Mistero bUFO
“Ho le prove: sugli Ufo ci nascondono la verità”: la rivelazione di Chris Mellon e il caso di Kingman del 1953 (ancora sotto copertura)

kingman-ufo-crash-coverMe l’aveva segnalato Vladimiro Bibolotti (Centro Ufologico Nazionale) e poco dopo sul suo account Facebook  ecco che Universo 7p ha trattato la questione. Mi riferisco alla email, pubblicata su X (che per noi rimane sempre Twitter) con la quale Christopher Mellon mette alla luce del sole una discussione tra lui e un alto ufficiale dell’intelligenze americana circa il recupero di un Ufo a Kingman, in Arizona, nel 1953. Saremmo dunque a 6 anni dai fatti di Roswell e in un’area (il New Mexico, dove appunto sta Roswell, confina con l’Arizona)  decisamente calda sul fronte degli Ovni, o Uap che dir si voglia. L’aspetto interessante e centrale della vicenda è che la copertura su quanto accaduto è tuttora in vigore, segno dunque, come direbbe il noto comico Cevoli di Zelig, che siamo di fronte a fatti e non a pugnette. Mellon è poi un personaggio di spicco, sia per i suoi trascorsi di ex vice alla Difesa per l’Intelligence degli Stati Uniti, sia perché si è sempre battuto affinché in materia di fenomeni/oggetti non identificati ci sia la massima trasparenza. Non solo: ha ancora collaborato con Luis Elizondo e  con un gruppo di aviatori, portando alla ribalta la questione delle intercettazioni dei piloti degli  F-18 della US Navy. Il testo integrale della fatidica email lo trovate a questo link assieme a un articolo di inquadramento della vicenda e del personaggio.

Esseri interdimensionali: gli Alieni provengono da dimensioni che coesistono con la nostra?

f3bff017062f50188a8f4c12373e9c4bIn questi giorni circola in rete il rilancio di una teoria che è stata proposta da vari ufologi, tra i quali Jacques Vallée. La tesi è questa: gli Alieni non vanno ricercati nel cosmo, ma in realtà che coesistono a fianco della nostra. In pratica sarebbero esseri interdimensionali, in grado di “commutare” la loro situazione e di manifestarsi a noi. Quindi niente navi spaziali e viaggi interstellari, l’extraterrestre sarebbe, più banalmente, un vicino di casa che fa un po’ il burlone e gioca a nascondino. A detta degli esperti questa chiave interpretativa aiuterebbe anche a spiegare per bene, nell’antichità, l’apparizione di personaggi mitologici, dei, semidei e affini. Vi rimando a un link di Ufoalieni.it dove potrete trovare un esauriente articolo sulla questione. Ecco,  dovete cliccare qui.

Il Cun a San Marino: “C’è vita intelligente sulla Terra?”

Torna a San Marino uno degli appuntamenti più importanti dell’ufologia mondiale: giunto alla sua trentatreesima edizione consecutiva nella Repubblica del Titano, il Simposio Mondiale Sugli Oggetti Volanti Non Identificati e Fenomeni Connessi è organizzato dal Centro Ufologico Nazionale italiano con il coordinamento di Roberto Pinotti, giornalista aerospaziale, presidente Cun e presidente Icer – International Coalition for Extraterrestrial Research. Il titolo dell’edizione 2024 del Simposio Non Identificati e Fenomeni Connessi è: “Ufo, Alieni e guerra: c’è vita intelligente sul Pianeta Terra?”. Previsti contributi, con video e relazioni, da Usa, Russia,  Gran Bretagna, Francia, Spagna, Germania, Portogallo, Grecia, Svizzera, Norvegia e Italia in una due giorni che sabato 1 e domenica 2 giugno 2024 vedrà lo svolgimento dei lavori al Centro Congressi Kursaal di Viale John F. Kennedy 17, a San Marino Città.

 

Il manganese del Gale Crater marziano, le nuove analogie con la Terra e il ritorno di una tesi suggestiva: l’Atlantide di Platone era lì?

Nella zona del Gale Crater di Marte è stata rinvenuta una quantità anomala di manganese, cosa che ha fatto sussultare gli scienziati perché è un elemento che avvicina ancora di più la realtà marziana a quella della Terra. Ho trattato la questione per Login, sezione “tecno” di Corriere.it (i link sono due: qui trovate il primo e qui il secondo), ma ho anche coinvolto Tetricus, il nostro “marzianologo”, per un parere. E lui ha preso la palla al balzo per ricordare un’altra tesi che riguarda l’ex lago di Marte. Buona lettura.

