il trattamento non può precludere l’istruzione e ci siamo dovuti arrangiare al meglio”.

Al momento il centro di Portogruaro ospita nove ragazze in comunità, sei in gruppo appartamento e cinque nella struttura diurna, per un totale di circa 60 persone l’anno in ricovero riabilitativo e circa 200 seguite ambulatorialmente. “Il 70 per cento delle persone ricoverate proviene da territori esterni alla nostra Asl: arrivano da molte regioni d’Italia e da tutto il Veneto”. Salvo evidenzia come il numero di persone con anoressia e bulimia si sia ormai stabilizzato, “ma resta così importante che i servizi sono sommersi. C’è bisogno di presa in carico territoriale prima e dopo la struttura di riabilitazione”. (gig)

Aumentano gli adolescenti che “esplodono” accolti all’ospedale Bambino Gesù di Roma. Crisi depressive o stati di agitazione incontrollabile, abusi di sostante stupefacenti, tentati suicidi, disturbi dell’alimentazione con grave rischio di vita, che si trasformano in necessità di ricovero: un’area grigia “troppo sconosciuta, ma drammatica”, secondo Stefano Vicari, responsabile dell'Unità operativa di Neuropsichiatria Infantile dell’ospedale, che con oltre un milione di prestazioni ambulatoriali e più di 63 mila accessi in pronto soccorso, rappresenta un osservatorio privilegiato.

Da un punto di vista numerico il trend si conferma in aumento con circa 400 ragazzi passati in pronto soccorso con problemi di natura psichiatrica (oltre ai ricoveri programmati) nel 2012: erano 91 nel 2009 e poco più di 200 nel 2010 gli accessi per casi di psichiatria di urgenza. La lettura tuttavia deve essere cauta: “Il fenomeno è in aumento solo in parte. - spiega Vicari - Dobbiamo tener conto che oggi siamo più attrezzati ad intercettare questi problemi”.Quello che sicuramente è in aumento è l’abuso di sostanze stupefacenti, alto fattore di rischio per molti ragazzi. “L’uso di sostanze è oggi più diffuso. - spiega - La stessa cannabis possiede una carica tossica molto diversa da quella degli anni ‘70”. “In adolescenza - prosegue - l’uso di sostanze è da considerarsi un fattore di rischio, come vivere in una grande città, appartenere a un gruppo chiuso (ndr. ad esempio immigrati) o aver subito eventi traumatici”.

All’ospedale bambine di 9 anni in anoressia. Si abbassa sempre più l´età di chi si ammala: se fino a qualche anno fa arrivavano in ospedale con il 118 bambine di 12 anni con anoressia nervosa a rischio di vita, oggi necessitano di interventi di urgenza anche quelle di 9 anni. L’anoressia è una malattia quasi esclusivamente femminile, ma sono in aumento anche i maschi, che scelgono la strada di una straordinaria attività fisica a compenso del cibo consumato. “In questi casi - sottolinea Vicari - lavoriamo per migliorare la consapevolezza della malattia, fornendo un adeguato supporto psicologico ed eventualmente farmacologico”.

Gli agitati discontrollati. Sono i ragazzi che mostrano una agitazione che non si placa: provocano risse o minacciano col coltello, perdono il controllo fino a essere pericolosi per se e per gli altri. Rappresentano dal punto di vista numerico l’1 per cento della popolazione.

Chi viene accolto con una diagnosi psichiatrica in pronto soccorso, viene preso in carico nel reparto di Neuropsichiatria Infantile e in altri reparti o avviato ai servizi. Ma pesa la mancanza di posti letto per la psichiatria pediatrica di emergenza: nel Lazio sono solo 14, di cui 6 all’Umberto I e i restanti al Bambin Gesù. “Le malattie psichiatriche sono sempre esistite. – sottolinea Vicari – Sono disturbi di natura biologica e il contesto ambientale ne può solo favorire o meno la comparsa”.

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