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Fioroni, sito a tutto porno.
Italia Oggi - 04-12-2006
Chi la fa, l'aspetti. È una vera beffa quella subita dal ministro della pubblica istruzione, Beppe Fioroni. Che, dopo avere promesso un giro di vite al web, ritenuto poco più di un dispensatore di pornografia, è stato costretto a chiudere il suo blog perché infestato da oltre 3mila annunci hard. Dal Viagra ai siti porno più scatenati, bastava una cliccata da Fioroni per finire in una torrida Pigalle virtuale. Di fatto, dallo scorso agosto, il diario online del ministro è stato bersaglio di hacker che da lì hanno stabilito collegamenti diretti con migliaia di siti porno. Come? Per un'assoluta omissione di vigilanza di Fioroni, che al suo blog non doveva tenere tanto visto che vi aveva pubblicato solo due interventi (l'ultimo a marzo, prima della nomina). A uno di questi post, là dove si dà può commentare, si sono agganciati gli hacker con le loro hard-inserzioni.

Adesso la Margherita, svelato il pasticcio, ha dovuto abbassare la saracinesca. "Il sito è in aggiornamento", è la scritta che campeggia sotto il simbolo del partito. Sì, perché le pagine-web di Fioroni non erano neanche di sua proprietà (come quelle, ad esempio, del collega alle infrastrutture, Antonio Di Pietro), ma prese in prestito sul portale dei Dl. Proprio uno smacco per il ministro che, dopo lo scandalo del video delle violenze allo studente disabile (cliccatissimo su Google), aveva promesso entro Natale una legge di ferro che rendesse i motori di ricerca responsabili su immagini e contenuti pubblicati da terzi. "È assurdo e ipocrita avere una censura sui film vietati ai 14 e ai 18 anni quando poi in rete c'è di tutto e di più", aveva detto Fioroni. "Tutelerò i minori dall'accesso a tutto ciò che possa danneggiare la loro formazione e il loro sviluppo". Da qui la promessa di "museruole" ai motori di ricerca degne di quelle cinesi ("Anche se i nostri obiettivi sono diversi dai loro", aveva precisato). Peccato che a quel di "tutto di più" i minori ci potessero arrivare direttamente dal blog di Fioroni.

Nell'attesa che i tecnici della Margherita facciano pulizia, resta la graffiata ironica dei uno dei due soli visitatori del sito che non hanno agganciato un link-porno. "Complimenti per il suo blog e per gli ottimi commenti dei suoi fans", scrive l"anonimo navigatore. "Sono onorato di averla come ministro. Per caso, vende anche il Viagra?".

Luca Saitta
1 dicembre 2006


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 da Peacelink    - 04-12-2006
Lettera aperta all'on.Giuseppe Fioroni, Ministro della Pubblica Istruzione

Signor Ministro, la sua crociata contro Google è un errore

Un ragazzo autistico di Torino viene maltrattato e il suo video va su Internet. Il Ministro dice: "Non possono esserci due pesi e due misure, uno per carta stampata e tv e uno per la rete Internet. Il rispetto della dignità umana è uno solo". Ma è così che si sradicherà il bullismo e la violenza?

Gentile Ministro,
sono un insegnante di scuola media superiore.

Quindici anni fa, con alcune persone che amavano la libertà e credevano nel valore della nonviolenza, ho fondato PeaceLink, una rete telematica per la pace.
Chi le scrive pertanto è strutturalmente contrario ad ogni tipo violenza, tanto alla guerra di invasione quanto al bullismo nella vita quotidiana. Ripudio ogni sofferenza inflitta a un'altra persona. Mi sono quindi naturalmente indignato di fronte ai video diffusi su Internet che riprendono un ragazzo autistico subire ripugnanti soprusi in un istituto tecnico superiore di Torino.

Tuttavia la terapia che è stata scelta - ossia inquisire i rappresentanti di Google Italia - mi sembra peggiore del male che si vuole curare. E non ho per nulla condiviso la sua opinione secondo cui i siti Internet debbano essere equiparati a testate giornalistiche. Lei ha affermato:
"Ritengo che la decisione della procura sia un motivo in più perchè il Parlamento riveda l'assetto normativo in materia. Come ho più volte sostenuto non possono esserci due pesi e due misure, uno per carta stampata e tv e uno per la rete internet. Il rispetto della dignità umana è uno solo". E ha aggiunto che "il principio di responsabilità non può essere declinato a seconda del mezzo di trasmissione su cui viaggia un reato".