Gale_Crater_pillarsIn un articolo a firma Nicoletta Fersini pubblicato on-line sulla pagina “Tecnologia” di Libero.it, si parla della recente e rivoluzionaria scoperta da parte di  “Un team di ricerca” che si è avvalso della Chem Cam installata sul rover Curiosity della NASA. Sembra che “nelle rocce del fondale del lago all’interno del cratere Gale vi sono quantità di manganese più elevate del solito. Ciò significa che i sedimenti originali, quelli dell’antico Marte, originariamente si sono formati in un fiume, nel delta o vicino alla costa del lago una volta presente sul Pianeta Rosso. Cosa che, in definitiva, rappresenta un nuovo punto in comune con il nostro Pianeta, la Terra”. La Fersini riferisce poi di un articolo scientifico dal titolo: Manganese-Rich Sandstones as an Indicator of Ancient Oxic Lake Water Conditions in Gale Crater, Mars, pubblicato sulla rivista Journal of Geophysical Research: Planets. “Il professor Patrick Gasda del Los Alamos National Laboratory e i colleghi del team di ricerca hanno cercato di capire come mai le rocce sedimentarie sul fondo del cratere Gale si siano arricchite di manganese in così alta concentrazione e soprattutto quale ossidante potrebbe esserne stato responsabile”. Gasda sostiene che “sulla Terra i depositi di manganese si formano grazie all’alto contenuto di ossigeno presente nell’atmosfera, processo che spesso viene accelerato dalla presenza di microbi che, a loro volta, si servono dell’ossidazione del manganese per il proprio metabolismo”. La presenza in grande quantità di questo metallo sull’antico Marte “potrebbe suggerire che sia stato un’importante fonte di energia per la vita sul Pianeta Rosso”. “È difficile che l’ossido di manganese si formi sulla superficie di Marte, quindi non ci aspettavamo di trovarlo in concentrazioni così elevate in un deposito costiero – ha affermato Gasda -. Sulla Terra, questi tipi di depositi si verificano continuamente a causa dell’alto contenuto di ossigeno nella nostra atmosfera prodotto dalla vita fotosintetica e dai microbi che aiutano a catalizzare le reazioni di ossidazione del manganese”. “Su Marte non abbiamo prove dell’esistenza di vita e il meccanismo per produrre ossigeno nell’antica atmosfera di Marte non è chiaro, quindi il modo in cui l’ossido di manganese si è formato e concentrato qui è davvero sconcertante – ha proseguito il professor Gasda -. Questi risultati indicano processi più ampi che si verificano nell’atmosfera marziana o nelle acque superficiali e dimostra che è necessario fare più lavoro per comprendere l’ossidazione su Marte”. La scoperta è stata possibile grazie ai rilevamenti del 2017, ottenuti grazie alla ChemCam installata sul rover Curiosity della NasaooPIA23346_hiresLe rocce sedimentarie nel cratere del lago Gale sono un mix di sabbie, limi e fanghi e in particolare le rocce sabbiose sono più porose, così da facilitare il passaggio delle acque sotterranee. Il team di ricerca guidato da Gasda ha cercato di comprendere come il manganese si sarebbe arricchito in queste sabbie, tenendo conto dei processi che normalmente si verificano sulla Terra. In conclusione potrebbero esserci delle similitudini ancor più accentuate tra l’antico Marte e il nostro Pianeta. “L’ambiente del lago Gale, come rivelato da queste antiche rocce, ci offre una finestra su un ambiente abitabile che sembra sorprendentemente simile ai luoghi sulla Terra oggi. I minerali di manganese sono comuni nelle acque poco profonde e ossiche che si trovano sulle rive dei laghi sulla Terra, ed è straordinario trovare caratteristiche così riconoscibili sull’antico Marte”, ha affermato Nina Lanza, ricercatrice principale dello strumento ChemCam. Non manca giorno che Marte ci riservi delle sorprese e riteniamo quest’ultima di grande importanza per stabilire il passato di un pianeta che presenta, con l’avvicendarsi delle scoperte, sempre maggiori similitudini con la Terra. Il fatto che queste scoperte riguardino l’area del Gale Crater, fanno andare la nostra memoria al Timeo di Platone, nel passo in cui il filosofo greco descrive l’antica capitale di Atlantide come una città a pianta circolare percorsa da ampi canali. Stranamente la stessa forma del Gale Crater, un tempo anch’esso a forma di anello circondato dall’acqua. Sul monte Sharp, al centro del Cratere, si possono osservare le rovine di una grande città dalla quale emergono le immagini di una piramide di grandi dimensioni insieme a palazzi e ziggurat. Che fosse proprio in quel luogo l’Atlantide? Il racconto del suo inabissamento altro non sarebbe se non il ricordo dell’impatto di un enorme corpo celeste che distrusse l’atmosfera e il campo magnetico, riducendo Marte a un immenso deserto inabitabile. I suoi abitanti, tecnologicamente evoluti, emigrarono con le loro navi spaziali sulla Terra e la colonizzarono.

