«I fiori nel cassetto», docufiction di Davide Pernicano interpretata da una catanese che vive a Milano. Si passa dall'ironia allo sconforto
Mentre gli autori del film «
Il Vangelo secondo San Precario» sono al lavoro su una seconda puntata che si avvarrà di un budget maggiore, altri registi puntano sul connubio tra cinema e autoproduzione per parlare di precariato. Di recente il collettivo
Manufatti Audiovisivi, col patrocinio di Cgil Scuola Lombardia, Retescuole e Adpm (
Associazione Docenti Precari di Milano e provincia), ha dato alla luce «
I fiori nel cassetto», docufiction interpretata da una delle tanti insegnanti precarie italiane, Stefania Giannì, 38 anni, trasferitasi da Catania a Milano nel 2000 in cerca di lavoro e da allora imprigionata nel limbo delle supplenze infinite.
A spingere Davide Pernicano alla realizzazione del film una motivazione personale: oltre che studente della Scuola di Cinema, il regista è, infatti, un insegnante e conosce bene vizi e lacune del sistema scolastico nazionale. Il tutto viene raccontato in poco più di mezz'ora con un linguaggio che passa dall'ironia allo sconforto. Sullo schermo scorrono immagini di cortei di protesta, episodi rubati tra i banchi di scuola, interventi di personaggi politici come l'onorevole Alba Sasso, in un susseguirsi di frame in cui l'attrice protagonista Stefania Giannì funge da rappresentante e da portavoce di una categoria professionale in difficoltà.
Su
www.fiorinelcassetto.com si trovano alcune fotografie, la locandina del documentario e le vignette di Sara Migneco, il cui cartoon è stato inserito nella pellicola. Non manca il link al sito Internet
Produzioni dal Basso, dove è possibile prenotare copie del film e contribuire così alla sua diffusione.
Raffaella Oliva