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Tra narrazione e legalità
Carlo Carzan - 19-10-2006
Cari Amici,
ho il piacere di comunicarvi un evento dedicato alla lettura ed alla legalità.
Come sempre sono a vostra disposizione per ogni chiarimento Grazie e buona lettura.

Carlo Carzan
Ass. Così per Gioco
Via Nuova 32
Palermo


Giorno 23/10/2006 alle ore 17.00

Nell'ambito della giornata della biblioteche scolastiche e delle attività di promozione della lettura per ragazzi, dell'ass. Così per Gioco e delle edizioni Sinnos ci sarà la: Presentazione del libro "La Scelta" di Luisa Mattia - ed. Sinnos Presso il Laboratorio Teatrale dell'Associazione Figli d'Arte Cuticchio - Via Bara all'Olivella, 48 - Palermo All'incontro parteciperanno Mimmo Cuticchio e Luisa Mattia e sarà moderato da Carlo Carzan.

PERCHÉ A PALERMO E CON MIMMO CUTTICCHIO:
Perché il romanzo è ambientato a Palermo ed in particolare la sua idea nasce dalle esperienze di Luisa Mattia con Carlo Pagliarini.
È una storia Palermitana che può essere una storia di ogni periferia e di ogni città, che vede modelli negativi e positivi, possibilità di confronto e di riscatto. Ed è proprio in questo contesto che è inserita la figura del Puparo, colui che narra, che "cunta" le storie, che diventa un modello positivo per Totò, il giovane protagonista della storia. La figura del puparo è sicuramente ispirata a Mimmo Cuticchio, che ha avuto il piacere di invitare Luisa Mattia per passare questo pomeriggio insieme, per parlare di storie, di esperienze, di come la narrazione ed il narrare possano diventare strumento di crescita ed opportunità per di confronto.

IL LIBRO:
Antonio, detto Totò ha quattordici anni e un mito: suo fratello maggiore Pedro, capo indiscusso della banda di un quartiere malfamato di Palermo, dove i due fratelli vivono insieme ad un padre alcolizzato, la madre, la sorella maggiore e un fratello più piccolo. L'ingresso di Pedro nel clan mafioso della "famiglia" del boss don Salvo viene accolto da Pedro come un "avanzamento di carriera". Anche Totò si sente fiero della "promozione" del fratello, a cui vuole somigliare, ma l'incontro con Angelica, la figlia di un puparo, sconvolge i suoi progetti futuri. Per ordine di don Salvo, Pedro deve eseguire un "regolamento di conti" All'omicidio assiste involontariamente il padre di Angelica il quale decide di confessare tutto alla polizia, diventando in questo modo un testimone oculare troppo scomodo per don Salvo, che ordina a Pedro di eliminarlo. E' una scelta sofferta quella a cui è chiamato il giovane Totò: tacere per amore del fratello e rendersi complice dell'omicidio di persone innocenti, o rivelare tutto alla polizia, condannando il fratello? Coraggiosa è stata anche la scelta dell'autrice di raccontare in un libro destinato ad un target di ragazzi, un argomento fino ad oggi riservato solo ad un pubblico di adulti, e lo ha fatto attraverso un linguaggio chiaro. Gli avvenimenti sono narrati con una tale veridicità da lasciare spesso con il fiato sospeso, tanto che il lettore avrà spesso la sensazione di essere presente tra quei ragazzi.
I personaggi si lasciano quasi toccare e la tensione respirare. La penna di Luisa Mattia riesce a rendere la storia più efficace nel suo tacito ammonimento alle coscienze di ognuno, "ammaestrate" dall'ipocrisia e l'omertà come pane quotidiano.