Tetricus

La denuncia via social network di Luis Elizondo: “Io e altri “whistleblowers” stiamo ricevendo minacce per le rivelazioni sugli Ufo”

EliHa affidato il suo messaggio ai social network. E non è stato affatto un bel segnale perché Luis Elizondo, l’ex agente segreto statunitense della United States Army Counterintelligence e dell’Under Secretary of Defense for Intelligence che nel 2017 svelò al New York Times gli incontri ravvicinati tra piloti della US Navy e oggetti volanti non identificati, ha spiegato apertamente che sul suo conto pendono minacce. Il testo è di nove righe ma è decisamente chiaro e diretto. Elizondo, personaggio diventato molto famoso da quelle rivelazioni e tornato alla ribalta a inizio 2024 assicurando che l’anno in corso sarebbe stato caratterizzato da novità importanti in materia di Ufo (o di Uap che dir si voglia), ha spiegato “di aver saputo” che qualcuno trama alle sue spalle. “Ieri mi è stato notificato che ci sono minacce personali sia nei miei confronti sia di tutti gli altri “whistleblowers” (traduciamo con “gole profonde”) un tempo associati all’attività sugli Uap per conto del Governo degli Usa. Data la situazione, desidero allora che siano perfettamente chiare a tutti gli americani queste cose: non sono uno portato ad avere incidenti;  non ho tendenze suicide; non abuso di droghe e stupefacenti; non sono coinvolto in attività illecite. Se nel futuro qualcosa dovesse capitare a me e/o ai miei familiari voi saprete benissimo valutare quello che è accaduto”. Poche parole, ma inequivocabili. Sto provando, grazie alla collaborazione di Vladimiro Bibolotti del Cun. che è da tempo un interlocutore di Elizondo, di sapere qualche dettaglio in più. Intanto vi rimando, a questo link del blog, a quanto l’ex agente segreto disse a gennaio.

La questione dei rapimenti alieni: ipnosi regressive, false memorie, il ruolo dei militari e un modo (forse) per screditare il fenomeno Ufo

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Sui “rapimenti alieni” permangono molti dubbi. La maggior parte delle testimonianze ci giungono dalle cosiddette “ipnosi regressive”, cioè la pratica attraverso la quale, sotto ipnosi, si fa retrocedere nel tempo un soggetto per fargli ricostruire e narrare degli eventi che avrebbe vissuto, soprattutto di natura traumatica, come potrebbe appunto essere un rapimento ad opera di extraterrestri. Il fatto è che l’ipnosi regressiva è proprio il modo più efficace per manipolare i ricordi, addirittura per impiantare falsi ricordi o false memorie. Ma cerchiamo di capire assieme che cosa sono le false memorie e come funzionano.

