Tag: valutazione - anno scolastico 2008-2009
Prova nazionale
Virginia Mariani - 19-06-2009
Io voglio sapere a cosa serve la nostra preparazione universitaria e poi quella educativa-didattica per le correzioni della prova nazionale.
A fine anno ci siamo esercitati, docenti e alunni/e, con gli esempi di prova ma non sapevo che:
1) avrei dovuto annerire i pallini in una griglia con le risposte date (40 pallini per 25 alunni, in media);
2) avrei/avremmo dovuto aspettare le 12 (per noi le 12.30);
3) avrei/avremmo dovuto impiegare un bel po' di tempo per capire come attribuire il punteggio;
4) avrei dovuto impiegare tantissimo tempo per attribuire, una volta capito, il punteggio facendo addizioni, sottrazioni, ...;
5) la vera prova fosse di pazienza concentrazione e resistenza fisica per noi docenti.
A rischio di dispersione
Francesco Di Lorenzo - 17-06-2009
Ma veramente qualcuno riesce a credere che con le bocciature, come ha detto il ministro Gelmini, la scuola sia diventata di colpo seria?
Ha usato veramente parole disgustose. Ha detto che è finita l'era del buonismo e del sei politico come ha ...
L'aumento delle bocciature e le colpe del Ministro Gelmini
Antonio Cucciniello - 15-06-2009
Se, per mancanza di finanziamenti, non è possibile organizzare né la compresenza di docenti per qualche ora settimanale (per effettuare attività di recupero degli alunni deboli ma anche di potenziamento dell'eccellenza, a piccoli gruppi omogenei di alunni e con metodologia adeguata a tutte le esigenze), né seri corsi di recupero pomeridiani, con un congruo numero di ore (corsi di 10 ore sono una cosa ridicola) e tanto meno un sistema premiale del merito e del "sacrificio" che sia motivante per tutti (con borse di studio, buoni libro, buoni per attività sportive, ecc. non solo per i più bravi ma anche per gli studenti che, pur non riportando voti alti, mostrano impegno sistematico ed aiutano i compagni), chiedo al Ministro, alle forze politiche e sindacali, ai presidi e ai docenti se non sia più giusto, per dare un'ulteriore possibilità agli alunni, ripristinare, fin dalla 1^ media inferiore, gli Esami di Riparazione a settembre ?
Il voto di condotta o meglio: come usare la griglia di valutazione
Carla Giulia - 12-06-2009
Sono stanchissima, torno ora da scuola .
Sono stremata dal lavoro di un anno scolastico (che per fortuna ancora mi appassiona).
Pertanto mi scuso subito se non sembrerò sufficientemente chiara (lucida?).
Ebbene mi capita di essere una coordinatrice di classe, e di dover proporre al C.d.C. il voto di condotta!
E come? Semplice , utilizzando una griglia di valutazione...
Colleghe di buona volontà ne hanno costruita una sulla quale ci confrontiamo prima degli scrutini; in quella occasione faccio notare che mi sembra una "gabbia", ricordo che la griglia dovrebbe servire a rendere la valutazione fedele, significativa, precisa ed equa e che dovrebbe facilitare l'operazione della valutazione, cosa che quella griglia non fa ...

Per cortesia qualcuno mi dica che ne pensa.
Il 6 politico mascherato e scrutini come roulette russa
Antonio Cucciniello - 27-05-2009
Mettendo da parte la propaganda governativa sulla nuova scuola berlusconiana e la demagogia degli estremisti del 6 politico e del 10 in condotta a tutti, ritengo che per "motivare" meglio gli studenti e per ottenere maggiore serietà negli studi, oltre all'assegnazione di numerose borse di studio, bonus, ecc. per gli alunni meritevoli o per quelli che mostrano impegno costante e aiutano i compagni in classe e a casa, l'unica soluzione possibile e forse, anche la più giusta, sia:
IL RIPRISTINO, FIN DALLA 1^ MEDIA INFERIORE, DI VERI E RIGOROSI ESAMI DI RIPARAZIONE A SETTEMBRE.

Certo, senza alcune ore di compresenza al mattino con divisione delle classi in piccoli gruppi omogenei per attività di recupero ( con gli alunni più deboli) e di potenziamento ( con quelli più bravi ) e seri corsi di recupero pomeridiani ( sono una cosa poco seria i corsi di recupero, di sole 10 ore annuali, organizzati in alcune scuole superiori perchè i fondi messi a disposizione dal Ministro sono ridicoli ), i soli esami di riparazione non sono risolutivi.

