Tag: fessi - ultimi interventi
Contratto economico, il rischio degli annunci-camomilla
Gianfranco Scialpi - 11-11-2017
I siti professionali assolvono ad un compito molto importante: commentare, riflettere sulle novità. Non sempre gli interventi sono adeguatamente ponderati. Qualche volta si fanno "abbagliare" da particolari che possono rappresentare dei "cavalli di ...
L'insegnamento non è una missione .. e allora?
Enrico Maranzana - 06-08-2017
Gli insegnanti non sono dei missionari. Una tesi dimostrata con il rigetto dei caratteri che qualificano l'attività del missionario. Il versante della professionalità del docente é inesplorato: un'omissione che occulta le magagne della progettazione, del governo e della gestione dell'istituzione scolastica.
La ritirata del Ministro Fedeli
Gianfranco Scialpi - 13-07-2017
Riprendo due dichiarazioni del Ministro Fedeli:
" Se si vuole dare rilancio agli investimenti per la scuola e per la formazione l'aggancio e' l'investimento sulla qualità delle retribuzioni dei docenti, una delle professionalità più importanti del ...
PD :( ): DP
Mauro Artibani - 01-03-2017
Lunedì si guardano in cagnesco, martedì si ammiccano, mercoledi boh, sabato e domenica, con i social si scambiano rancori. Giovedì, pausa caffè. Veniamo al fatto,
L'economia reale e la crisi
Mauro Artibani - 23-06-2016
La crisi nasce nel ganglio più sensibile proprio dell'economia reale.
Tutti a chiedersi: la crisi finanziaria che scrolla il mondo finirà con il contagiare l'economia reale?
La priorità è dei fessi
Vincenzo Pascuzzi - 25-02-2014
Esempi significativi e recenti di priorità proclamate si riscontrano relativamente alle problematiche scolastiche.
L'amministrazione centrale non ha superato l'esame di maturità
Enrico Maranzana - 20-06-2012
Il ministro Profumo ha parlato dell'esame di Stato e, dopo averne tratteggiato gli aspetti positivi, ha affermato che "il nostro paese deve avviare un percorso che dia maggior trasparenza ai processi, per dar una cultura in questa direzione ai suoi cittadini ". Se tale indirizzo fosse applicato alla legge sull'esame di maturità del 69 si vedrebbero le negligenze che hanno contrastato e che continuano ad avversare l'ammodernamento del servizio scolastico: il rifiuto della cultura sistemica; l'indisponibilità dei dirigenti a superare l'obsoleto modello organizzativo gerarchico che li pone al vertice dell'istituzione; la fissità dei docenti che non accettano le mete formative che la legge indica e restano abbarbicati ai libri di testo cui delegano le loro responsabilità professionali...
Riscatto impossibile
Emanuela Cerutti - 30-08-2011
La notizia è fresca e nota: gli anni di laurea non serviranno più per "anticipare" la pensione, e chi ha già versato i contributi può solo sperare di non vederseli riassorbiti, rimandati o spalmati sul pane quotidiano in mancanza di altro companatico.
Non so se questa proposta sarà confermata e nemmeno voglio addentrarmi nel dibattito sulla sua convenienza per cui qualcuno ci perde più di qualcun altro e la legge di Murphy trionfa.
Vorrei invece cogliere un nesso tra questa idea e altre emerse negli ultimi anni, per capire, sostanzialmente, quale è il modello di cittadino desiderato e perseguito da parte dei suoi cosidetti e apparenti rappresentanti.
E se abolissimo i licei?
Vincenzo Pascuzzi - 31-03-2011
Iscrivere i figli al liceo è diventata una moda, uno status symbol? Proprio così e a ragione. Famiglie, studenti e docenti hanno instaurato un circolo virtuoso: i migliori vanno alle scuole migliori e queste risultano migliori proprio perché attraggono i migliori, sia prof e che studenti! Il fatto che "i livelli dell'istruzione liceale sono vertiginosamente crollati" non modifica il giudizio in termini relativi. Per quanto svalutati, i licei risultano ancora più validi e attrattivi rispetto a tecnici e professionali. La fama o la nomea si auto realizzano, continuano il circolo virtuoso. Virtuoso? Sì, relativamente e per chi ne fa parte. Complessivamente (per tutta la scuola e per la nazione) il circolo risulta invece vizioso, negativo e svantaggioso.
Insegnanti e sindacato
Serafina Gnech - 25-02-2009
Molti di noi sentono il bisogno di una forza vera e sana che li rappresenti, una forza che percepisca lo stato di degrado in cui versa la scuola italiana, non lo consideri come un male ineluttabile dei tempi, ma una cosa che può e deve essere contrastata. Non sono i corsi di psicologia che possono risolvere i mali della scuola. La scuola non va medicalizzata, ma recuperata come scuola, come luogo diverso dalla società, un luogo con regole proprie adeguate allo stato di persone che crescono; soprattutto un luogo in cui l'insegnante recuperi in toto il proprio ruolo educativo. E questo ruolo deve essere forte perché il giovane possa crescere in modo corretto. "Nessuno, ci dice l'etologo Konrad Lorenz parlando dei processi che reggono la crescita, si identifica con un essere debole e sottomesso, nessuno è disposto a farsi prescrivere da lui le norme del comportamento...". Possiamo invertire la tendenza? Possiamo fare un'azione sindacale che parta da questa realtà e che abbia alla propria base una riflessione sull'educazione e sulla professione? Non lo sappiamo, ma crediamo che valga la pena di tentare.
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