False memorie e ipnosi regressiva

Le false memorie sono studiate da almeno tre decenni. Il motivo è presto spiegato. È interessante e importante studiare le false memorie in quanto possono rivelarci aspetti fondamentali sul funzionamento non solo della memoria, ma pure della nostra mente. Così come le false informazioni, ciò che oggi chiamiamo “fake news”, possono alla lunga modificare i nostri ricordi e di conseguenza le nostre scelte e le nostre decisioni. La psicologa statunitense Elizabeth Loftus, che ha condotto ampie ricerche sul tema ed è considerata una delle massime esperte del settore, dice: «Molte persone credono che la memoria funzioni come un dispositivo di registrazione. Ma decenni di ricerche hanno dimostrato che non è così. La memoria è costruita e ricostruita. È più simile a una pagina di Wikipedia – puoi cambiarla, ma lo possono fare anche altre persone». Vale a dire che puoi essere convinto di avere visto una certa cosa, di avere assistito ad un certo delitto, la cosiddetta “testimonianza oculare”. Ma i tuoi sensi possono averti ingannato. E così possono fare altre persone: indurti falsi ricordi, con varie tecniche, mostrandoti foto e filmati, ponendoti domande pilotate, in modo suggestivo. E qui appunto parliamo di coloro che affermano di essere stati rapiti dagli alieni. Di essere stati portati a bordo di Ufo e sottoposti ad interventi chirurgici. Che prove abbiamo di ciò? Nessuna. Eppure sono stati scritti interi libri, persino da psichiatri e psicologi, sulle “abduction”, e sono stati pure girati film e documentari. L’aspetto paradossale è che il metodo per cercare la “prova” di questi presunti rapimenti alieni, in mancanza di prove oggettive, sia il più delle volte individuato nella cosiddetta “ipnosi regressiva”: fare tornare “indietro” con la memoria il soggetto ipnotizzato per fargli ricostruire e raccontare quanto avvenuto durante il rapimento alieno. Ebbene: è ampiamente dimostrato che le tecniche ipnotiche siano strettamente imparentate con la suggestione, quindi quanto di più distante dalla possibilità di ricostruire attraverso di essa la “realtà oggettiva” di un evento tanto insolito come un rapimento alieno. Come scrive Roberto Pinotti nel suo Ufo ed extraterrestri (De Vecchi, edizione 2022): «La casistica relativa non c’è? Allora la si inventa e addirittura – riproponendo vecchie tecniche proibite di manipolazione e controllo mentale condotte a suo tempo dalla CIA col Progetto MK Ultra – si realizzano le MILABS (military abductions): i “rapimenti di UFO” fasulli in cui tecnici dell’intelligence militare sequestrano soggetti civili sottoponendoli a tecniche tese a impiantare nelle loro menti “falsi ricordi” a base di manipolatori biogenetici “grigi”». Applied Cognitive Psychology - 2008 - Otgaar - Abducted by a UFO prevalence information affects young children s false (1)_Pagina_01E il risultato di tutto ciò quale è? Che da un certo punto in poi l’immagine angelicata degli extraterrestri, i famosi “nordici” alti e biondi dalla pelle diafana, si trasforma in quella malevola degli Alieni, la tipologia dei cosiddetti “grigi” praticamente insensibili, privi di emozioni e di empatia, in pratica dei “robot biologici”. Una immagine non certo rassicurante. E se oggi digitate “extraterrestri” nella sezione immagini di Google la relativa pagina di risultati sarà piena zeppa di immagini di grigi. Se c’è dietro un progetto di ingegneria sociale per allontanare l’idea dell’extraterrestre buono ed evoluto, il risultato è perfettamente raggiunto. Ricordo che proprio quando uscì il bestseller Communion (l’edizione in lingua è ancora in commercio dopo 37 anni) mi trovavo a New York: le vetrine delle grandi librerie sulla quinta strada esponevano in bella vista la famosa copertina con il grigio in primo piano. L’autore divenuto straricco per avere scritto di questa vicenda presentata come “vera” era un tal semisconosciuto, soprattutto fuori degli Stati Uniti, Whitley Strieber, un autore di romanzi horror che per di più aveva lavorato in agenzie pubblicitarie. L’appaltatore perfetto per creare una idea horror degli extraterrestri e diffonderla presso l’opinione pubblica in modalità di marketing. E invece degli psichiatri e psicologi, sempre americani, che hanno pubblicato sullo stesso tema? Beh, non è la prima volta, e neppure l’ultima, che psichiatri e psicologi americani hanno collaborato con CIA e servizi di intelligence, ad esempio proprio nel famigerato Progetto MK Ultra e nei successivi programmi di ingegneria sociale. Ma siccome qualche traccia pubblica rimane sempre dell’operato di talune classi di ricercatori, esiste qualche prova che gli stessi abbiano condotto esperimenti sulle false memorie relative ai rapimenti da parte degli extraterrestri?

