MARCO VOLPE
Ecco, mese per mese, il diario di un anno di polemiche e proteste per il cattivo funzionamento delle scuole palermitane.
Settembre. La scuola palermitana è a rischio sin dal primo giorno. Custodi e portieri di una settantina di istituti, minacciano di non presentarsi a lavoro il primo giorno. La protesta nasce dal trasferimento degli ausiliari dai ranghi degli enti locali a quelli dello Stato, un provvedimento che comporta anche una diminuzione dello stipendio. Ma a tenere banco durante il primo turbolento mese della scuola palermitana è la «classe ghetto» riservata a 20 bambini rom della elementare Alcide De Gasperi. Nel registro della prima G, infatti, risultano soltanto i nomi di piccoli studenti rom. Alla base del provvedimento, le lamentele di alcuni genitori di alunni palermitani. L'anno inizia anche senza il servizio di accoglienza riservato alle elementari. Con una comunicazione affissa in bacheca i lavoratori socialmente utili sono stati destinati all'accoglienza dei soli bambini disabili.
Ottobre. Centinaia di ragazzi non hanno la possibilità di studiare la lingua straniera: mancano gli insegnanti. Spiega il provveditore Guido Di Stefano: «Ho chiesto al ministero 150 posti di docenti specializzati, non ne ho ottenuto neppure uno». Ma gli studenti palermitani sono «orfani» anche di altri insegnanti specializzati, soprattutto quelli di sostegno: le vecchie graduatorie decadute non sono ancora state aggiornate. I dati del provveditorato rivelano che in tutta la provincia mancano circa 700 insegnanti di sostegno e mille alunni disabili vanno a scuola senza aiuto.
Novembre. Un'inchiesta di "Repubblica" rivela che, a Palermo, su più di 300 edifici scolastici le palestre sono soltanto 182: e spesso si tratta di spazi all'aperto o male attrezzati. La situazione più disagiata è alle elementari: solo una su tre (58 su 150) può contare su una palestra. Alla scuola media Giovanni Falcone, allo Zen, bidelli e insegnanti devono ricorrere alle cure dei medici per guarire dalle punture di insetti: «Siamo assediati da pidocchi, pulci e topi» dice la preside dell'istituto.
Dicembre. Fermi tutti, c'è la Pantera. Anche a Palermo scoppia la protesta studentesca contro la Finanziaria del governo nazionale. All'inizio del mese sono già un terzo le scuole occupate o in autogestione. Corteo record: a sfilare sono in ventimila. Alla fine del mese e delle occupazioni, constatati i danni, alcuni presidi chiedono il risarcimento agli studenti.
Gennaio. Il 2002 si apre con la scomparsa dei provveditorati agli studi, sostituiti dai centri servizi amministratici, e con la chiusura di una scuola privata, accusata di «gravi irregolarità relative agli esami di Stato e a quelli di idoneità». A Brancaccio, in un plesso della elementare Cavallari, i bambini sono costretti ad andare a scuola indossando il cappotto: la caldaia, installata da appena due anni, è già guasta. E due scuole, il Duca degli Abruzzi e il Borsellino, vanno in tribunale per ottenere alcune classi in via Spedalieri.
Febbraio. È polemica tra Giovanni Avanti, nuovo assessore all'Edilizia scolastica, l'ex commissario straordinario Guglielmo Serio. Il problema è la mancanza di arredi in diverse scuole. All'elementare Costa, ad esempio, mancano i banchi, ma è pronto il finanziamento per l'acquisto di un pianoforte. «In un anno il commissario non ha comprato una sedia» accusa Avanti.
MarzoAprile. Fabio Granata, assessore regionale alla Pubblica istruzione, invia una circolare nelle scuole: obbligatorio l'uso dei grembiulini. Alla fine di marzo l'assessore di An minaccia «ispezioni e provvedimenti» per chi non applica la circolare. Sulla vicenda intervengono Ds e Cisl: Granata torna indietro e rinuncia alle «sanzioni».
Maggio. È il mese delle statistiche. Le prime cifre sono fornite dall'Ausl di Palermo che ha condotto due ricerche nelle scuole: fuma uno studente su quattro, e uno su sei è in sovrappeso.