Vivere da precari
Monica Capezzuto - 11-11-2006
Parliamo di cosa significa vivere da precari.Non toccherò le questioni pratiche, tipo l'aspetto economico, ma vorrei parlare di dignità negata. Dignità. Questa sconosciuta.
A noi insegnanti precari è negata tante volte, soprattutto quando arrivi in un nuovo circolo didattico -io faccio supplenze brevi, giro per circoli ed istituti e amo definirmi precaria dei precari -e ti devi ripresentare, dimostrare che sai fare il tuo lavoro, spiegare che hai dieci anni di lavoro alle spalle tra private e statale, che non sei l'ultima arrivata, che conosci tutti i meccanismi, combatti contro i preconcetti, fai buon viso a cattivo gioco, ma giorno dopo giorno dentro di te si affievolisce la scintilla. dell'entusiasmo, dell' amore per il tuo lavoro.
Ogni giorno vieni giudicata e condannata da colleghe che nemmeno ti conoscono, poi si ricredono, certo, ma perchè il sistema ci obbliga a passare alla gogna in questo modo?
Dove si sono nascosti quei valori come orgoglio e dignità di esercitare la professione di insegnante così importante per la formazione dei ragazzi,sostituiti invece da umiliazione e sdegno?
Questi anche sono i sentimenti di un precario, a cui si uniscono le costanti incertezze che tutto possa cambiare dall'oggi al domani.
Mi sono chiesta come il dizionario definisca la parola precario, parola che ormai ci accompagna - uso un termine caro alla vice-ministro Bastico -quotidianamente.
Ho fatto qualche ricerca.
Precario significa instabile, provvisorio, temporaneo. E questo è risaputo.Tutti termini molto esplicativi.
Ma esiste un istituto del diritto romano che si chiama contratto precario. Con tale contratto si concedeva temporaneamente e gratuitamente una cosa -nel nostro caso l'inserimento nelle graduatorie permanenti - ma era revocabile -art.66.comma 1,della finanziaria 2007- ad arbitrio di chi l'aveva concessa.
Niente di nuovo sotto al sole. Siamo semplicemente tornati ai tempi degli antichi romani. Solo che allora internet non esisteva.
Per me "precario", però, non è una definizione.
E' un modo di vivere. Come un funambolo che non termina mai la sua esibizione.
Concluderò con un aneddoto significativo.
Una sera a cena. Mia figlia, 7 anni, non voleva mangiare.
Io mi impongo ma lei sfodera l'arma vincente: "Mamma,se mi costringi a mangiare, telefono al ministro e faccio cancellare il precariato!".
Ecco cosa significa vivere da precari.

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 Un maestro di ruolo    - 12-11-2006
Io sono un insegnante di ruolo e quasi mi vergogno a dirlo. Ho il massimo rispetto dei precari che consentono, malgrado tutto, il buo fuzionamento della scuola. Malgrado chiunque sieda su quella polrtrona da ministro. E come ogni bravo dittatore deve lasciare il segno del suo passaggio. Anche questa volta chi sta su quella poltrona non mancherà di lasciare le cicatrici del suo passaggio, e la cancellazione del precariato, secondo me, è la più brutale degli espedienti. Ci siamo inorriditi per la promulgazione delle leggi razziali, ma perchè queste che sono se non sotto altro nome?