Come si impiantano i falsi ricordi

In effetti scavando attentamente tra i documenti passati e recenti qualche indizio esiste, e proviene proprio da ambienti universitari di ricerca psicosociale. Ad esempio un lavoro scientifico dal titolo “Abducted by a UFO: Prevalence Information Affects Young Children’s False Memories for an Implausible Event”, vale a dire che è possibile impiantare nei bambini piccoli false memorie per un evento implausibile come può essere l’essere stati rapiti da un UFO. Questo studio pubblicato dalla rivista scientifica Applied Cognitive Psychology nel 2009 a firma di quattro psicologi e ricercatori accademici (Henry Otgaar, Ingrid Candela, Harald Merckelbach, Kimberley A. Wade, i primi tre della Facoltà di Psicologia, Università di Maastricht, Paesi Bassi e la quarta del Dipartimento di Psicologia, Università di Warwick, Regno Unito)  esaminò se le informazioni su eventi più probabili promuovono falsi ricordi nei bambini riguardo a un evento che gli stessi autori della ricerca definiscono “non plausibile”. Quarantaquattro bambini di età compresa tra 7 e 8 anni e quarantasette di età compresa tra 11 e 12 anni hanno ascoltato una storia vera sul loro primo giorno di scuola e una falsa narrativa su un evento non plausibile (rapito da un UFO) o un evento plausibile (quasi soffocare con una caramella). Nel corso di due interviste ai bambini è stato chiesto di riferire tutto ciò che ricordavano sugli eventi. In entrambi i gruppi di età eventi plausibili e non plausibili avevano la stessa probabilità di presentarsi attraverso i ricordi. Come commentano gli autori: “I nostri risultati dimostrano che i bambini piccoli possono facilmente sviluppare falsi ricordi di un evento altamente implausibile”. Come appunto essere stati rapiti da un UFO. Inoltre, sempre a conclusione di questo  lavoro viene rimarcato che sebbene studi precedenti siano state esaminate le caratteristiche cognitive di individui che denunciano rapimenti di UFO, questo è il primo studio che è riuscito a impiantare falsi ricordi di rapimenti UFO. Da cui ne consegue un paio di domande successive a una premessa. È vero che in questo lavoro viene presa in considerazione la possibilità, dimostrata, di impiantare falsi ricordi nella mente di bambini, tuttavia in condizioni “neutre”, sperimentali appunto, anche in un clima di gioco. Ma se si volesse impiantare falsi ricordi di malevoli rapimenti UFO in adulti inscenando il tutto con personaggi truccati come sanno magistralmente fare le case cinematografiche statunitensi, supportati da personale militare? E se a tutto ciò seguissero sessioni ripetute di interrogatori suggestivi da parte di psicologi e psichiatri, nonché sedute di ipnosi regressiva? Inoltre un’operazione del genere consentirebbe di pigliare i due classici piccioni con una fava: da una parte screditare la fenomenologia UFO attraverso i discutibili racconti dei “rapiti”, dall’altra avvalorare l’immagine degli alieni brutti, cattivi e insensibili. Sono solo domande e ipotesi, diciamo alla “X Files”. Al benevolo lettore l’ardua sentenza.

Pierangelo Garzia

 

 

Von Rennenkampff: “Sciami di droni o sciami di Ufo/Uap a Langley? Gli Usa chiariscano”

Ricevo e pubblico volentieri come post questa riflessione del nostro Angelo Pugliese, che di recente alla Sapienza di Roma ha ottenuto un master in Geopolitica e Sicurezza Globale.