Per il finanziamento di tutto ciò, giocando un pò a fare l'antipolitico, suggerisco al Ministro di chiedere al Capo del Governo un Decreto Legge o un Disegno di Legge d'iniziativa popolare per la riduzione del 5-10% degli stipendi di tutti i Parlamentari e/o Consiglieri regionali.
Certificazioni delle competenze e trend epocali della scuola italiana
Paolo Citran - 25-05-2009
E' ormai da molto che i dibattiti su competenze et similia non mi entusiasmano più (se mai si possa dire che mi abbiano appassionato: comunque dieci anni fa certo più di adesso).
L'ennesima illuminante circolare ci informa che si devono fare le certificazioni delle competenze. Come? Per dio! Con i voti!
Naturalmente sempre risparmiando ed innovando.
Leggendo questo continuo richiamo all'innovazione non faccio altro che rafforzare la mia convinzione di sempre, che "innovazione" è parola abbastanza neutra. Il problema è vedere se innovando si migliora o si peggiora.
A me sembra che si possa individuare un trend che parte nel 1962 e si chiude nel 2001, con i governi più vari, ed un trend inverso che dal 2001 prosegue sino ad oggi.
Meglio chiuderlo il Miur...
Maurizio Tiriticco - 25-05-2009
... qualche giorno fa con due circolarine semplici semplici, la 50 e la 51 del 20 maggio - cioè ieri! - il pachiderma sempre memore si è risvegliato! E ci ha puntualmente ricordato che la certificazione delle competenze... si ha da fare! E di quali competenze si tratta? Il Miur non lo dice, o meglio non lo sa! Infatti confessa testualmente: "In attesa della definizione, con decreto ministeriale, del modello di certificazione delle competenze, di cui all'articolo 10 del dpr 275/99, le istituzioni scolastiche potranno procedere alla sperimentazione di propri modelli sulla base delle esperienze condotte negli anni precedenti" (cm 51/09). "Potranno" e non "dovranno"... Uno strumento di discriminazione? Avremo scuole brave, pardon... eccellenti, che certificheranno e scuole modeste o riottose che, invece, non certificheranno? Comunque avremo una casistica di certificazioni assolutamente non comparabili!
Ma non è finita ...
Della media dei voti e di altre amenità
Maurizio Tiriticco - 27-04-2009
Povera nostra scuola chiamata a tante capriole insulse e pericolose in nome di un ritorno alla severità e al rigore di una scuola di un tempo che fu! Purtroppo, se si guarda indietro, non si vede quello che c'è davanti... e neanche ciò che abbiamo di fronte! Società della conoscenza! Apprendere per tutta la vita! Non lasciare indietro nessuno! Le nuove frontiere delle competenze! Parole parole parole... gettate anche al vento, quando andiamo a leggere gli impasticciati e contraddittori provvedimenti che in questi ultimi mesi sono stati adottati per la scuola! Altro che progetti per dar vita ad un vero Sistema Nazionale Educativo di Istruzione e Formazione! E che risponda anche alle raccomandazioni europee! L'assoluta mancanza di un disegno che guardi lontano e il piccolo cabotaggio sono la sostanza della politica educativa dell'attuale Amministrazione!
Ho preso undici!
Omero Sala - 07-03-2009
Agli inizi della mia carriera (anni '70!) mi piaceva leggere in classe i temi scritti di italiano dei miei alunni, anche per discutere e concordare insieme il voto. Una volta fu deciso di assegnare un bel 10 ad un tema particolarmente gradevole; mi scappò di dire che il tema forse meritava di più: dal fondo della classe uno disse ridendo che potevamo dare undici: scrissi 11, e undici fu. I ragazzi erano tutti felici. L'undici fu introdotto ufficialmente nella nostra classe, con lo sconcerto dei genitori, la perplessità dei colleghi e la disapprovazione del dirigente. Ricordo che anche nelle interrogazioni gli alunni si preperavano studiando forsennatamente e chiedevano di essere torchiati per prendere undici.
Dopo pochi anni il voto fu abolito e venne introdotto il giudizio sintetico, che però doveva essere accompagnato da una valutazione più articolata e meno perentoria.
Ora si torna indietro, e la questione del voto o del giudizio torna a infiammare gli animi.
Su una sola cosa il mondo della scuola dovrebbe infiammarsi: sul modo ottuso e drastico con cui la ministra decide senza consultare gli interessati e senza tener conto che gli assetti e gli ordinamenti attuali, la prassi e le regole, la cultura pedagogica e le consuetudini didattiche sono frutto di un processo lungo e lungamente meditato, discusso, sperimentato, verificato, consolidato.
Critica della ragion meritocratica
Paolo Citran - 02-03-2009
Col ministro Gelmini (presumibilmente non prima né ultima a sostenere a spada tratta questo principio, per esempio sul terreno minato della valutazione del personale della scuola, della qualità delle istituzione scolastiche, oltre che nel tradizionale campo del profitto scolastico con l'oscenità del ritorno ai voti nella scuola elementare e media - operazione purtroppo avviata a suo tempo da Luigi Berlinguer auspice Maragliano dopo l'esperienza importante delle "schede sperimentali" e portata a compimento dalla Gelmini) quello della meritocrazia si configura come un tormentone, a vasto raggio ancor più che al tempo del famigerato "Concorsone", oggi col supporto parlamentare di Valentina Aprea & C.