"Sono scelte importanti quelle che compiono i ragazzi protagonisti di questo romanzo, che descrive con efficacia il tormento della scelta, la scoperta che può esserci un altro modo di vivere Perché c'è una "sociologia d'accatto" che tende a giustificare tutto, come se vivere in certe regioni implichi meccanicisticamente l'essere in un modo invece che in un altro, perché in terra di mafia non è data scelta. E invece no. " (dalla post-fazione di Tano Grasso)

L'AUTRICE LUISA MATTIA
Laureata in Pedagogia, con una tesi in Teoria e Tecniche delle comunicazioni di massa, Luisa Mattia è insegnante, giornalista pubblicista e scrittrice.
Collabora a riviste specializzate nel settore educativo e svolge corsi di formazione su Tv, cinema, arte e bambini diretti agli insegnanti.
Scrive romanzi. Nel marzo 2005 è uscito Merlino, il cerchio del futuro per le Edizioni e/o.
Nel marzo 2006 sono usciti i romanzi LA SCELTA per le Edizioni SINNOS (Premio PIPPI 2006) e I jeans di Garibaldi per Carthusia Edizioni .
Per La Meridiana ha scritto (in collaborazione con Janna Carioli), Scrivere con i bambini. Percorsi di scrittura creativa per la scuola.
E' coautrice dei testi per la trasmissione Tv MELEVISIONE (Rai 3 - fascia ragazzi) .
Ha ideato e coordina, in collaborazione con le insegnanti dell' Istituto Comprensivo "Parco di Veio", il progetto "Edizioni dei bambini" che ha portato alla pubblicazione (finora) di 14 libri di narrativa scritti e illustrati dai bambini stessi (Fazi Editore)

Dal suo blog

"LA SCELTA" E CUNTRASTAMU
A Romal'Associazione CUNTRASTAMU ha organizzato una giornata dedicata alla legalità, al diritto e all'antimafia.

L'intera Via Bertani , a due passi da Piazza San Cosimato, è stata chiusa al traffico e aperta alle persone. Io sono stata invitata a parlare del mio romanzo "La scelta". Alcuni giovani attori ne hanno letto un brano e devo dire che la cosa mi ha molto emozionata. Quando le parole prendono voce e corpo in un attore cambiano spessore e livello di comunicazione.
Ho cercato di spiegare, senza "piegare" la pazienza di chi ascoltava, la storia del protagonista, Totò, e come la pratica della legalità passi attraverso l'assunzione di responsabilità degli adulti e il riconoscimento di identità dei ragazzi. la vicenda di Totò narra la solitudine di molti ragazzi che, proprio perchè soli, sono più esposti ai diversi livelli della mentalità omertosa e mafiosa, anche se non vivono a Palermo, come invece accade al protagonista del mio libro.

IL TEATRO DI MIMMO CUTICCHIO
A Palermo, in via Bara all'Olivella, c'è il Teatro dei Pupi dei Figli d'arte Cuticchio.

Piccolo e seducente, un teatro che sembra un treno e un palco che appare, a chi lo guarda, una specie di miraggio, tanto è racchiuso in una nicchia in fondo alla sala. Eppure, in quello spazio, settimana dopo settimana, si muove il mondo della narrazione popolare e della poesia. Elisa mi ha accolto, per una visita inattesa e "rubata" al teatro. Ne sono uscita con gli occhi pieni delle immagini splendenti dei fondali di scena e con un libro sotto al braccio. E' un volume che si intitola "La macchina dei sogni". Dentro c'è la storia del teatro dei pupi, il racconto di come la loro arte si manifesti e anche qualche spunto per capire quale passione interiore porta a "farsi pupari". Ho trovato, nel libro, una bella frase di Mohammad Jafar Mahdjoub e che esprime un pensiero che accomuna nelle intenzioni e nelle aspettative i narratori (sia che scrivano romanzi sia che mettano in scena storie). Dice così: "Se ti domandano come finisce una narrazione, rispondi : con la conquista dei cuori. Se i cuori non l'accettano, il narratore non potrà portare a buon fine il suo proposito...".

FINO A QUEL GIORNO
I ragazzi dell'IPM di Nisida hanno messo in scena "Fino a quel giorno" ,uno spettacolo tratto dal mio romanzo "La scelta".