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La questione Uap, come dimostra la serie di iniziative legislative ma anche di comunicazione che è in atto negli Stati Uniti dal dicembre 2017 in poi, rimane non solo un’ interessante discussione sulla fenomenologia di qualcosa di difficilmente spiegabile ma continua a confermarsi come una vicenda in cui la geopolitica e la sicurezza globale si intrecciano. In tal senso è importante (non solo per gli addetti ai lavori ma anche per chi ha avuto una visione sempre prudente sull’argomento…) leggere il contributo giornalistico che ha fornito per la nota testata giornalistica di approfondimento politico Usa, “The Hill”, Marik von Rennenkampff. Già analista per il Dipartimento di Stato nonché membro indicato dall’amministrazione Obama tra i “tecnici” in staff al Pentagono durante i mandati del Presidente americano, lo scorso 21 aprile ha pubblicato un testo dal titolo “Drones or UFOs? Alarming incursions demand answers”.  Von Rennenkampff, partendo da una dichiarazione del senatore democratico dell’Arizona, l’ex astronauta Mark Kelly in merito alle continue incursioni di oggetti volanti non identificabili attorno a strutture governative sensibili,  ci rivela un episodio accaduto nello scorso dicembre 2023, quando un gran numero di “UAP” sono apparsi regolarmente sulla base aeronautica di Langley in Virginia.  Queste “incursioni” sono state più di una durante tutto il mese di dicembre e l’Aeronautica militare americana ha ricorso all’aiuto della Nasa  attraverso il volo di un velivolo dotato di una telecamera aerea di nuovissima generazione per cercare di capire qualcosa di più.  La cosa più interessante per l’analista americano è la stessa tipologia di comportamenti di questi oggetti: silenziosi, velocissimi con accelerazioni che vanno oltre a quelle conosciute sia per velivoli guidati da esseri umani sia “unmanned” e segnalati con luci lampeggianti bianche, rosse e verdi; è interessante perché corrisponde a ciò che si è visto a fine 2019 e inizio 2020 da parte delle forze dell’ordine degli stati del Colorado, Nebraska e del Wyoming nelle vicinanze di basi missilistiche. Ma non è solo questa la stranezza: i report che emergono dall’accesso agli atti tramite il FOIA (la norma sulla liberta di informazione federale Usa) trovano come elemento in comune che questi oggetti sia in Virginia che negli altri stati sopraindicati operavano in coordinamento con un oggetto volante più grande che sembrava rimanere fermo nell’area. sddefaultTra questi report ve n’è uno di un vice sceriffo del Nebraska che ha riferito di avere osservato da 30 a 50 oggetti in volo nei pressi di una sorta di “nave madre” più grande sospesa per ore. In Colorado questi oggetti operavano in condizioni di volo non ottimali, all’interno di tempeste di vento senza emettere nessun suono distinguibile, caratterizzandosi con qualcosa di radicalmente diverso da quella che  è la tecnologia che conosciamo legata allo sviluppo dei droni. Ma il dato più interessante di tutta la vicenda è che 55 anni prima, nel 1965, nelle stesse aree rurali del Colorado, Wyoming e Nebraska 140 membri del personale dell’Air Force segnalarono lo stesso tipo di oggetti (150 circa) con lo stesso tipo di caratteristiche di volo – e senza luci di identificazione – che si libravano velocemente silenziosamente dall’alto verso il basso per poi procedere con accelerazioni allora (e ancora oggi) non compatibili con la tecnologia dei droni attuali. L’analista statunitense alla fine del suo articolo per “The Hill” (a cui vi rimandiamo per la lettura al seguente link) rileva, come altri suoi colleghi, che al di là di ogni possibile speculazione sulla natura di questi oggetti  vi è un problema di sicurezza nazionale per gli Stati Uniti e più in generale per i cieli di questo pianeta. E questo in particolare se si riuscirà a dimostrare che questi Ovni,  più o meno in volo dal 1965 fino ad oggi, non appartengono a nessuna delle superpotenze.  Vi è davvero molto su cui riflettere da questo lavoro di confronto tra il passato e il presente e anche sull’importanza di fornire alla fenomenologia Uap, qualsiasi cosa essa sia, una dignità di carattere geopolitico con le annesse riflessioni in termini di sicurezza. Sarebbe interessante comprendere e comparare questi dati con quelli relativi alle ondate europee del 1954 e del 1978 o quella belga del 1989.

Angelo Pugliese

 

 

Cinegiornale bUFO – 82 / Il “sigaro” sopra il LaGuardia è come quello del caso Cecconi?

