Dal Redattore sociale . Lavoro e disabilità: la "fotografia" e le proposte dell’Osservatorio

ROMA – E’ di oggi la sentenza della Corte europea che condanna l’Italia per non aver adottato tutte le misure necessarie per garantire un adeguato inserimento professionale dei disabili nel mondo del lavoro e la invita a porre rimedio a questa situazione al più presto. Della questione si occupa ampiamente il Programma di azione per la disabilità, approvato dall’Osservatorio nazionale, che sarà oggetto dell’ormai imminente Conferenza di Bologna, in programma per il 12 e 13 luglio. Pur non contenendo alcun riferimento esplicito alla procedura d’infrazione avviata dalla Commissione europea, l’Osservatorio apre il secondo capitolo del documento (“Lavoro e occupazione”) proprio con la rilevazione dell’inadeguatezza del sistema di inclusione lavorativa delle persone con disabilità nel nostro Paese.

Criticità e obiettivi. Non si conosce il numero dei disoccupati con disabilità, ma si sa che i posti di lavoro a questi riservati restano in parte (21%) inoccupati. E’ questa una delle principali incongruenze nell’applicazione della legge (n. 68/99) che norma l’inserimento lavorativo delle persone disabili. I principali dati sul fenomeno sono contenuti nella VI Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della legge (anno 2011)Obiettivo principale è quindi “aggiornare la legislazione in vigore e renderla più efficace nell’offrire occasioni di lavoro, in particolare attraverso un miglior funzionamento del collocamento mirato di cui alla legge 68/99”. C’è poi l’esigenza di migliorare il sistema di raccolta dei dati, attraverso l’integrazione delle fonti amministrative e statistiche e la rilevazione sistematica e periodica dei dati sulla situazione occupazionale delle persone con disabilità, comprese quelle con disabilità intellettiva.

Azioni legislative. “Rifinanziare il fondo nazionale per la legge 68/99, oggi sostanzialmente azzerato”, prevedere nuove “competenze per il collocamento mirato in modo da seguire i lavoratori con disabilità durante tutto il percorso lavorativo”, elaborare una “legislazione  ad hoc” per il lavoratori colpiti da “malattie ingravescenti/croniche progressive”, prevedere modalità come il part-time e il telelavoro per le persone con disabilità: sono alcune delle proposte di carattere legislativo contenute nel Programma

Politiche del lavoro. “Ridefinire i criteri di distribuzione regionale dei fondi disponibili per la legge 68/99”; creare in ogni provincia “équipe competenti nel sostenere in forma tecnica l’inclusione lavorativa di lavoratori con disabilità”, definendo questi come “livelli essenziali di servizio”; favorire l’occupazione delle donne con disabilità (attualmente rappresentano solo un terzo dei lavoratori disabili), anche attraverso un sistema di incentivi; sostenere le cooperative di tipo B e le forme di autoimpiego; e, ancora, istituire un “centro nazionale di informazione, consulenza e sostegno, in cui vengano raccolte le buone pratiche di inclusione lavorativa”, da porre alle dipendenze dell’Osservatorio stesso: sono alcune delle azioni previste dal Programma per migliorare le condizioni occupazionali delle persone con disabilità. Infine, si propone di “inserire l’Inail nella rete del collocamento mirato territoriale” e di prevedere,all’interno di ogni azienda di grandi dimensioni, una “unità tecnica” dedicata ai lavoratori con disabilità, dal momento che occorre “seguire il lavoratore non solo nelle fasi di avviamento al lavoro, ma in tutte le fasi del percorso lavorativo, raccordando la legge 68/99 con quella della legislazione non discriminatoria”. Infine, un ruolo fondamentale deve essere svolto dalle associazioni, “adeguatamente professionalizzate, nel campo dell’intermediazione e del tutoraggio al lavoro”. (cl)

Sono oltre 22 mila in Italia i disabili avviati al lavoro nel 2011

I giudici ritengono che l'Italia non abbia recepito correttamente la direttiva sulla parità di trattamento. Nel 2011 in calo le assunzioni, sono oltre 19.600. Gli iscritti alle liste speciali poco più di 644 mila

Roma - Italia bocciata dalla Corte di giustizia dell'Unione Europea. La condanna riguarda le norme sul lavoro per i disabili. In particolare i giudici ritengono che l'Italia non ha adottato tutte le misure necessarie per imporre ai datori di lavoro l'adozione di provvedimenti pratici ed efficaci a favore dell'inserimento lavorativo dei disabili. La Corte europea accusa l'Italia di essere venuta meno agli obblighi comunitari per aver recepito  in maneria non adeguata quanto previsto dalla direttiva sulla parità di trattamento in materia di occupazione.

