Tag: formazione - anno scolastico 2008-2009
Ideologia della Prassi Scolastica
Gennaro Tedesco - 13-06-2009
Le spinte della globalizzazione e la controspinta del localismo, la politica non solo educativa europea e nazionale, l'estensione e il consolidamento del processo di autonomia scolastica, la crisi non solo economica mondiale, hanno contribuito alla nascita e alla formazione di una vera e propria ipostatizzazione delle prassi scolastiche che, in qualche modo, in virtù di un processo tutto interno alle istituzioni scolastiche, si è trasformata in un nuovo genere di ideologia .
I numerosi interventi riformatori succedutisi quasi ininterrottamente e spasmodicamente negli ultimi anni e abbattutisi dall'esterno pesantemente sulle teste dei docenti mal pagati, in evidente crisi d'identità e senza validi, moderni e duraturi piani di aggiornamento all'altezza della sfida planetaria della complessità non solo epistemologica e percepiti dagli stessi come estrinseci e non intrinseci al loro sistema di appartenenza, la virulenza e la radicalità dei sommovimenti culturali ed educativi, l'irruenza ideologica dei genitori, assecondata demagogicamente da una classe dirigente che della Scuola, apparato debole, ha fatto merce e moneta di scambio, che ha scambiato la didattica e la formazione come qualcosa di facilmente "erogabile", "standardizzabile" e alla portata di tutti, la mancanza di investimenti e i tagli in tutti i settori della conoscenza, dalla formazione alla ricerca, la totale e assoluta alterità dei nuovi linguaggi e nuovi immaginari delle ultime generazioni di adolescenti e giovani, probabilmente con la non voluta "complicità" delle varie e cangianti gestioni ministeriali, hanno introdotto nel nostro sistema formativo, sia nella scuola vera e propria che nei pochi e in via di estinzione ricercatori e formatori addetti all'aggiornamento, una tendenza sempre più sottile e subdola alla burocratizzazione e soprattutto alla specializzazione non solo del corpo docente ma anche degli stessi dirigenti e degli stessi formatori. Tale fenomeno è in piena maturazione e non sempre viene percepito e tanto meno colto nelle sue stravolgenti dinamiche.
Non c'è più religione!
Vittorio Delmoro - 27-04-2009
Questo nuovo ministro dell'istruzione non perde occasione per dimostrare tutta la propria inadeguatezza di fronte alle questioni educative; del resto è un avvocato (per quanto laureatosi in Calabria) e dunque più avvezzo a districarsi tra colpevoli e innocenti, che non tra persone in formazione e formatori.

L'ultima, di qualche giorno fa, ha voluto dirla al meeting degli insegnanti di religione promosso dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana).
La via breve
Antonio Vigilante - 27-04-2009
Intervenendo ad un meeting di insegnanti di religione cattolica, il ministro Gelmini ha affermato non solo la pari dignità dell'insegnamento della religione cattolica, ma anche la sua superiorità. "L'ora di religione ha una valenza educativa maggiore di altre discipline", ha detto. Questa frase si può interpretare - credo legittimamente - come espressione di fondamentalismo religioso, propria di chi pensa la formazione come un itinerarium mentis in Deum, o qualcosa del genere. Ma forse il ministro non intendeva dire questo.
Una seconda vita per la formazione
Benedetta Cosmi, Roberto Maragliano - 24-03-2009
La scuola e l'università vogliono i bravi o i Don Abbondio? "Ripetere i giudizi del Sapegno con la faccia d'uno che i testi se li è letti sull'originale. Li confronta tra loro e li giudica. I professori si contentano che si ripeta quello che dice lui": c'è bisogno di dirlo? Sì, è la (famigerata) Lettera a una professoressa della Scuola di Barbiana, del 1967. Sono passati tanti anni, ma sempre lì siamo. Una scuola come questa (e come quella) non serve a niente, peggio: annienta. Eppure è anche quella scuola lì, quell'idea di scuola che si vuole salvare quando si grida all'invadenza dell'e-learning e delle "nuove tecnologie". E allora, si cambi registro!
A proposito dei recenti provvedimenti
Forum delle associazioni disciplinari della scuola - 24-02-2009
Il Forum delle associazioni disciplinari della scuola, dopo un approfondito esame delle iniziative legislative e degli orientamenti del Governo e della maggioranza parlamentare in materia di Istruzione , esprime preoccupazione per i provvedimenti attuati o annunciati, tanto nel loro merito, quanto nel metodo.
Sul piano del metodo, il Forum lamenta anzitutto la scelta del Governo e del Ministro di provvedere mediante decretazione d'urgenza su una materia che richiede invece la più ampia condivisione nel Paese e, in particolare, il coinvolgimento dei suoi principali attori (studenti, famiglie, docenti e personale non docente) e delle loro associazioni, oltre agli organismi di consultazione e rappresentanza previsti dalla legge.
Nel merito, il Forum lamenta la scelta del Governo di procedere al riordino di una materia composita, quale il diritto/dovere all'istruzione sancito dagli articoli 33 e 34 della Costituzione della Repubblica Italiana, mediante strumenti legislativi dettati principalmente da ragioni di contenimento della spesa pubblica e in assenza di un disegno strategico capace di considerare il ruolo della Scuola nella società basata sulla conoscenza e dettato da solidi princìpi epistemologici e pedagogici.
Scuola: ruolo sì, ruolo no.
Aldo Ettore Quagliozzi - 20-02-2009
Passa anche attraverso questo annoso, infruttuoso discutere del dilemma l'anomalia del bel paese. All'inizio degli anni settanta del secolo ventesimo feci il mio ingresso nel mondo della scuola come docente incaricato. In quel tempo la stabilizzazione dei docenti veniva affidata a corsi speciali di formazione - i famigerati corsi abilitanti - e all'emanazione di leggi allo scopo varate dal parlamento del bel paese. Non che non si sentisse la necessità di stabilizzare e garantire le numerosissime figure del mondo della scuola. Personalmente mi impegnai ed appoggiai anche sindacalmente le organizzazioni confederali che allora si batterono, vittoriosamente, per l'ambito traguardo di stabilizzare il personale tutto della scuola. Ma qui affiora l'anomalia del bel paese.
Conoscere prima di deliberare
Alessandro Cavalli in Nuvole - 19-02-2009
... il più giovane (anzi, la più giovane) ministro dell'istruzione nella storia del paese ha rotto la disattenzione e riportato la scuola sulle prima pagine dei giornali. Le questioni sollevate dalla Gelmini erano ben note ed erano state accuratamente individuate ed elencate nel Quaderno bianco sulla scuola, un prezioso documento prodotto dai ministeri dell'economia e dell'istruzione del precedente governo di centro sinistra. Tra queste questioni, il costo eccessivo della scuola (soprattutto primaria, ma anche secondaria) rispetto agli altri paesi avanzati, sicuramente "fuori misura" soprattutto tenendo conto degli scarsi risultati messi in evidenza dalla ricerche Ocse sulle competenze e gli apprendimenti degli studenti. Cara e inefficace, la nostra scuola: non si può negare che il problema esiste. Una seconda questione: il numero assai consistente di docenti di sostegno per gli alunni diversamente abili. Una terza questione: la formazione iniziale degli insegnanti.
L'elenco potrebbe continuare, ma fermiamoci qui, perché per la tesi che voglio sostenere queste tre questioni sono ampiamente sufficienti.
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