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Sta tenendo banco nella rete un avvistamento avvenuto qualche giorno fa nel cielo di New York, in prossimità dell’aeroporto Fiorello LaGuardia. Una passeggera di un velivolo in avvicinamento allo scalo è riuscita a immortalare il passaggio di un oggetto molto strano, un sigaro nero che è sfrecciato a velocità altissima. L’avvistamento è stato fatto anche da altri che erano a bordo, ma solo la donna è riuscita a riprenderlo. E’ stata anche diffusa una foto con un fermo-immagine che documenta questo Ufo sigariforme, che pare avere anche una cupoletta trasparente nella parte alta. Il particolare non è trascurabile perché ci riconduce al famoso caso del maresciallo pilota Giancarlo Cecconi: il 18 giugno 1979, di rientro alla base di Treviso Sant’Angelo da una missione con il suo ricognitore G-91 R si imbattè sul cielo campo dell’aeroporto in un oggetto sostanzialmente identico. A questo link trovate la storia completa, una delle più discusse dell’ufologia italiana (e non solo). Le domande che pongo sono due: l’avvistamento al LaGuardia secondo voi è attendibile? Come valutate il confronto tra i due oggetti? Nelle foto sotto trovate prima quello di New York e poi quello di Treviso, mentre nel filmato trovate l’intervista rilasciata dall’avvistatrice a un canale Tv statunitense (è in rete su Youtube, perdonate se vi imbattete nella pubblicità: non se ne può fare a meno). A voi la parola, anzi la tastiera. sddefault

UFO_photographed_by_Italian_pilot_Giancarlo_Cecconi,_1979

Il ritorno della vicenda di Apollo 20 e le connessioni con il “Progetto Redsun”: ecco le novità di Luca Scantamburlo

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Vi ricordate la questione di Apollo 19 e Apollo 20, le missioni cancellate dalla Nasa per carenza di fondi che sarebbero poi state effettuate nel 1976 sotto l’egida del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, con l’assistenza della Nasa e la collaborazione dell’allora Unione Sovietica? L’amico Luca Scantamburlo, ricercatore e scrittore nonché la persona che in Italia qualche anno fa ha portato questa vicenda alla pubblica attenzione – anche su Mistero bUFO trovare dei post dedicati -, è sempre e più che mai sul pezzo. A inizio di questo mese, aprile del 2024, ha illustrato le novità sulla vicenda nel corso di una diretta sul sito di Spazio Tesla: dalla risposta alla pratica Foia (Freedom of Information Act) assegnata alla Patrick Force Base di Cocoa Beach alle lettere inviate al Korea Aerospace Research Institute a proposito della grande anomalia lunare  “sigariforme” che giace accanto al cratere Guest della faccia lontana della Luna. Non mancano infine le connessioni con il Progetto Redsun, che trattai nel 2021 anche nel blog (questo il link del post). Nel video che vedete sopra c’è la diretta della chiacchierata tra Alberto Negri e Luca sul sito di Spazio Tesla.

Dagli americani risposte evasive: ma si può fare appello

Proprio lo scorso 12 aprile gli americani hanno risposto alla pratica Foia presentata da un cittadino italiano in merito alla vicenda di Apollo 19 e Apollo 20. Nel blog suo e in quello di Spazio Tesla – allego più avanti i link – se ne dà conto. E Luca Scantamburlo da una lettura di quanto comunicato. Apparentemente la risposta evasiva (sostanzialmente: non abbiamo trovato nulla di quello che chiedete) sembra chiudere il discorso; ma in realtà si può (e si deve) andare avanti dal momento che esiste la possibilità di fare appello al segretario della Us Air Force, invitandolo a svolgere una ricerca più accurata negli archivi. E questo verrà fatto. Intanto chi fosse interessante può cliccare qui per il sito di Scantamburlo e qui per quello dello Spazio Tesla che rilancia a sua volta la questione, con alcuni arricchimenti (anche fotografici).

Cinegiornale bUFO – 81 / 50 anni fa a Casale Monferrato uno dei casi più famosi di I2 e I3

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Edoardo Russo, già presidente del Cisu (Centro Italiano Studi Ufologici) e uno dei massimi esperti italiani di ufologia, mi segnala che giusto 50 anni fa, dunque il 16 aprile del 1974, nella frazione Santa Maria del Tempio nei pressi di Casale Monferrato, si verificò uno dei più noti casi italiani di Incontri Ravvicinati del 2° e del 3° tipo, coinvolti i coniugi Bellingeri. Per una ragione che non riesco a capire, non posso caricare da Youtube il filmato/relazione curato da Paolo Fiorino, che si occupò dell’inchiesta. Potete allora cliccare su questo link per vederlo. Nel filmato che trovate in testa, questo sì montabile direttamente da Youtube, trovate invece una sinossi della vicenda. Segnalo anche un aspetto interessante di questa storia: gli esseri scafandrati con cui marito e moglie si trovarono a che fare sembravano avere un boccaglio per la respirazione collegato al casco e alla tuta. Sarà un caso, ma è la stessa cosa che disse Bruno Facchini nell’episodio che lo riguardò e che avvenne il 24 aprile 1950 ad Abbiate Guazzone (per inciso, località che si trova a soli 4 km da dove abito io).