Una vasta esperienza di candidato, di commissario e di presidente di commissione alla maturità nelle sue molteplici transeunti epifanie mi ha rafforzato in questa convinzione (anche se ritengo possibile essere più equi con un'esplicitazione delle regole ed un'ostinata voglia di correttezza e giustizia da parte di chi le commissioni presiede, dandosi tra l'altro alla maturità - pardon: esami conclusivi di stato - una documentazione ed una presenza di membri interni - assente invece per lo più nelle forme concorsuali) che possono ridurre l'aleatorietà degli esiti, ma anche falsare.
Deontologia professionale o mercato delle vacche?
Paolo Citran - 27-02-2009
Quali sono le strade per una nuova valorizzazione delle potenzialità cognitive dello studente ?

Il binomio di base è sempre quello del rapporto insegnamento/apprendimento, laddove non c'è posto né per il puero-centrismo, né per il magistro-centrismo, né per il mateto-centrismo.

Un triangolo virtuoso è dato dalla mediazione/interazione tra conoscenza e discente, mediazione che si regge su un ago della bilancia, rappresentato dal docente: il docente come esperto della conoscenza, dell'insegnamento, dei processi cognitivi del soggetto discente (e attenzione al processo, non solo al prodotto !) da saper riconoscere e valutare.

Di questo, che è l'essenziale, nei collegi docenti non se ne parla quasi più.

La cultura e l'attenzione alla crescita cognitiva degli allievi sta diventando l'ultimo interesse della scuola, un optional, insomma. E la didattica: notoriamente, non esiste.

