Una ricerca indagherà sui costi sociali ed economici della dispersione scolastica

01 ottobre 2013


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 ROMA – Comprendere l’impatto sociale della dispersione scolastica in Italia, quantificare l’incidenza sul Pil italiano e scoprire il valore delle azioni messe in campo dal terzo settore per contrastarla. Questo l’obiettivo della prima “Ricerca nazionale sulla dispersione” che verrà realizzata da Intervita Onlus insieme all’Associazione Bruno Trentin di Cgil e Fondazione Giovanni Agnelli e lanciata oggi durante una conferenza stampa tenutasi in Senato a Roma. La ricerca partirà dal prossimo novembre 2013 per terminare nel mese di settembre 2014. Per i risultati occorrerà avere un po’ di pazienza e aspettare la fine del prossimo anno.
La ricerca ha come aree di riferimento quelle metropolitane di Milano, Roma, Napoli e Palermo. Il fine è identificare la tipologia e il numero dei ragazzi che abbandono i banchi di scuola, valutare i tipi d’intervento e la loro efficacia. Al lavoro sulla ricerca un comitato scientifico presieduto dal direttore scientifico Daniele Checchi, economista dell’Università di Milano, con la presenza di rappresentanti della Fondazione Agnelli, dell’associazione Bruno Trentin, di Csvnet, di Welfare Italia Cgm, della Fondazione della sussidiarietà, dell’ufficio del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e del Miur.

L’idea di una ricerca nazionale nasce nell’ambito del lavoro svolto da Intervita Onlus con un network nazionale contro l’abbandono. “Frequenza200”, questo il nome del progetto come il numero di giorni di lezione obbligatori, è attivo dal 2012 in tre regioni italiane (Lombardia, Campania e Sicilia) e mira a valorizzare la relazione tra scuola e territorio. Un progetto che “coinvolge insegnanti, dirigenti scolastici, giovani, famiglie e operatori sociali – spiega una nota dell’associazione Intervita - in attività educative e permette loro di condividere sulla piattaforma online le buone pratiche e le proprie esperienze per metterle a sistema ed individuare un modello di intervento efficace, replicabile e sostenibile”. Ad oggi, il progetto triennale, ha coinvolto 2.500 ragazzi nelle città di Milano, Napoli e Palermo, altrettante famiglie, 800 insegnanti, 600 mamme e 100 operatori informali e “prevede l’attività di un centro diurno operativo 5 pomeriggi alla settimana con attività educative condivise con le istituzioni del territorio”.

La dispersione scolastica in Italia ha “dimensioni allarmanti”. Circa 2 ragazzi su 10 non tornano sui banchi di scuola o lo fanno in modo tanto precario da abbandonare prematuramente ogni possibilità di successo formativo. Un fenomeno che, secondo Intervita, coinvolge quasi 700 mila ragazzi tra i 10 e i 16 anni ogni anno e che, con il 17,6 per cento di ragazzi che abbandonano gli studi, fa finire l’Italia in fondo alla classifica europea. Un divario che “aumenta al Sud, dove la media è del 22,3 per cento, mentre si riduce nel Centro-Nord dove si attesta al 16,2 per cento”, nonostante nel 2000 la situazione generale risultassi assai più grave, con una percentuale di abbandono pari al 25,3 per cento. “Con Frequenza200 – ha spiegato Marco Chiesara, presidente di Intervita Onlus - promuoviamo un modello di intervento per sostenere il dialogo tra le istituzioni nazionali, le famiglie e gli enti locali per confrontarsi sulle buone pratiche e favorire un’attenzione maggiore sul tema dell’educazione. Attraverso un programma triennale ci siamo posti l’obiettivo di ridurre l’abbandono della scuola  riportando sui banchi 4.000 studenti a rischio”.

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