breve di cronaca
La Margherita accelera sull'obbligo
Tuttoscuola - 09-11-2006
Il responsabile scuola della Margherita, on. Antonio Rusconi, interviene nel dibattito su biennio e obbligo di istruzione con un articolo di aperto sostegno alla soluzione prefigurata nell'art. 68della legge finanziaria.

La scelta fatta, osserva il parlamentare, che è membro della Commissione Cultura della Camera, "vincola, a mio parere positivamente, Governo e Regioni ad affrontare l'applicazione della modifica del Titolo V, ovvero l'art. 117 comma terzo della Costituzione, per un confronto serio per l'inserimento del percorso della formazione professionale all'interno dell'obbligo scolastico, esaltando il ruolo storico di tanti centri di formazione professionale, in gran parte provenienti dalla cultura cattolica e escludendo quelli 'fantasma' (...), esempio di grande sperpero di denaro pubblico".

L'art. 68 della finanziaria prevede che debba essere consentita a tutti gli allievi "l'acquisizione dei saperi e delle competenze previste dai curricola relativi ai primi due anni degli istituti di istruzione secondaria superiore", ma che "possono essere concordati tra il Ministero della pubblica istruzione e le singole Regioni percorsi e progetti che, fatta salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche, siano in grado di prevenire e contrastare la dispersione e di favorire il successo nell'assolvimento dell'obbligo di istruzione".

Questi progetti saranno affidati ad apposite "strutture formative che (...) devono essere inserite in un apposito elenco predisposto con decreto del Ministro della pubblica istruzione", sentita la Conferenza Stato-Regioni. In sostanza anziché i due "sistemi" paralleli voluti dalla Moratti, avremmo un unico sistema ma sdoppiato al proprio interno tra un'area scolastica "pura" e un'altra che potremmo definire "progettuale", gestita in sostanza dai soggetti attualmente impegnati nella gestione dei corsi triennali sperimentali di cui all'accordo quadro Stato-Regioni del 19 giugno 2003.

Rusconi vede in questa soluzione "una rivalutazione della istruzione e della formazione professionale, con conseguente recupero del ruolo storico degli istituti tecnici" e il superamento della "dannosa deriva liceistica prevista dalla riforma Moratti".


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