Il Paese delle mani in tasca e delle tasche piene
Gianfranco Pignatelli - 28-04-2009
Ma chi ha detto che l'economia è algida? Noi, per esempio, abbiamo un ministro appassionato e fantasioso. Non solo per la sua finanza creativa ma anche per la comunicazione adottata, sempre varia e ad effetto. Un paio di tormentoni, però, lo contraddistinguono. Il primo: abbiamo il terzo debito pubblico del mondo pur non essendo la terza economia mondiale. Secondo: non metteremo le mani nelle tasche degli italiani. Il ministro lo ha ripetuto anche in occasione degli interventi pro-Abruzzo. Così gli italiani le mani nelle tasche se le sono messe da soli. E il governo? Con destrezza ha subito fatto da croupier, sia per i denari derivati dalla generosità individuale e sia per quelli provenienti dalla solidarietà internazionale e comunitaria. Un grande affare: nessun onere e tutti i benefici mediatici e politici. Si spende e si spande con le tasche altrui. Tutti i meriti al governo a costo zero.
I fondi pensione nella crisi: PATAPUNF!
Umberto Bardella - 23-02-2009
Ad essere sinceri, era un pò di tempo che eravamo curiosi di sapere come la COVIP (anagramma di Commissione per la Vigilanza sui fondi Pensione) avrebbe parlato della crisi, dopo che la stessa era passata rapidamente dalla vigilanza ad una sfacciata propaganda della bontà dei fondi, quasi fossero l'anticipo del paradiso in terra.
Abbiamo dovuto aspettare un bel pò, il 21 di novembre - ma la COVIP, evidentemente pentita del ritardo, ha promesso a partire dal 2009 una relazione ogni tre mesi.
Comunque, l'attacco della relazione COVIP ("La crisi del sistema finanziario internazionale ha avuto evidenti ripercussioni sui rendimenti dei fondi pensione italiani") è sommesso, quasi pentito; e tale rimane per tutto il testo presentato. Nessun riflesso, comunque, del tono entusiasta delle altre relazioni. Ma entriamo nel merito. In primo luogo, ci ha fatto evidentemente piacere che anche lei si sia accorta di un problema che noi avevamo segnalato fin dall'inizio: il problema di chi, volente o nolente, deve andare in pensione in periodi come questo, quando la somma da incassare è inferiore al capitale che ognuno ha versato.
Andiamo avanti.