Entrare nel carcere minorile di Nisida è entrare in un mondo nuovo, inatteso e inesorabilmente severo. Non triste nè malinconico. Severo. Mentre il mare lo lambisce e il sole lo inonda di riflessi e brividi di luci, l'isolotto di Nisida accoglie, chiude e protegge i ragazzi. Li protegge con le severità del vero. Nessuno , tra gli educatori, è disposto ad edulcorare il dato di realtà e cioè che gli adolescenti e i giovani che arrivano in galera sono colpevoli di reati gravi, a cui non si fanno ipocriti sconti. Quel che è accaduto è accaduto e non si può far finta che non sia stato. Ma la stessa severità educativa è rivolta a quel che non è stato e non è stato fatto prima che ragazzi e ragazzi si giocassero la sorte e si trasformassero da bambini in colpevoli. Su quel che non è stato per oggettiva incapacità a costruire un ambiente educativo vero fuori del carcere, nei quartieri da cui i ragazzi vengono, nelle città da cui sono fuggiti pensando che spaccio e pistole fossero la chiave per salvarsi la vita. Su questa chiarezza, su questa indiscussa e forte trasparenza gli educatori cominciano a lavorare.
Già, ma come si lavora nel carcere minorile di Nisida? Quello che ho visto e ascoltato mi dice che si lavora sul desiderio, sulla tenerezza e sul sorriso. Non so se Gianluca Guida, direttore dell'IPM di Nisida, troverà inadeguato questo "catalogo" ma a me è sembrata davvero questa la chiave che fa di Nisida un luogo di libertà. Paradossale ma vero.

Di Nisida sapevo poco, anzi niente. Ho cominciato a saperne qualcosa - appena un sentore - alla fine di gennaio di quest'anno, quando ho passato un pomeriggio insieme a un gruppo di ragazzi dell'Istituto Penale Minorile. Tra me e loro, a unire per un po' (solo per un po', pensavo), il filo lieve di una storia, La scelta, che loro avevano letto con la loro insegnante, Maria Franco , e di cui avremmo parlato. Immersa in un parlare acceso, vivo, carnale, in cui ogni parola napoletana aveva senso e spessore (già, l'italiano, in certe situazioni, deve lasciarsi sopraffare e contaminare dalla lingua dialettale che è quella della comunicazione, del confronto e dell'incontro), ho avuto dai giovani di Nisida, ragazze e ragazzi, un dono che non mi aspettavo e che è davvero raro per chi scrive: ho visto come le mie parole, la mia storia hanno preso corpo e voce, hanno creato un incontro.
Le parole sono uscite prepotenti dal libro, si sono annidate nei pensieri e hanno vissuto della voce dei ragazzi che si sono appassionati, hanno criticato i comportamenti dei personaggi, altri ne hanno spiegati, azzardando nuovi sviluppi narrativi in modo che la vita vera ci stesse tutta dentro al libro. E sul serio.

Ieri sera, a Nisida, il romanzo è diventato uno spettacolo teatrale intitolato "Fino a quel giorno", adattato da Andrea Fiorillo e Maria Franco, con le musiche di Maria Gabriella Marino, la scenografia di Matteo Casamassima e la regia di Alberto Ferraro e Andrea Fiorillo. Sul palco loro, i ragazzi, con le loro facce, i loro sorrisi e la loro fragilità, insieme alla spavalderia, alla dirompente gioia di vivere, alla struggente volontà di costruirsi un'altra vita. Ragazzi sul palco e io seduta ad ascoltarli, a guardare.

Ho ascoltato le parole del mio libro diventare forti, ora secche come legno, ora salate come mare, ora delicate come i baci. E ho visto come i ragazzi sono entrati nella storia e se la sono presa per farne parte e per farla diventare parte di sè. Ci sono state passioni, e indecisioni, e timidezze, e forza, e tenerezza sul palco: tutto è passato attraverso il corpo e il cuore dei ragazzi. E il libro s'è dilatato, è diventato altro, è diventato "di più". Questo è un privilegio, davvero. E' per questo che si scrive, perchè un libro sia un incontro tra chi narra e chi ascolta e legge. Se succede, l'incontro ti cambia la vita. A me è successo. Dopo Nisida, ho uno sguardo in più.

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