Tutto ciò non porta da nessuna parte, come le "gride" contro i "bravi" di manzoniana memoria.
Se lei consultasse qualche esperto scoprirebbe che Internet è così articolata da farsi beffa di queste dichiarazioni.
Internet continuerà a funzionare come sempre ha funzionato e potremo sempre trovare un sito nel più sperduto posto del mondo che ospiterà un video ripugnante, raggiungibile in quasiasi momento sia per memorizzare sia per scaricare un contenuto immorale, riprovevole e disumano. E anche quando saremo stati capaci di compiere l'impossibile missione di controllare tutti i server del mondo in tutti gli stati del mondo - non ci riesce Bush non vedo come ci riuscirebbe la nostra magistratura - non saremo mai e poi mai capaci di controllare le reti peer-to-peer con cui milioni di utenti mettono i comune i contenuti dei loro hard disk rendendo condivisibili, nel bene e nel male tutti i file, da quelli musicali ai video.

Vuole controllare tutto questo estendendo la legge sulla stampa ai siti Internet?
Tempo sprecato.

Non servirà a bloccare gli odiosi e ributtanti filmati che sono stati diffusi su Interet. Tutto continuerà come prima. Il solo effetto che avrà la sua iniziativa - se andasse in porto - sarebbe solo quella di mettere in seria difficoltà i siti liberi italiani, come PeaceLink.
Fra qualche ora, nella notte, non potremo controllare l'utente che scriverà sul nostro sito. Potremo a posteriori rimuovere un suo messaggio ma non potremo a priori bloccarne la diffusione. Potremo cooperare per riportare dignità nella rete ma non possiamo bloccare i polpastrelli e i neuroni di chi si collega a noi.

Gentile Ministro, la sua scelta di equiparare Internet alle testate giornalistiche non è efficace per lo scopo che lei si propone, se lo faccia dire da chi ha cognizione della materia.

La sua dichiarazione è solo frutto di scarsa esperienza. E un Ministro non può farsi guidare da un impeto di passione sorretto da una sostanziale non competenza in una materia che non padroneggia.
Tutto questo - anche se animato dai migliori propositi - finisce infatti per produrre l'opposto di ciò che si vuole ottenere.
Le mie idealità, finalizzate a costruire una telematica per la pace e la nonviolenza, coincidono completamente con gli obiettivi che lei vorrebbe raggiungere, ma i mezzi da scegliere - per me - divergono completamente da quelli che lei propone.
Occorre responsabilizzare profondamente le famiglie e gli insegnanti, non può essere Google a controllare al posto di un genitore che ha rinunciato a svolgere il suo compito educativo. Non può essere il gestore di un sito a intercettare alle due di notte (e come mai farà?) l'upload di un giovane diseducato ai valori civili e umani, che evidentemente vive in una scuola superficiale, indifferente e formalistica che non si accorge della mostruosità e della violenza che cova dentro di sé.

Il problema è questo: quel giovane potrà anche non fare l'upload ma in ogni caso avrà violentato, o maltrattato un altro essere umano, e vietare un upload non significherà aver ridotto la violenza o aver restituito dignità a chi è stato sfregiato nell'animo e nel fisico. Potremo rompere gli specchi che riflettono la realtà ma - ciò facendo - non avremo sradicato la violenza, ne avremo eliminato solo il riflesso.
Pertanto - gentile Ministro - da nonviolento, da insegnante e da persona che ha vissuto come pioniere la nascita della telematica sociale in Italia, la invito a riflettere, ad aprire un dibattito e a condividere con noi docenti un percorso educativo che porti a fare di Internet un mezzo di libertà, di liberazione e di dialogo. La violenza la potremo eliminare non mandando Google in tribunale e intentando delle cause perse, ma costruendo una società in cui la guerra, la mafia e la violenza vengano contrastate con convinzione. Gentile Ministro, piuttosto che lanciare crociate impossibili per "pulire Internet", cerchiamo almeno di pulire i partiti e di fare una legge che tolga dal Parlamento di tutti quei personaggi che - come hanno documentato Beppe Grillo e Marco Travaglio - non sono in regola con la Giustizia: "Parlamento Pulito" è possibile, signor Ministro. Forse questo darebbe ai giovani il segnale che gli adulti fanno sul serio. E che l'impunità non sempre è garantita.
Non si può gridare contro l'impunità in Rete e poi consentire l'impunità nel Palazzo.

Un cordiale saluto

Alessandro Marescotti Docente di scuola media superiore Taranto