Oltre 22.023 i disabili avviati al lavoro in Italia nel 2011. Dopo la grave flessione registrata nel biennio 2006-2008 (-34 per cento), nel corso del 2010-2011 i lavoratori disabili sono cresciuti del 18,5 per cento rispetto al 2008-2009. Gli iscritti alle liste provinciali speciali del lavoro sono poco più di 644 mila, di cui quasi 65.800 nuovi iscritti (erano 83 mila nel 2010). (Isfol, Relazione sullo stato di attuazione delle norme per il collocamento obbligatorio e mirato delle persone disabili  relativo al biennio 2010-2011).

Donna quasi la metà dei disabili iscritti al collocamento. Le donne  rappresentano il 48 per cento del totale degli iscritti, e raggiungono la quota di 308.142 (erano oltre 359 mila nel 2010). Dall'esame delle iscrizioni per tipologia di invalidità si osserva che sia per il biennio 2010-2011 che nel biennio precedente, prevalgono gli invalidi civili nell'ambito del numero di beneficiari che accedono agli elenchi unici. Essi ammontano a 70.138 nel 2011 (erano 75.988 nel 2010), seguono sempre per il 2011 gli invalidi del lavoro 1.778, gli invalidi per servizio 384, i non vedenti 282, i sordi 703.

Gli immigrati con disabilità. Nel 2011 risultano iscritti agli elenchi provinciali 11.600 immigrati. Un terzo di questi sono donne. Ne erano 7.073 nel 2008. La dislocazione territoriale delle iscrizioni nelle liste provinciali degli immigrati riguarda soprattutto le aree del nord ovest e del nord est dove ci sono mercati del lavoro più ricettivi. Gli avviati al lavoro nel biennio 2010-2011 ammontano a 693. Come per gli iscritti anche in questo caso un terzo degli avviati riguarda le donne.

Settore pubblico e privato. Se si prendono in considerazione i posti disponibili nei settori del pubblico e del privato si ha la seguente situazione: al 31 dicembre 2008 erano 78.200 i posti scoperti, di cui 64.866 nel settore privato e 13.334 nella pubblica amministrazione. Quasi 80 mila posti scoperti, che nel corso del 2009 sono stati occupati solamente per un quarto, con i 20.830 avviamenti al lavoro. Il maggior numero di avviamenti è avvenuto attraverso lo strumento della convenzione (49%) e gli avviamenti nominativi rappresentano il 41,9%, vanificando la quota dell’avvio numerico previsto dalla legge. (Indagine Isfol Plus 2008)


In calo le assunzioni, sono oltre 19.600 nel 2011. Le assunzioni registrate nel biennio risultano complessivamente a 20.793 nel 2010 e 19.605 nel 2011. In entrambe le annualità la prevalenza in termini assoluti dei rapporti di lavoro a tempo determinato è netta nelle ripartizioni settentrionali, mentre al centro e nel sud continuano a prevalere gli avviamenti a tempo indeterminato. Per la prima volta, nel 2009 i rapporti di lavoro a tempo indeterminato scendono sotto il 50% e si attestano al 47,5%. Erano il 54,6% nel 2008. Aumentano d’altro canto i contratti a  tempo determinato (erano il 41,6% nel 2008, salgono fino al 48,5% nel 2009). 

Disabilità e lavoro: la situazione in Italia

Sono 22.023 le persone con disabilità avviate al lavoro registrate a fine biennio 2010-2011, secondo il report curato dall'Isfol, della "Sesta Relazione sullo stato di attuazione delle norme per il collocamento obbligatorio e mirato delle persone disabili (Legge 68/99)" relativo agli anni 2010-2011.
In generale, i disabili avviati al lavoro nel corso del 2010-2011 mostrano una ripresa del 18,5% rispetto al biennio 2008-2009; rispetto alla grave flessione registrata nel biennio 2006-2008 che si attestava al 34%: gli avviati al lavoro erano 31.535 nel 2007 e solo 22.023 nel 2011. 