Contano anzitutto l'immagine, poi l'autotutela, infine il marketing biecamente mercantilistico che bada all'apparire piuttosto che all'essere, che rispetto ai possibili "clienti" mette in piedi un autentico mercato delle vacche, facendosi le scuole quando possibile reciprocamente le scarpe anziché attivare benefiche sinergie in rete.
A proposito dei recenti provvedimenti
Forum delle associazioni disciplinari della scuola - 24-02-2009
Il Forum delle associazioni disciplinari della scuola, dopo un approfondito esame delle iniziative legislative e degli orientamenti del Governo e della maggioranza parlamentare in materia di Istruzione , esprime preoccupazione per i provvedimenti attuati o annunciati, tanto nel loro merito, quanto nel metodo.
Sul piano del metodo, il Forum lamenta anzitutto la scelta del Governo e del Ministro di provvedere mediante decretazione d'urgenza su una materia che richiede invece la più ampia condivisione nel Paese e, in particolare, il coinvolgimento dei suoi principali attori (studenti, famiglie, docenti e personale non docente) e delle loro associazioni, oltre agli organismi di consultazione e rappresentanza previsti dalla legge.
Nel merito, il Forum lamenta la scelta del Governo di procedere al riordino di una materia composita, quale il diritto/dovere all'istruzione sancito dagli articoli 33 e 34 della Costituzione della Repubblica Italiana, mediante strumenti legislativi dettati principalmente da ragioni di contenimento della spesa pubblica e in assenza di un disegno strategico capace di considerare il ruolo della Scuola nella società basata sulla conoscenza e dettato da solidi princìpi epistemologici e pedagogici.
Dall'imbecillità del voto all'intelligenza della valutazione
Cosimo De Nitto - 17-02-2009
Quando, come nel caso della valutazione e delle sue forme di rappresentazione e comunicazione sociale, sono in ballo problemi di alto spessore pedagogico e didattico, non si può seguire una linea di condotta da parte del Ministro che procede per annunci televisivi e interviste, seguono leggi approvate, ma che ancora non hanno completato l'iter previsto, seguono circolari-ultimo-momento diverse e fondate su leggi non ancora leggi, regolamenti non ancora regolamenti, con una tempistica che getta tutto il corpo scolastico nella confusione più totale e lo consegna al fai da te e alla "speriamo che me la cavo".
La valutazione non può essere data in pasto ai salotti televisivi e alle agenzie di stampa per essere trasformata in slogan tanto superficiali quanto devianti, buoni solo per propaganda e spot politici. La logica della spettacolarizzazione non si addice a una materia come questa, che, invece, per essere capita e non annoiare sua maestà lo spettatore viene banalizzata in un cumulo di luoghi comuni ulteriormente banalizzati da presentatori show man, che pretendono, con la loro incompetenza, di farla capire (!?) a un non ben identificato pubblico. Si comprende così perché in questi salotti non vengono chiamati gli esperti. Essi alzano il livello culturale e scientifico ma contraddicono il format dello spettacolo e col loro linguaggio fanno abbassare lo share che si alimenta di banalità e di rissa, cosce lunghe e insulti, emozioni e scandali, casi limite assurdi e paradossali, curiosità morbose e quant'altro.
Voto di condotta
Flora Villani - 16-02-2009
Squilli di trombe e rulli di tamburi accompagnarono sul finire dell'estate l'emanazione del DL 1/9/2008 N^ 137 recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università.
Si trattava, lo ricordiamo tutti, delle norme relative a: cittadinanza e Costituzione, valutazione del comportamento degli studenti, valutazione del rendimento scolastico degli studenti, insegnante unico nella scuola primaria, adozione dei libri di testo ed altre disposizioni relative al personale della scuola e dell'università.
L'impressione che il governo voleva dare al Paese era di efficienza e tempestività nell'affrontare e risolvere i problemi; la scuola richiedeva disposizioni "urgenti", quelle, per intenderci, che giustificassero una decretazione governativa che saltasse il più lungo iter parlamentare fatto di mediazioni, ascolto di parti sociali, professionali e culturali.
Si capì subito che gli scopi erano altri: innanzitutto risparmiare, poi fingere di far risparmiare le famiglie (sui libri di testo ma eliminando nei fatti il tempo pieno) e far credere di portare ordine e disciplina in una scuola allo sbando.
10 in pagella d'assalto, bando all' ipocrisia...
Claudia Fanti - 16-02-2009
Caro Ministero,
sappiamo bene la stima in cui ci tenete, la considerazione in cui tenete la ricerca, la pedagogia, la psicologia dell'età evolutiva, ecc...

Sappiamo altrettanto bene che per avvalorare le vostre scelte di alto profilo avete pubblicato sul sito www.pubblica.istruzione.it ,
alla finestra COME CAMBIA LA SCUOLA GUIDA ALLA RIFORMA, una analisi comparata dei sistemi valutativi europei. Grazie.

Eppure in molte/i non siamo d'accordo. Permetteteci di dissentire e di tenere in grande considerazione tutte quelle maestre e quei maestri che tentano in qualche modo di sfondare il muro del silenzio, anche contro l'omertà di altre/i maestre/i, le/i quali prendono su qualsiasi cosa pur di continuare "in pace" il loro lavoro quotidiano. Infatti c'è fra loro chi è convinto della validità dei voti, ma ce ne sono moltissime/i che non lo sono e che applicano alla lettera le circolari perché si sentono brave/i cittadine/i quando ubbidiscono anche a cose che non stanno né in cielo né in terra; ce ne sono che cambiano idea al cambio del vento: hanno adottato dapprima i giudizi espressi in lettere, poi quelli espressi in giudizi sintetici, poi il portfolio e infine repentinamente hanno abbracciato i voti e sarebbero disposte/i a tornare alle lettere con la stessa velocità, senza colpo ferire.
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