Tag: ministro - anno scolastico 2012-2013
L'insostenibile teatrino
Francesco di Lorenzo - 19-07-2013
Il teatrino della politica impazza come se niente fosse. Ormai è diventato insostenibile. Ripete noiosamente se stesso facendo finta che da parte dei normali cittadini non ci siano stati evidenti segnali di rifiuto, nonché avvertimenti sull'avvenuto superamento di tutti i limiti della decenza. Ebbene, mentre tutto ciò accade, si legge la notizia che l'Invalsi formerà, nel corso dell'estate, cento esperti di valutazione, istituendo per l'occorrenza una apposita scuola estiva. Cento 'valutatori', che non è neanche un numero eccessivo, in fondo. Persone cioè capaci di saper leggere tabelle e grafici (e in possesso di nozioni di informatica, naturalmente) a cui sarà conferito il ruolo di 'esperti' nel valutare le scuole. Sembra che in tutto siano previsti sei giorni di corso, che basteranno e avanzeranno e forse rimarrà anche del tempo per qualche chiacchiera.
L'Invalsi è un treno impazzito ....
Vincenzo Pascuzzi - 13-07-2013
«L'Invalsi è un treno impazzito, che procede senza rendersi conto che a volte ci sono segnali gialli e rossi che invitano alla prudenza o all'arresto! Possibile che sia... impossibile darsi una "pausa di riflessione"?» Così si sfoga Maurizio Tiriticco su facebook!
Nessun padreterno.«I test Invalsi non sono il giudizio di Dio» ha detto il ministro Carrozza. Meno male! Di conseguenza, l'Invalsi non è Dio, né i vertici dello stesso Invalsi sono padreterni. Certo, già si sapeva, ma conforta la autorevole conferma. Però forse l'Invalsi si considera depositario di una qualche sua religione, altrimenti il ministro non avrebbe aggiunto che bisogna «uscire da una logica di guerre di religione» sulla valutazione. Comunque l'ordalia sembra citata impropriamente.
Lo schema culturale da rompere
Vincenzo Pascuzzi - 05-01-2013
L'Agenda Monti per tutte le stagioni |
Nell'Agenda Monti, la settima frase relativa alla scuola recita testualmente così: "Serve rompere uno schema culturale per cui il valore dello studio e della ricerca e il significato della professione di insegnante sono stati mortificati."
L'espressione "schema culturale" rappresenta un brevissimo giro di parole, una circonlocuzione, una specie di mascheratura o confezione elegante per imbellettare un contenuto ben più rozzo, grezzo, concreto, pesante e compromettente: niente altro che la politica scolastica deliberatamente scelta, adottata e seguita da Gelmini a partire dal 2008 (per tre anni e mezzo) e poi sostanzialmente proseguita da Profumo nel corso del 2012.
Il concorsone e la prova preselettiva. Lettera aperta al ministro Profumo
Vincenzo Pascuzzi - 21-12-2012
Egregio Sig. Ministro Profumo,
ricordo benissimo che, giusto un anno fa, molti accolsero la sua nomina a ministro con enorme sollievo, molta fiducia e speranza. Anche perché sembrava impossibile non fare meglio - o almeno un po' meglio, un po' meno peggio - del ministro "giovane" precedente.
Ora invece, in particolare dopo il blitz rientrato sulle 24 ore/sett. e il concorsone, dilagano profonda delusione e immenso sconcerto.
Ma veniamo proprio al concorsone dei 300mila (il n. preciso è 327.798, circa quanti sono gli abitanti di Bologna, Firenze o Bari!) aspiranti docenti e alla prova preselettiva appena conclusa.
A chi piace il concorso?
Vincenzo Pascuzzi - 01-10-2012
A Roger Abravanel piace il concorsone di Profumo, ne è entusiasta. E' uno dei pochi, se non l'unico, ad apprezzarlo al di fuori dei vertici Miur. L'aveva anticipato qualche settimana fa sulla prima pagina del Corriere della Sera e lo conferma adesso, appena pubblicato il relativo decreto
La notorietà e una certa fama di Abravanel sono recenti (2008) e dovute alla pubblicazione del saggio "Meritocrazia. Quattro proposte ecc. ...".
E' accaduto che parlare di Merito e Meritocrazia ai rappresentanti politici di una realtà nazionale che ne è carente o priva (v. raccomandazioni, cooptazioni, scambio di favori, mazzette, casta, ...), ha provocato la loro adesione entusiasta, ipocrita, solo di facciata, ma non operativa, fattiva, concreta e reale. Non poteva essere altrimenti, infatti a nessuno conviene, né piace tagliare il ramo su cui sta seduto, appollaiato o solo aggrappato! Perciò applausi, adesioni, celebrazioni del merito e della meritocrazia sì, ma solo verbali, di facciata, non operative, quasi per far vedere di specchiarsi in esse.