Sabato 20 convegno del Cufom a Falconara

Dopo quello di Rho del 7 aprile, il Cufom (Centro Ufologico Mediterraneo) organizza un altro convegno, sempre in questo mese: si terrà sabato 20 a Falconara. Il tema sarà la possibile correlazione tra Ufo e Alieni, con l’intervento di vari relatori. In particolare, sarà presente Filiberto Caponi, che nel 1993RC+ sostiene di aver fotografato un essere dalle sembianze non umane a ridosso dei Monti Sibillini. Il convegno, che durerà per l’intera giornata, potrà anche essere seguito da remoto sui canali Youtube del Cufom (Cufomchannel e Cufomtv).

“Il problema dei 3 corpi”, la serie Tv che pare raccontare la vicenda aliena del Caso Amicizia

433652943_798837505610373_5094489130912598538_n-1024x449E’ una serie televisiva appena lanciata in Italia (è disponibile su Netflix, non ho ancora verificato se rientra nelle quote che Sky mutua dalla società americana di streaming: in ogni caso serve essere abbonati), ma ha già spopolato. E la sua fama è ormai diventata planetaria. Sto parlando de “Il problema dei tre corpi”, un viaggio davvero intrigante tra un mix di situazioni: sguardi al passato – segnatamente all’onda lunga, spesso drammatica, della rivoluzione di Mao Tse-tung in Cina -, agganci con la scienza, catastrofismi cinematografici (a volte ti pare di essere in un film tipo Dune), visioni fantascientifiche e, soprattutto, l’aggancio con una realtà aliena. Quest’ultimo aspetto è proprio l’architrave della serie. Ma si presta anche a interpretazioni. Il nostro amico Pierangelo Garzia ha trovato una chiave di lettura molto interessante e vi sottopongo la sua riflessione.

(Pierangelo Garzia) Sarà di certo una coincidenza, ma la serie tv (la trilogia di oltre mille pagine da cui è tratta la prima stagione l’ho appena abbordata) “Il problema dei 3 corpi” di Liu Cixin, il più notevole scrittore di fantascienza cinese, presenta più punti di contatto con la vicenda ufologica nota come “Caso Amicizia”. Vero è che almeno due libri su tale caso ufo-italico sono usciti pure in inglese, più vari riferimenti in altri libri e documentari stranieri, inoltre la rete è zeppa di riferimenti al medesimo caso pure in lingua. il-problema-dei-tre-corpi-netflix-nuova-ossessioneMagari Liu Cixin ha letto o visto qualcosa e vi si è ispirato. I principali punti di contatto che ho rilevato nella serie sono i seguenti: il fatto che un personaggio parli con gli extraterrestri con una comune, addirittura antiquata, radio; il fatto che gli extraterrestri non capiscano la nostra predisposizione a dire una cosa per un’altra (metafora) e soprattutto a mentire; il fatto che una parte dell’umanità si assoggetti a venerare e a collaborare con le misteriose intelligenze extraterrestri in modalità religiosa senza neppure capire bene cosa ci sia dietro; il fatto che da tale contatto con possibili intelligenze extraterrestri qualcuno perda la ragione e addirittura si tolga la vita; la frase rivolta a un  protagonista della storia: “voi terrestri siete fragili”; il riferimento, ad un certo punto della storia, alla quantità e varietà di insetti che popolano il nostro pianeta il che denota un ambiente favorevole alla vita, ciò che nel Caso Amicizia viene definito “pianeta madre”.

In effetti è davvero così. Va anche detto che pure la Cina ha vissuto a sua volta un Caso Amicizia. E con lei altre Nazioni della Terra, ad esempio alcune del Sud America. La tv, il cinema, spesso anticipano dei fatti. Oppure, a posteriori, li spiegano. E’ così pure in questo caso? Se avete modo di guardare la serie (ve lo consiglio), attendo le vostre impressioni.