 

Contemporaneamente, nel solo anno 2011 ci sono stati 65.795 nuovi iscritti alle liste speciali del collocamento obbligatorio e 83 mila nel 2010. Numeri che portano il totale dei disabili iscritti alle liste provinciali speciali del lavoro a quota 644.029 (dato riferito al 2011; nel 2010 erano 743.623).
Le donne nel 2011 rappresentano il 48% del totale degli iscritti, e raggiungono la quota di 308.142 (erano oltre 359 mila nel 2010).

Dall'esame delle iscrizioni per tipologia di invalidità si osserva che sia per il biennio 2010-2011 che nel biennio precedente, prevalgono gli invalidi civili nell'ambito del numero di beneficiari che accedono agli elenchi unici. Essi ammontano a 70.138 nel 2011 (erano 75.988 nel 2010), seguono sempre per il 2011 gli invalidi del lavoro 1.778, gli invalidi per servizio 384, i non vedenti 282, i sordi 703.  

Gli immigrati con disabilità. Nel 2011 risultano iscritti agli elenchi provinciali 11.600 immigrati. Un terzo di questi sono donne. Ne erano 7.073 nel 2008. La dislocazione territoriale delle iscrizioni nelle liste provinciali degli immigrati riguarda soprattutto le aree del nord ovest e del nord est dove ci sono mercati del lavoro più ricettivi. Gli avviati al lavoro nel biennio 2010-2011 ammontano a 693. Come per gli iscritti anche in questo caso un terzo degli avviati riguarda le donne.

 

Settore pubblico e privato. 
(I dati che seguono si riferiscono all'indagine Isfol Plus 2008) - Se si prendono in considerazione  i posti disponibili nei settori del pubblico e del privato si ha la seguente situazione: al 31 dicembre 2008 erano 78.200 i posti scoperti, di cui 64.866 nel settore privato e 13.334 nella pubblica amministrazione. Quasi 80 mila posti scoperti, che nel corso del 2009 sono stati occupati solamente per un quarto, con i 20.830 avviamenti al lavoro. Il maggior numero di avviamenti è avvenuto attraverso lo strumento della convenzione (49%) e gli avviamenti nominativi rappresentano il 41,9%, vanificando la quota dell’avvio numerico previsto dalla legge.

Le assunzioni registrate nel biennio risultano complessivamente a 20.793 nel 2010 e 19.605 nel 2011. In entrambe le annualità la prevalenza in termini assoluti dei rapporti di lavoro a tempo determinato è netta nelle ripartizioni settentrionali, mentre al centro e nel sud continuano a prevalere gli avviamenti a tempo indeterminato. Per la prima volta, nel 2009 i rapporti di lavoro a tempo indeterminato scendono sotto il 50% e si attestano al 47,5%. Erano il 54,6% nel 2008. Aumentano d’altro canto i contratti a  tempo determinato (erano il 41,6% nel 2008, salgono fino al 48,5% nel 2009). 


GLOSSARIOPer collocamento mirato dei disabili si intende tutta quella serie di strumenti (tecnici e non) che permettono un’adeguata valutazione della capacità lavorativa delle persone con disabilità. Comprende l’analisi dei posti di lavoro, le forme di sostegno da attivare, siano esse di eliminazione di barriere architettoniche che di relazione. Hanno diritto al collocamente mirato tutti i disabili con percentuale di invalidità uguale o superiore al 46%. I servizi offerti sono:

·         adempimenti amministrativi (ad esempio iscrizioni, rilascio di certificati, ecc.)

·         sportello informativo sulla legge 68/1999

·         consulenza e orientamento agli iscritti e alle aziende per facilitare l'incontro tra le diverse esigenze

·         l'inserimento mirato per favorire l'incontro domanda/offerta.  

Il collocamento obbligatorio. La legge n. 68/1999 stabilisce che tutti i datori di lavoro che collochino più di 15 dipendenti siano obbligati a riservare una quota delle proprie assunzioni a soggetti disabili, con percentuale di invalidità uguale o superiore al 46%. Questa “quota di riserva” deve essere comunicata annualmente ai servizi per l’impiego ai fini del collocamento mirato. 

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